The Oak Ridge Boys - The Boys Are Back (Spring Hill/EMI)


Attivi sin dagli anni settanta e ben noti agli appassionati come una delle band che meglio avevano interpretato la commistione tra country e gospel, gli Oak Ridge Boys, hanno alle spalle una solida carriera costellata da numerosi cambi di formazione e non pochi problemi con le varie etichette discografiche. Finalmente qualche anno fa è arrivato l’accordo con la Spring Hill Records e da allora la loro carriera sembra aver trovato nuova vita, merito anche di Shooter Jennings che li ha voluti con se in The Wolf ma anche della loro caparbietà. Eccoci così di fronte a The Boys Are Back, il loro trentesimo disco che mette in fila dieci brani che spaziano dai classici del country al brani come Seven Nation Army dei White Stripes. E’ proprio intorno a questa versione country di Seven Nation Army, che è nato tutto il disco, che ha tutta l’aria di essere una sorta di compendio della musica americana. Si parte dalla programmatica The Boys Are Back scritta da Shooter Jennings, per passare a Hold You In My Arms di Ethan Johns e Ray LaMontagne, fino a toccare il cantautorato country di Beautiful Bluebird di Neil Young, composta dal canadese per Old Ways ma pubblicata solo di recente in Chrome Dreams II, il country blues di Boom Boom di John Lee Hooker e alcuni classici del country come You Ain't Gonna Blow My House Down e il traditional God's Gonna Ease My Troublin' Mind. Al di là della bella intuizione di Seven Nation Army a The Boys Are Back manca quel guizzo in più che arriva a sorprendere, è dunque un disco che ha tutta l’aria di essere un’occasione persa. Resta la leggenda, a cui va tutto il nostro rispetto, ma siamo certi che una maggior dose di coraggio non avrebbe guastato.

Salvatore Esposito
Nuova Vecchia