Aga Khan Master Musicians – Nowruz (Smithsonian Folkways Recordings, 2023)

Per celebrare la primavera, oggi presentiamo il disco di debutto di Aga Khan Master Musicians intitolato “Nowruz”, un tributo al capodanno persiano che celebra l’equinozio primaverile sin dai tempi della Persia zoroastriana. Il gruppo raccoglie maestri di diverse tradizioni musicali della via della seta, l'antica rotta terrestre che collegava l'Europa alla Cina favorendo scambi mercantili e culturali. Il progetto nasce sotto il patrocinio dell’associazione Aga Khan e del loro programma musicale, che promuove le interpretazioni moderne del patrimonio musicale Musulmano. La formazione include quindi strumenti come la pipa cinese, il qanun turco-arabo, Il dutar e il tanbur tagiko, l’antica viola d’amore europea, il duclar (un nuovo strumento che aggiunge il bocchino del clarinetto al duduk armeno) e la doira uzbeka, oltre ad altri strumenti a percussione, per l’accompagnamento ritmico. Il disco presenta pezzi capitanati e composti da diversi membri del gruppo, proponendo un'alternanza di brani ispirati a diverse tradizioni musicali e ripensati per un ensemble inusuale. Wu Man, maestra della pipa cinese, è protagonista in “Teahouse” e “Autumn Flowers and Leaves” dove spiccano modi e strutture tipici delle musiche tradizionali e classiche della Cina. Il primo è un brano allegro e dal passo scandito che beneficia dell’accompagnamento del riq, il secondo, invece, un solo. Sirojiddin Juraev è invece al centro dell’attenzione in “Mehan”, dove suona il dutar accompagnato da scacciapensieri e percussioni, e “Mashq-i dutar”, altro brano di gruppo dove è affiancato dall’ensemble intero. Se il primo è più prettamente virtuosistico, per quanto riguarda il dutar tagiko, nel secondo svolge un ruolo d’accompagnamento, lasciando agli altri strumenti il compito di esporre la melodia eterofonica. “Madad” sfoggia invece l’incredibile sonorità del duclar del siriano Basel Rajoub, in un solo introspettivo ed ammaliante. I brani rimanenti mescolano invece influenze e solisti di tradizioni che sia storicamente che esteticamente hanno più da condividere. “Samai” è un brano che utilizza la forma ritmica omonima della musica ottomana basata su un ciclo ritmico in dieci ottavi. Il qanun di Feras Charestan e la viola d’amore di Jasser Haj Youssef, strumenti con forti sinergie, propongono la melodia dividendosi espressivamente momenti solistici improvvisati ed altri eterofonici e pre-composti. “Ili” è invece di sapore più mediterraneo, con risonanze turche, greche e cipriote. L’atmosfera contemplativa dell’intro, dove il drone basso della viola supporta un’improvvisazione sul tanbur tagiko, precede la melodia presentata dal qanun e dal duclar. “Jul Dance” è invece un brano in sette dove le percussioni hanno un ruolo centrale nel supportare gli altri strumenti, e il qanun in particolare. Qui spiccano sia Abbos Kosimov, percussionista dell’ensemble, e l’ospite Levent Yıldırım alla doholla, la darbouka bassa. “Nowruz” è un album eccellente costruito sull’incredibile esperienza dei musicisti che raccoglie, tutti maestri, virtuosi, e innovatori nelle rispettive tradizioni. Per la sua natura multiforme, il disco può essere apprezzato sia da amatori e cultori di musiche tradizionali asiatiche sia da nuovi ascoltatori che cercano un'introduzione a questi linguaggi musicali, spesso troppo densi nella loro forma tradizionale per chi vi si affaccia da lontano. Anche se non mancano momenti più introspettivi ed emotivamente carichi, la natura allegra di buona parte del disco riflette perfettamente l'atmosfera di rinascita e felicità delle celebrazioni del festival del Nowruz. Il disco, infine, traduce in musica uno dei valori centrali della missione di Aga Khan, quello di creare conversazioni sostenibili e scambi culturali che superano i confini delle nazioni. agakhanmastermusicians.bandcamp.com/album/nowruz  


Edoardo Marcarini

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