Da sempre la Toscana, con il suo Chiantishire, è statata considerata una sorta di enclave inglese in terra italiana. Un legame che ha radici storiche ben radicate, ma che dal punto di vista musicale sembra essere diventato quasi inscindibile. Si veda il disco di Ernesto De Pascale e Ashley Hutchings, si vedano i tanti progetti musicali nati sull’asse Firenze-Londra. Recentissima è anche la proposta musicale dell’inglese Adrian Blanchard e dell’italiano Fabrizio Ricciardelli, che unite le forze, hanno realizzato Londonbound, disco composto da dodici brani, a cui partecipa anche l’ottimo Fabrizio Consoli, che scavano in un filone musicale che spazia dal beat inglese degl’anni sessanta al miglior cantautorato di matrice americana. Se volessimo cercare un riferimento ci sarebbe da dire che Blanchard & Ricciardelli sono riusciti a mescolare lo stile compositivo di Paul McCartney con l’eleganza e la ricerca sonora di Brian Wilson. Attenzione però dei dieci brani nemmeno uno sa di già sentito, e questo è un dato importante, perché Blanchard e Ricciardelli, hanno sintetizzato due culture diverse di far musica non volgendo lo sguardo al passato ma guardando al futuro. E’ per questo che splendidi sono brani come la divagazione psichedelica di Take Care When You Land o la sontuosa Now On Earth con il suo intreccio di piano ed archi per capire che la scommessa può dirsi assolutamente vinta. Ma c’è di più, perché quando meno te lo aspetti arriva la spiazzante Shadows Creeping che con il suo ritmo trascinante ci svela anche il lato più leggero di questo disco. Certo più indicativa come brano cardine del disco è la ballata Love To Believe, che lascia intravedere grandi cose per il futuro, nel caso il sodalizio dovesse proseguire oltre questo disco. Insomma Blanchard e Ricciardelli hanno fatto un gran bel disco che siamo certi, nonostante la distribuzione poco capillare, troverà grandi consensi.
Salvatore Esposito
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