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diventa parola. Sulla malinconica tonalità di Fa minore si crea una spola tra tonica e dominante come segno di speranza su cui si incastrano la voce e un meraviglioso assolo del violoncello, prima pizzicato a mo’ di chitarra e ora suonato con l’arco. Seguono gli ispiratissimi “Derviche” (Parte prima e seconda). La successiva “Ginkgo Biloba” usa un idioma musicale tra l’arabo e il francese e si snoda sull’accompagnamento pizzicato del violoncello, subito dopo duplicato in loop dando un effetto di kora nel registro basso. Successivamente si aggiunge una parte suonata con l'arco che raddoppia la melodia della voce e alla fine resta da sola eliminando l'ostinato pizzicato. Il carattere staccato di “Amelui” procura un senso di sospensione e attesa che poi viene colmata dal limpido e struggente canto rinforzata poi dal violoncello nel registro acuto. Più avanti, “Strange fruit” ha l’impronta del primo blues di cui conserva la tipica forza lamentosa e dirompente rendendo chiaro il messaggio politico. In “El abrazo”, brano ipnotico di grande suggestione, protagonista è ancora il violoncello con un giro armonico di quattro accordi a cui si sovrappongono i loop fa da base ad una acutissima e intensa melodia a cui si aggiunge l'improvvisazione del violoncello. Invece “La Nuage” comincia con un’atmosfera libera e ariosa e prosegue con echi bachiani del violoncello
suonato con l'arco. Continua un accompagnamento ritmico bicordale con effetti loop a strati che sostengono il canto inseguendo per imitazione l'accompagnamento. In “Miba”, dal carattere arabo, il violoncello è invece suonato a mo’ di loutar che si alterna al canto, prima libero e poi ciclico. “Iberian ballad” è una passacaglia dal sapore barocco, in cui la voce è raddoppiata dal violoncello e “Movement” è un brano costruito su una solare spola di due accordi del violoncello. Nello spirito della grande tradizione della canzone d'autore francese ecco il messaggio trasportato dal vento di "Le Vent Nous Portera”. Un clima decisamente arabo è ricostruito in "Alman" come restituzione di uno strumento moderno alla origine della secolare e nobile tradizionali degli strumenti ad arco orientale: eccelsa l'interpretazione vocale bel brano. Segue "La nuage”, dove l’introduzione del violoncello ci avvolge in una fitta nebbia che presto si dirada grazie all’incalzare ritmico della voce in perfetta simbiosi con il violoncello. Il parlato sul tappeto strumentale della composizione conclusiva, “Tariq”, rimanda ad un tipo di narrazione arcaico come quella di un griot con alla fine una suggestiva parte corale e il raddoppio strumentale della voce a cui si ricongiunge il declamato.
“Al Alba” è un album che sicuramente ammalia e tocca le corde dell'anima.
Francesco Stumpo