Uomo di punta della Wildflower, la casa discografica di Judy Collins, Kenny White è un musicista e cantautore di talento con alle spalle alcuni dischi interessanti e la produzione di quel gioiellino che era Sleepless di Peter Wolf. Sebbene già da tempo gli addetti ai lavori parlino un gran bene di lui, nella sua carriera manca ancora un vero acuto, che riesca a proiettarlo verso il successo. Il suo nuovo album, Comfort In The Static, il quinto in carriera nasce come il suo lavoro discografico più ambizioso, e non è un caso che per la sua realizzazione ci siano voluti ben tre anni. Rispetto al passato il songwriting di White è senza dubbio più maturo, ma ciò che sorprende è la grande cura con la quale il disco è stato prodotto, infatti ogni arrangiamento, ogni nota, ogni passaggio è studiato con cura quasi maniacale, il tutto però senza mai cedere al perfezionismo fine a se stesso. La struttura delle canzoni si regge essenzialmente sul piano e sulla voce di Kenny White, mentre il contorno dato dagli arrangiamenti spazia da trame folk a divagazioni jazzy come nel caso di Gotta Sing High che sembra uscita da un disco di Joe Jackson. Non manca qualche rimando al pop inglese degli Style Council come nel caso di Carry You Home con il piano in gran spolvero, o al cantautorato più nobile con Last Night della quale brilla l’ottimo arrangiamento per archi, o ancora al rock con Please spinta da una travolgente sezione di fiati. Sebbene il disco presenti qualche caduta come nel caso della incolore Out Of My Element, non mancano momenti di puro godimento come nel caso di Useless Boy dove apprezziamo la chitarra di Duke Levine in tutto il suo splendore. Tra i brani migliori vanno segnalati senza dubbio She’s Coming On Saturday Night, nella quale White sembra ispirarsi al primo Tom Waits e la tenue folk song Who’s Gonna Be The One, un saggio di ottimo songwriting e di ispiratissima produzione. Sebbene anche Confort In The Static non sia il disco del grande salto, Kenny White è riuscito ad esprimere a pieno tutte le sue potenzialità non solo come produttore ma anche come cantautore. In futuro, siamo certi, ci saranno delle sorprese.
Salvatore Esposito
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