Artisti Vari – Every Songs Has Its End: Dispatches From Traditional Mali (Glitterbeat Records, 2016)

Produttore e ricercatore musicale Paul Chandler è un profondo conoscitore del panorama sonoro Subsahariano, avendo dedicato gran parte della sua carriera allo studio, alla promozione ed alla diffusione della tradizione musicale maliana. In particolare, nel corso degli anni, ha raccolto moltissime registrazioni sul campo che documentano la fase di grandi trasformazioni e mutamenti che sta vivendo il Mali, attraversato dalla guerra civile, ma anche caratterizzato dall’abbandono progressivo delle aree rurali e l’emigrazione verso i centri urbani. Tutto ciò ha inevitabilmente segnato anche la forte tradizione musicale maliana, tanto nelle contaminazioni con i suoni moderni, quanto con il pericolo di scomparire nell’oblio. Negli ultimi anni fondamentale nella valorizzazione del patrimonio tradizionale del Mali è stata anche l’attività discografica portata avanti da Chris Eckman con la sua Glitterbeat Records volto a valorizzare le più importanti realtà musicali maliane, ma senza perdere di vista il legame con le radici tradizionali. In questo senso si inserisce la pregevole antologia “Every Song Has Its End: Sonic Dispatches from Traditional Mali” che raccoglie dodici brani selezionati da Paul Chandler dal suo archivio di field recordings, offrendoci un affresco sonoro di rara bellezza ed intensità. Ascoltare queste registrazioni ci permette non solo di cogliere il loro superbo valore musicale, ma anche di scoprire la grande quantità di sfumature e generi musicali che caratterizzano la musica maliana, a seconda dell’area o del gruppo etnico di provenienza. Protagonisti di queste field recordings sono, dunque, musicisti locali, noti nel ristretto ambito delle comunità rurali, che ci consentono di scoprire vere perle come l’iniziale “Le Souvenir” del Group Ekanzam, o di quel gioiello che è “Nianju Wardé” in cui spicca l’uso del sokou e la partecipazione di Afel Bocoum, già membro della band di Ali Farka Touré. Ascoltiamo ancora il fascino di “Houmeïssa” dei Super Onze, il blues desertico “Taka Kadi” di Boukader Coulibaly nella quale brilla il cordofono danh, le sonorità magiche e senza tempo di “Apolo” del Mianka Cultural Troupe, i ritmi dilatati che rimandano al dub di “Kabako” dei contadini Bambara e la conclusiva “Woyjka”, un canto di guerra nel quale si staglia il bolon suonato da Ibrahim Traoré. Progetto di grande spessore etnomusicologico, “Every Song Har Its End” è la dimostrazione di come il patrimonio culturale del Mali si possa proiettare verso il futuro scampando dall’oblio, e raggiungendo il vasto pubblico della scena mondiale. A fare da compendio al Cd c’è anche un interessantissimo DVD, la cui visione ci sentiamo di consigliare vivamente ai nostri lettori. 


Salvatore Esposito

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