Festival Internazionale della Zampogna di Scapoli dal 29 al 31 Luglio

Il prossimo 29 luglio prenderà il via il Festival Internazionale della Zampogna di Scapoli, storica rassegna nata nel 1975 come mostra mercato per la valorizzazione dell’artigianato locale dei costruttori di zampogne, e successivamente diventato uno degli eventi più importanti in Italia dedicati alla musica popolare ed alla world music, grazie al suo ruolo determinante nella riscoperta, nella tutela e nella valorizzazione degli aerofoni. Riattualizzazione, sperimentazione e costante confronto con l’innovazione e la creatività contemporanea hanno rappresentato, negli anni, la guida costante di questo festival che quest’anno si presenta in un’edizione rinnovata con importanti novità come i laboratori di danza popolare ed il Dopofestival, ad arricchire la proposta culturale della tre giorni molisana. Abbiamo intervistato il coordinatore artistico Giuliano Gabriele per farci illustrare il programma di quest’anno ed approfondire le prospettive future.

Sei al tuo primo anno di direzione artistica del Festival Internazionale della Zampogna di Scapoli. Come nasce questa tua collaborazione con questa storica rassegna?
E’ avvenuto tutto in modo naturale, perché artisticamente sono nato nelle vie di Scapoli. Proprio lì ho iniziato a suonare musica popolare e pian piano è nata una frequentazione costante, a cui è seguito un divenire di scambi, consigli, fino a che l’amministrazione comunale mi ha chiesto un aiuto più concreto chiamandomi come coordinatore artistico. 
Al mio fianco c’è il mio amico e musicista Eduardo Vessella, molisano doc che vive a pochi chilometri da Scapoli, a differenza mia che sono della provincia di Frosinone. Insieme stiamo lavorando a questa nuova edizione del festival che, negli ultimi anni, è stato in tono minore, un po’ in sordina per evitare che scomparisse a causa della mancanza di fondi dell’Amministrazione Comunale. Questa è la sorte che è toccata a tante rassegne in Italia che oggi soffrono a causa di un sostegno economico solido. 

Come ti sei relazionato con il Circolo della Zampogna, storico organizzatore del Festival?
In modo molto tranquillo. Abbiamo fatto alcune riunioni con il Circolo della Zampogna, che è lo storico organizzatore del Festival, per cercare di mediare tra loro ed il comune, e fare un po’ da ago della bilancia. Per come è andata quest’anno, devo dire che c’è stato un piccolo passo avanti, un piccolo contatto con scambio reciproco di informazioni. Penso che questa sia la strada giusta su cui continuare a lavorare perché il Festival non è di nessuno, ma è della gente, del territorio e dei musicisti. Noi abbiamo cercato di smuovere un po’ la situazione e siamo apertissimi ancora a tutte le collaborazioni, a tutti i consigli, specialmente di coloro che lo hanno organizzato per diversi anni. 
Penso che tutto questo si sta cominciando a capire e a diffondere. Di tutto questo sono molto contento, anche se so che non sarà facile e che non avverrà in pochi mesi. La volontà c’è.

Quali sono i finanziamenti di cui gode il festival?
Il festival è finanziato dal Comune di Scapoli con il sostegno dell’Assessorato alla Cultura della Regione Molise e la collaborazione della Proloco, tuttavia abbiamo voluto lanciare anche una campagna di crowdfunding su Musicraiser per dare un primo segnale che qualcosa stava cambiando, ed in questo senso ci è servito anche come strumento pubblicitario. Per quanti volessero contribuire la raccolta fondi non è ancora terminata.

Ci puoi illustrare il programma di questa tre giorni dedicata alla zampogna?
Il Festival della Zampogna nasce quarant’anni fa come una mostra mercato di zampogne ed ance, e questo è ancora oggi l’elemento più importante. Non a caso abbiamo scelto di dare il via alla rassegna, venerdì 29 luglio con la presentazione della mostra mercato a cui seguirà l’apertura delle cantine dei maestri artigiani dove nascono le zampogne di Scapoli. Avremo poi la proiezione del docu-film “Moulin – Il poeta del Pastello” dedicato al pittore Charles Moulin, realizzato dal molisano Pierluigi Giorgio che è noto per essere la voce di Geo&Geo ed altri programmi TV. Si terrà poi lo stage di danze tradizionali, una delle novità di quest’anno del Festival visto che in passato non si erano mai tenuti. Poi alle ore 20,00 ci sarà l’esibizione della  scuola di danza “Scarpette Rosse” di Campobasso che è una delle più rappresentative del Molise. Il programma serale prevede l’apertura con gli Zampognari delle Mainarde, a seguire si esibirà il giovanissimo gruppo laziale Trillanti, una formazione molto interessante nel loro modo di rileggere la tradizione, e che da poco ha pubblicato il suo album di debutto. In conclusione avremo il concerto della Compagnia Daltrocanto che arrivano dalla provincia di Salerno. 
Il sabato avremo altri stages di danza e poi nel pomeriggio, avremo la cerimonia di riconoscimento ai Maestri Artigiani e Suonatori ”L’Impronta dello Zampognaro”. Si tratta di un'altra delle novità di quest’anno, infatti, stiamo raccogliendo l’impronta della mano di alcuni tra gli zampognari più rappresentativi del territorio che verranno raccolte ed inserite nel museo internazionale della zampogna di Scapoli. Nel pomeriggio ci sarà lo spettacolo di teatro-canzone con I Voria di Walter Santoro “MoLLisani “Lassa Stà ‘u munne cumme ze trove!”, e alle 18,00 si terrà il concerto di Piero Ricci, uno dei più importanti zampognari italiani con il suo nuovo progetto Nuovamusa. La serata sarà, poi, ricchissima con il concerto “La Lunga Notte del’Otre” con i molisani Patrios, i laziali Amasud e i lucani Amarimai e il progetto speciale del Giuliano Gabriele Ensemble con Gabriele Russo e Goffredo Degli Esposti dei Micrologus. Si tratterà di qualcosa di molto particolare perché daremo vita ad un esperimento particolare con l’incontro tra la musica popolare e quella medioevale, con gli strumenti di Gabriele e Goffredo ad impreziosire il tutto. Replicheremo l’11 agosto anche a Paleariza Festival in Calabria. L’ultimo giorno, nel primo pomeriggio proseguiranno gli stage di danze tradizionali, ed alle 17,00 ci sarà la consegna dei premi con il riconoscimento “La Zampogna è Donna”, già presente nelle precedenti edizioni, che verrà assegnato ad Irene Di Marco, una giovane zampognara della provincia di Pescara. 
Avremo ancora le presentazioni della “Zampogna Cromatica” del Maestro Artigiano Fabio Ricci e “Missa cum Utriculo”, pubblicazione di brani liturgici per Zampogna e ciaramella a cura di Antonino e Gioele Scaringi. Proseguiremo ancora con la cerimonia di riconoscimento ai Maestri Artigiani e Suonatori ”L’Impronta dello Zampognaro” ed in fine ci saranno le donazioni al museo della zampogna di Amatrice in ricordo di Nello Sciarra (Lazio), della ciaramella di Carmine Dante Zenone da Buccino (Campania) e della zampogna di Domenico Michele Cestari da Montesano sulla Marcellina (Campania), con quest’ultimo che eseguirà anche alcuni brani. A completare il pomeriggio ci sarà l’esibizione dei Suonatori protagonisti de “L’Impronta dello Zampognaro” e il concerto di Symphoniae Ensemble, gruppo guidato Cristian Di Fiore, un vero talento della zampogna di Scapoli. Concluderemo la sera con il doppio concerto del polistrumentista croato Stjepan Vckovic, che suonerà i suoi strumenti a fiato in trio con una cantante e un’altra strumentista, e degli Unavantaluna, altro gruppo italiano in cui spicca la zampogna suonata da uno zampognaro doc come Pietro Cernuto. 

Tutte le serate saranno concluse con un dopofestival. In cosa consisterà?
E’ un’altra delle tante novità dell’edizione 2016. Semplicemente abbiamo rubato un po’ l’idea ai vari festival del Sud Italia come Kaulonia, che tiene il proprio dopofestival sullo sperone dietro la piazza del paese e dove si vede il mare, e lì continua la festa. Noi faremo lo stesso e ci ritroveremo in una piazzetta che si trova nella parte alta di Scapoli dove suoneremo e balleremo con il pubblico fino a tarda notte. 

Quali sono gli obiettivi dell’edizione 2016 e le prospettive future?
L’obiettivo è essenzialmente quello di riportare il Festival ai livelli di qualche anno fa, quando funzionava come le rassegne che si tengono in Francia ed in Germania, purtroppo tutto questo è abbastanza difficile da riprodurre in Italia e soprattutto al Sud. 
Vogliamo che torni ad essere un occasione di incontro e scambio per artigiani e musicisti, ma anche un momento di riflessione e studio sugli strumenti acustici ed in particolare sulla zampogna. Ci piacerebbe ricreare l’atmosfera di una volta, e per farlo intendiamo non solo seguire il modello consolidato negli anni, ma anche seguire strade nuove, ispirandoci ai festival europei. L’entusiasmo non manca, e se arriveranno altri fondi sarà ancora più semplice.

Salvatore Esposito

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