Festival Sguardi 2025, Piazza Santa Maria di Castello, Alessandria, 16-17 maggio 2025

Dopo il positivo riscontro di pubblico ottenuto lo scorso anno, il Festival Sguardi arriva alla seconda edizione proponendo tre serate ricche di musica. Il festival, ideato e organizzato dalla Fondazione Piemonte dal Vivo, dal Comune di Alessandria e dall’Associazione Associazione Culturale Trata Birata. nasce con l’intento di ricordare due importanti voci femminili di Alessandria scomparse prematuramente, Roberta Alloisio e Betti Zambruno, alle quali sono intestati due premi che vengono consegnati nel corso della manifestazione, andando alla scoperta di “visioni diverse” della musica popolare, di nuovi linguaggi e percorsi originali di ricerca. Il Premio Roberta Alloisio per la ricerca e la sperimentazione musicale viene consegnato a Laura Parodi. Accompagnata dal Trio della Vittoria (Fabio Rinaudo cornamuse e flauti, Nicolò Mandirola fisarmonica e Stefano Buscaglia piffero), ha proposto uno spettacolo incentrato su alcuni classici della canzone popolare ligure e temi della tradizione delle quattro provincie, lasciando
molto spazio a brani strumentali quali monferrine e alessandrine. Da Lanterna de Zena, proposta in una versione eseguita per Papa Francesco con in chiusura un canto siriano, a una bellissima “Ma se ghe penso” eseguita per voce fisarmonica, per chiudere con un canto tradizionale dedicato ai pescatori, Laura Parodi si è confermata come una delle voci più importanti della riscoperta dalla canzone tradizionale ligure. Sono stati invece per molti una vera sorpresa i giovani Balarù, che ricevono il Premio Betti Zambruno per i nuovi linguaggi nella musica della tradizione popolare. Con un repertorio incentrato esclusivamente musiche e danze popolari piemontesi, il quartetto composto da Francesco Cecco Cavallero (ghironda e voce), Andrea Lopomo (bouzouki e banjo), Ilario Olivetti (clarinetto, cornamuse e flauto), e Paolo Lombardo (organetto diatonico), ha dimostrato profonda conoscenza della materia e notevoli doti tecniche, passando dalle danze tradizionali (brando, courenta e bourrèe) a canti tradizionali riproposti con originalità, e qualche
anticipazione dal nuovo disco in uscita il 27 luglio. Con l’intento di mantenere vive le voci dei cantori che non ci sono più, riproponendo canzoni popolari rispettosi della tradizione ma con uno sguardo originali e consapevole dei tempi presenti. Sono convincenti le loro riproposizioni di “Gentil Galando”, “Tre sorelline” e “Vilain d'anglais”, splendida quella di “Chanson d'un Buveur”. In chiusura, ricordano anche l’importante figura di Maurizio Martinotti, riprendendo “La Monighëtta”, che proprio dalla voce del ricercatore e musicista casalese avevano imparato. Davvero bravi. Ai Tre Martelli, nome storico del folk italiano tra le cui fila ha militato per molti anni la cantante Betti Zambruno, spetta il compito di aprire la seconda serata e riscaldare il pubblico. Il loro spettacolo, rodato da centinaia di concerti, è una rassegna di quanto di meglio la musica popolare del Piemonte ha prodotto, dove alle danze tradizionali (brando, polka, valzer) si alternano canzoni frutto di ricerche nei paesi e vallate del Piemonte: da “Oh mama maridemi” (“Fior di
tomba”) a “Carlin pasà da là”, da “E Cavour” a “Galantone”, per chiudere con un valzer originale composto dal fisarmonicista Enzo Conti in omaggio a Betti Zambruno, “La steila ‘n sël brich”. Si inserisce ottimamente nel programma del Festival lo spettacolo “Stazioni Lunari” di Ginevra Di Marco, questa sera in trio con Francesco Magnelli (piano e tastiere elettroniche) e Andra Salvadori (chitarra, tzouras, mandolino). Anche se il loro non è un vero e proprio lavoro di ricerca della musica tradizionale italiana come quello dei Tre Martelli, ma una riproposizione di brani classici e tradizionali, è innegabile che la cantante toscana, con le sue interpretazioni, sia riuscita a far rivivere queste canzoni e a diffonderle tra un pubblico più giovane e più attento al rock. Dall’apertura con l’intensa “Amara Terra Mia”, a “Luna Tucumana” di Mercedes Sosa e la splendida “Fel Shara” (“una canzone d’amore che appartiene a tutti i popoli del mediterraneo, e ognuno di essi ha apportato una parola o frase nella propria lingua”), la cantante toscana è riuscita subito a
conquistare il pubblico alessandrino, coadiuvata da due ottimi musicisti che hanno la giusta atmosfera a ogni canzone. Si passa così dai canti tradizionali, come la bella “L’angel Gabriel”, brano che nella versione piemontese è anche nel repertorio dei Tre Martelli, ai C.S.I. con l’intensa “Del Mondo”, da Fabrizio De André con un’interpretazione da brividi della toccante “Sidun”, dedicata al popolo libico, a una versione trascinante di Canzone arrabbiata. Con “Canto dei Sanfedisti” aumenta il coinvolgimento del pubblico, che con “La Leggera” viene definitivamente conquistato e coinvolto a cantare in coro il ritornello. In una gelida serata dalla temperatura più autunnale che primaverile, Ginevra Di Marco è riuscita a scaldare il pubblico, e infine invitato ad alzarsi dalle sedie per avvicinarsi sotto al palco e finire con una versione quasi corale della bellissima "Amandoti" dal repertorio dei CCCP. Si chiude con due bis: “Malarazza” dedicato a Margherita Hack, e, ancora dal repertorio di Mercedes Sosa, “Todo Cambia”, cantata in coro dal pubblico. 


Giorgio Zito

Foto e video di Giorgio Zito

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