“Non voglio essere una leggends, voglio solo essere un uomo”, canta Shooter Jennings nel rifacimento di Living Proof di Hank Williams Jr., uno degli inediti di Bad Magick, disco che raccoglie il meglio della sua produzione e la ripercorre attraverso una selezione di tredici brani a cui si aggiungono due inediti. Negl’ultimi anni abbiamo imparato a conoscerlo e sappiamo bene che nelle sue vene oltre a scorrere il sangue dei suoi celebri genitori Waylong Jennings e Jesse Colter, scorrono anche dosi di punk e southern rock, ma soprattutto sappiamo che Shooter Jennings è ben distante dallo stereotipo del figlio d’arte, diventato famoso sulla scia del papà più famoso. Lui ha sempre tirato dritto per la sua strada, giovanissimo è caduto nella trappola della droga e ne è uscito da solo, si è ricostruito una carriera artistica, fino a debuttare nel 2005 con il sorprendente Put the "O" Back in Country. Bad Magick ricostruisce questo percorso facendo trasparire tutti lati della personalità artistica di Shooter a partire dalle storie di sesso (Manifesto No.1), a quelle di droga (Busted In Baylor Country) passando attraverso le storie americane (4th Of July), le cover (splendida la Walk Of Life dei Dire Straits), il souther rock (Souther Comfort) e i duetti d’eccezione con gli Oak Ridge Boys su Slow Train e Dough Kershaw su This Ol Wheel. Manca la bella rilettura di Are You Ready For The Country di Neil Young che era sul disco di debutto e poco altro, ma i due ottimi inediti, la già citata Living Proof e la splendida Lonesome Blues ripresa dalle AOL Sessions, compensano a pieno queste mancanze. Bad Magick è l’occasione giusta per conoscere il talento di questo figlio d’arte che non vuole essere una leggenda.
Salvatore Esposito
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