Malanova - Non Iabbu e non Maravigghia (Radici Music)

CONSIGLIATO BLOGFOOLK

I Malanova nascono nel 2001 con l’obbiettivo di realizzare brani originali partendo da un attento e meticoloso lavoro di ricerca sul campo attraverso le tradizioni popolari della Sicilia, con lo scopo di mantenere vivo l’interesse per il dialetto della Valle Del Mela nelle nuove generazioni. Parallelamente a questo lavoro di ricerca sul dialetto, il gruppo ha inteso recuperare anche l’uso di strumenti tipici della tradizione siciliana a cui ha unito un attento studio anche sulle voci partendo proprio dalle tante field recordings collezionate nel corso degli anni. Non Iabbu e non Maravigghia, è il loro terzo disco, il primo pubblicato dal Radici Music e segue Cazzulatùmmula del 2002 e il live Chinnicchinnàcchi del 2003. Rispetto al passato il loro raggio di azione sembra essersi ampliato tanto è vero che i brani di questo nuovo disco sembrano avere un respiro più ampio, maggiore potenza espressiva e soprattutto un attitudine ai ritmi da ballo, il che ha impresso ad ogni singolo brano una forza vulcanica, quasi la loro musica fosse il magma dell’Etna, vulcano che domina e sorveglia la loro terra. Il Gruppo composto da Saba (voce e tamburello), Peppe Burrascano( djembè, tamburi, darbuka, caccamèlla, percussioni, voce), Giovanni Ragno (flauti etnici,friscalètti siciliani, ciaramèlla, clarinetto), Nunziatina Mannino (flauto traverso, flauto dolce), Stefano “Bonny” Bonanno (bassi acustici), Gabriella “Kenya” Fugazzotto (violino), Nino Cannistrà (fisarmonica), Davide Campagna (tamburi a cornice, percussioni), Pietro Mendolia (chitarre acustiche, bouzouky, laùd, chitarra battente, voce) è stato affiancato per le registrazioni di questo nuovo album da una lunga fila di ospiti tra cui spiccano Ciccio Carrozza (pianoforte), Giank Bartuccio (flauthòn) e Marco Terranova (chitarre, contrabbasso). L’ascolto svela tredici brani di fattura eccellente, nella quale i Malanova tentano riuscendoci di fare la stessa operazione che molti molti anni fa fece la Nuova Compagnia di Canto Popolare con la musica partenopea. Certo manca una mente come Roberto De Simone in regia, ma la buona volontà e il talento di questo gruppo fa in modo da compensare il tutto. Brillano così brani come l’iniziale e travolgente A Vulpi e U Mulu, la saltellante A Cu Vidu Vidu, l’evocativa A Funtana, fino a toccare il vertice del disco la splendida Mi Chiami Bedda, un brano in crescendo dove si mescolano le suggestioni della tradizione secolare e qualche bella intuizione più moderna. Insomma i Malanova hanno intrapreso un percorso artistico che non mancherà di regalarci nel prossimo futuro sorprese degne di nota. Attendiamo i prossimi sviluppi.

Salvatore Esposito

Posta un commento

Nuova Vecchia