Kudsi Erguner e Giannis Koutis, “Musica e spiritualità tra innodia bizantina e cerimonie sufi a Cipro”, Sala del Cenacolo, Fondazione Giorgio Cini, Isola di San Giorgio, Venezia, 28 marzo 2025

Qualche giorno dopo il concerto, Kudsi Erguner ha raccontato: “Poco prima del nostro concerto a Venezia, ho ricevuto la notizia della morte di mio fratello maggiore Hulki Erguner. Nonostante la tristezza, i ricordi e i sentimenti e ila densità dei pensieri, è stato un concerto riuscito. Auguro misericordia a mio fratello e ringrazio tutti i colleghi artisti che hanno partecipato al concerto”. Ha ragione Erguner ad essere soddisfatto della musica, delle armonie vocali e dell’incontro fra musicisti e dell’ensemble col pubblico. Insieme al cipriota Giannis Koutis hanno realizzato un’autentica magia, palpabile fin dalle prime note del concerto nella Sala del Cenacolo, completamente gremita di pubblico L’idea di questo concerto era stata raccolta dall’Istituto Interculturale di Studi Musicali Comparati della Fondazione Giorgio Cini e sostenuta dalla Fondazione Leventis di Cipro: un omaggio alle liturgie bizantine praticate da secoli nelle chiese ortodosse di Cipro e alla musica sufi delle cerimonie dei dervisci rotanti di Lefkosia. Il concerto è stato aperto dal trio formato da Kudsi Erguner, al flauto ney, insieme agli strumenti a corde di Giannis Koutis e Nikos Andrikos (lavta). Le loro linee melodiche sono state riprese senza soluzione di continuità da diversi cantori distribuiti in luoghi diversi della lunga Sala del Cenacolo. Entrando in successione hanno creato sia un coinvolgente effetto di spazializzazione del canto, sia una trama sempre più articolata, prima di
raggiungere tutti insieme il palco, venti cantori di rito ortodosso e specialisti del canto per le cerimonie sufi, divisi in due cori, bizantino e ottomano: occasione sia per dar vita ad antifonie, sia a poderose, ma sempre sensibili armonie vocali collettive. Giovanni Giuriati, direttore dell’Istituto Interculturale di Studi Musicali Comparati, li aveva introdotti sottolineando che "In un mondo attraversato da conflitti tra comunità, religioni, nazioni, questo progetto è uno straordinario atto di incontro, dialogo ed empatia, oltre che un bellissimo evento culturale, tanto più importante perché riprende una tradizione antica nella storia del Mediterraneo. Questo dispositivo melodico corale ha radici a Bisanzio e poi nella Costantinopoli ottomana, tra la corte, i centri sufi e le chiese greche, armene e le comunità ebraiche: una tradizione musicale unica, capace di assorbire e far dialogare linguaggi e patrimoni culturali diversi". A Cipro, nei monasteri cristiano-ortodossi risuona da secoli il canto bizantino composto da grandi compositori come Hieronimus il Cantore (XVI secolo). Questa tradizione conviveva con le musiche dei dervisci rotanti mevlevī che si riunivano nel loro centro edificato nel 1593, che per lungo tempo ha sviluppato uno scambio spirituale e musicale favorito dal comune nucleo modale di queste musiche. Su questa tradizione, Kudsi Erguner e Giannis Koutis hanno costruito il progetto “Musica e spiritualità tra innodia bizantina e cerimonie sufi a Cipro”. Di
fatto, i diversi brani sono stati un’occasione per ripercorrere a Cipro le orme di musicisti greci, armeni, ebrei che frequentavano i centri dei dervisci e prendevano parte alle loro cerimonie; così come i dervisci si recavano nelle chiese ortodosse per ascoltare e cantare gli inni sacri. Riguardo al repertorio scelto per l’occasione, Kudsi Erguner e Giannis Koutis hanno spiegato che: "tra gli esempi più significativi di questa interazione culturale va ricordato quello di Petros Peloponnesios (1733–1777) che fu Lampadarios, ossia uno dei due maestri del coro, del Patriarcato ortodosso di Costantinopoli, ma anche suonatore del flauto ottomano ney, meraviglioso compositore e rispettato maestro della musica del makam e nei monasteri dei dervisci a Istanbul. Lo stesso prestigio aveva Daniel Protopsaltis (1740– 1789), anche lui legato al Patriarcato ortodosso. Per contro, i celebri maestri sufi Osman Dede (1652–1729), Ismail Dede Efendi (1778–1846), e Zekai Dede (1825– 1897) furono insegnanti di molti musicisti greci. Questi incontri e scambi musicali erano diffusi in tanti territori dell’Impero Ottomano". Fra i compositori cui è stata data voce dai due cori si sono potuti ascoltare: Ioannis Koukouzelis (1280-1360), Petros Bereketis (1680-1715), a confronto con i versi composti da Rumi (sia in farsi, sia in greco) e le musiche composte da importanti maestri come Osman Dede (1652-1729), Ismail Dede Efendi (1778-1846) e Zekai Dede (1825-1897) per le cerimonie sufi.  


Alessio Surian

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