Claudia Bombardella è un talento naturale e questo lo aveva ampiamente già dimostrato con il live Paesaggi Lontani, tuttavia questo suo nuovo album Un Mondo Fra Le Mani ha tutta l’aria di essere il suo disco della piena maturità artistica. La bravissima polistrumentista (suona infatti clarinetto, fisarmonica e sax baritono) si è fatta affiancare per l’occasione da una band di ottimi musicisti tra cui spicca l’eccellente Silvio Trotta (mandolino, bouzouki, chitarra battente, tamburello) già con Musicanti del Piccolo Borgo e Trio Tresca, ed inoltre Gloria Merani (violino e voce), Filippo Burchietti (violoncello e voce), Massimo Pinca (contrabbasso e voce). Insomma tutti questi ingredienti contribuiscono a fare di Un Mondo Fra Le Mani, un disco prezioso nel quale si rincorrono poesia e suggestioni folk. Rispetto al passato Claudia Bombardella sembra più attenta ai particolari a livello di produzione e come lei stessa scrive nelle note di copertina questo lavoro “è uno sguardo meravigliato sul mondo evocativo dei suoni, in cui si intrecciano momenti riflessivi, ricordi di antiche tradizioni, il tutto speziato di ironia”. Così attraverso atmosfere sonore apparentemente lontane tra loro, si compie un vero e proprio viaggio in un atmosfera senza tempo, quasi stessimo cavalcando le ali di un sogno in cui suggestioni, ricordi e misteri si ricorrono e si confondono. I diciassette brani di Un Mondo Fra Le Mani, rappresentano una sorta di caleidoscopio sonoro nel quale si confondono e si mescolano le tradizioni più disparate, si va dall’oriente di Bardesum, splendido canto tradizionale armeno a Silentium, nata su un testo de poeta russo Tiutjev fino a toccare la il nord Europa con Heimo kva, un canto tradizionale norvegese musicato dalla Bombardella. Ciò che però sorprende è la capacità di creare magicamente qualcosa di nuovo partendo dalla tradizione italiana come accade in brani come l’iniziale Tarantorta o la conclusiva Il Naso/Tarantulla. Nelle pieghe del disco stanno i brani più densi di poesia come nella splendida Il Canto delle Braci o l’evocativa Luna Nera/Antico Richiamo, un brano dai toni quasi mistici e dal testo che sembra venire da una tradizione rurale senza tempo. Difficile scegliere quale brano sia migliore dell’altro, resta un disco splendido frutto di un lavoro di ricerca rigoroso ed unico nel suo genere che speriamo valga alla Bombardella tutti i giusti riconoscimenti che ha dimostrato di meritare nel corso della sua carriera.
Salvatore Esposito