XIX Ariano Folk Festival, Ariano Irpino (AV), 14-18 Agosto

Il folk richiamato nel titolo della manifestazione non è tanto, o solo, riferito alle musiche che trovano casa nella cittadina irpina da ben diciannove stagioni, ma piuttosto rimanda al pubblico a cui il festival si rivolge e che, ogni anno, interviene numeroso. Il prezzo di € 7 a serata per il biglietto di ingresso è davvero popolare. Inoltre, c’è la possibilità di abbonamenti per tutta la rassegna, con T-shirt ufficiale inclusa. Si riconoscono presenze inter-generazionali e famiglie intere nell’area del Folkstage, il palco principale dove sono accolti gli headliner chiamati dagli organizzatori (in primis l’associazione Red Sox). Sono astanti che intervengono per ascoltare musica, gustare prelibatezze locali, bere birra o Aglianico, fare acquisti sulle bancarelle, e magari sostenere con un’offerta la martoriata Gaza, per la quale è stata attivata una raccolta fondi. Ma è chiaro che, quando si tratta di rispondere con lo slancio del ballo alle note acustiche, elettriche e digitali che si susseguono, allora in prima fila si fanno avanti i tantissimi giovani, locali e ospiti (come ogni anno allestito un campeggio nel boschetto Pasteni), convenuti nel preminente spazio live. Numerose le attività collaterali che fanno il festival: dagli “aperiworld” a base di “tapas irpine”, condite dal dee-jay Lord Sassafras alla Bookzone, spazio riservato all’editoria, dal laboratorio di danze popolari alla Zenzone, sezione dedicata agli esercizi antistress. La musica primeggia nei pomeriggi del Volkscamp, con una miscela di dj-set, ritmi in levare, ma anche folk autorale, come quello della Piccola Orkestra Per Prestazioni Occasionali e di Marichka Connection. 
Si proiettano film nella Cinezone, mentre ne succedono di cose nella Corazone di “piazzetta Coltrane”, dove il Bar Sanacore – collocato su una strada a terrazza sulla vallata, da cui si gode un magnifico tramonto – accoglie piccoli set, oltre a sfornare di continuo cibi e bevande. Qui, tra gli altri, abbiamo apprezzato il trio di Bobo Rondelli (tastiera, chitarra, batteria), il livornese ironico e corrosivo che espone anche una vena malinconica; Bobo si avventura con agilità nella ballata folk e rock, nei classici rock’n’roll (tra i quali “Johnny B. Goode”) ed italiani (“24.000 Baci”); non pago il suo gusto retrò lo porta a rivisitare perfino canzonette italiane del tempo che fu. Segnaliamo, nella stessa location, anche lo show-case della Microbanda Nardiello. Voltando pagina, Ariano pone riflessioni sul possibile sfruttamento e deturpamento speculativo del territorio, determinato da scelte politiche scellerate, con la proiezione del documentario “L’Oro Vero” (firmato Daniele De Stefano, Giuseppe Orlandini e Roberto De Filippis). Si tratta di testimonianze di agricoltori locali, studiosi e liberi cittadini in lotta contro il placet conferito dalle istituzioni regionali campane alle trivellazioni petrolifere in una vasta area irpina ad eccellente vocazione olearia, vinicola, più in generale, agricola. La zona rischia di subire gli stessi danni ecologici – si sostiene nel documentario – causati dall’estrazione petrolifera nella lucana val D’Agri, che poco o nulla ha beneficiato in termini economici ed occupazionali da vent’anni di pozzi.

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