Eliza Carthy’s Generations. Intervista con Mauro Durante

Sabato 4 giugno nella splendida cornice del Sage Gateshead di Newcastle è andata in scena l’anteprima del progetto “Generations”, nato da un’idea di Eliza Carthy, violinista e cantante figlia del più celebre Martin, volto a mettere a confronto sei musicisti folk di seconda generazione provenienti da tutta Europa che, come lei, hanno raccolto il testimone della musica tradizionale dai propri genitori, facendo emergere il modo in cui hanno proseguito il cammino tracciato, la loro capacità di spaziare in altri genere e soprattutto il modo in cui è visto il loro lavoro di ricerca nei rispettivi paesi di origine. Aperto dal set di Morag Brown & Lewis Powell-Reid, il concerto ha visto Eliza Carthy affiancata sul palco dalla The Wayward Band che ha svolto le funzione di house band, a cui si sono aggiunti man mano la violinista ceca Iva Bittová, il trio di voci femminili finlandese Värttinä ovvero Mari Kaasinen, Susan Aho e Karoliina Kantelinen, la cantante e suonatrice di liuto greca Martha Mavroidi e Mauro Durante in rappresentanza dell’Italia. Abbiamo raggiunto al telefono il violinista e percussionista salentino per farci raccontare questa nuova ed importante esperienza per il suo percorso artistico, da tempo ormai proiettato in una dimensione internazionale. 
“Quando Eliza mi ha chiamato per coinvolgermi in questo progetto è stata una vera sorpresa. Personalmente non la conoscevo, ma lei aveva avuto modo di vederci diverse volte, al Womad, in Inghilterra e anche in Repubblica Ceca. La sua idea è quella di creare un disco, un documentario ed uno spettacolo legato al confronto e al dialogo tra musicisti che in qualche modo sono eredi di forti tradizioni siano esse legate all’identità territoriale o semplicemente familiare. Oltre a me sono coinvolti nel progetto Iva Bittová, violinista e cantante ceca, le straordinarie Värttinä, la greca Martha Mavroidi, e poi due sorelle dall’Austria e una cantante scozzese, che però non erano presenti a Newcastle. Ci siamo ritrovati tutti un paio di giorni prima del concerto per le prove, e devo dire che è stato tutto molto semplice, perché quando si suona e si sta insieme ogni differenza linguistica o di tradizione viene assottigliata dalla volontà di fare musica. Questa sembra una frase fatta ma non lo è affatto”. Venendo più direttamente al concerto Mauro Durante ci racconta: “Il Sage Gateshead di Newcastle dove abbiamo suonato è uno dei posti più belli dove si possa fare un concerto, per altro lo conoscevo molto bene avendoci suonato un paio di volte con Ludovico Einaudi. E’ uno spazio che vive tutto il giorno perché oltre alle attività concertistiche ospita corsi ed eventi che coinvolgono la cittadinanza. E’ un posto che in Italia ci sognamo. La parte iniziale dello spettacolo era dedicata alla presentazione dei singoli ospiti, dove ognuno di noi si esibiva da solo. Io ho eseguito per prima un assolo di tamburo a cornice e successivamente ho proposto “Aremu” in duetto con Martha Mavroidi in cui lei suonava il liuto e cantava. Sono stato poi ospite in un brano delle Värttinä in cui ho suonato il tamburo. E’ stato tutto molto bello perché al di là dei singoli momenti con Eliza e con la sua band c’è stata la possibilità di collaborare anche con gli altri ospiti. 
Ho avuto modo di suonare anche alcuni brani con Eliza. In particolare abbiamo fatto una sorta di rielaborazione di una pizzica a due volini, e una danza tradizionale di cui hanno trovato un manoscritto e che ancora non è stata ripresa da alcun musicista. Si tratta di un 9/4 molto particolare dal punto di vista musicale nel quale io ho suonato il tamburo. Alla fine abbiamo proposto un brano conclusivo in cui ognuno ha aggiunto qualcosa di proprio all’interno di un giro prestabilito che partiva da un canto tradizionale ceco in cui si sono inserite poi sia Marta Mavroidi sia le Värttinä, mentre io ho suonato il tamburo a cornice. Al di là degli ospiti è stato bello vedere come la band fosse entusiasta di poter dialogare con tradizioni differenti, e credo sia stata proprio quest’ultima quella che si è sforzata di più nell’apprendere gli stili e le caratteristiche di ognuno di noi. Ciliegina sulla torta sono stati i tanti momenti di divertimento trascorsi insieme”. Questa esperienza di incontro e di confronto ha rappresentato un importante arricchimento dal punto di vista umano ed artistico: “Confrontarci con dei musicisti che hanno fatto un percorso parallelo al mio, anche se in modo differente, vedere l’impegno e la passione che ci mettono per rendere sempre più importante per il presente una musica che ha una forte connotazione identitaria, è certamente un occasione preziosa di crescita. 
Ancor di più lo è trovarsi insieme a parlare, a suonare e a ribadire questo amore per la tradizione. Questo mi ha dato nuovi stimoli ed entusiasmo”. Il progetto “Generations” si evolverà in un documentario ed un disco in studio che cristallizzeranno questo sorprendente confronto creativo tra musicisti europei di seconda generazione: “Il concerto del 4 giugno è stato solamente un anteprima, nel 2017 prenderanno il via le varie registrazioni con Eliza che si recherà in sei paesi Finlandia, Grecia, Repubblica Ceca, Isole Orcadi, Austria e Italia e in parallelo verrà realizzato anche un documentario. Era in programma che venisse in Salento già a marzo ma poi c’è stato un rinvio, certamente il disco uscirà nella seconda metà del prossimo anno, ed ovviamente ci saranno altri concerti”. “Generations” si preannuncia come uno dei progetti musicali più interessati del prossimo anno e siamo certi che le sorprese non mancheranno. 


Salvatore Esposito

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