Giovanni Dell’Olivo – Venetiko Rebetiko (Alfa Music, 2024)

Cantautore veneziano di origini levantine, Giovanni Dell’Olivo è un raffinato specialista dei cordofoni e, da oltre vent’anni, si è dedicato a diversi progetti legati alle culture musicali del Mediterraneo, realizzati con il collettivo “a geometrie variabili” Lagunaria con cui ha dato alle stampe lavori pregevoli come “Lagunaria” del 2006 dedicato al Canzoniere Popolare Veneto, “Addio a Ulisse” del 2016 e il più recente “Memorie di Atlantide” del 2021. In questa scia si pone anche “Venetiko Rebetiko”, album che cristallizza lo spettacolo omonimo, un viaggio tra musica e parole seguendo le rotte delle Mude da Mar attraverso le acque del Mediterraneo dove avvenivano scambi di merci, culture, idiomi ed esperienze. Laddove musicalmente il disco si ricollega metodologicamente al debutto nel quale la musica popolare veneta era riletta con l’uso di strumenti come l’oud, il saz e il bouzuki, questo nuovo lavoro ha preso vita da un intenso lavoro di traduzione e rielaborazione di brani legati al Rebetiko, peculiare stile musicale nato tra la fine del XIX Secolo nelle zone portuali di Smirne e Pireo e diffusosi rapidamente agli inizi del XX Secolo con l’arrivo dei profughi dalla Turchia. Fu in quel periodo che si affermò come la musica dei bassifondi con testi malinconici che affrontavano temi cari ai rebetes e alle rebetisse come i problemi sociali, le lotte, la povertà, la prigione, ma anche l’amore ora in modo passionale, ora con ironia pungente. Musicalmente affonda le radici nelle scale modali e presenta una ampia varietà di stili con ritmi frenetici e trascinanti, ma anche melodie sofferte e malinconiche. Il lavoro compiuto da Giovanni Dell’Olivo è stato, dunque, quello di creare un incontro tra queste sonorità e la lingua veneta, dando vita ad una sorta di incontro in cui spazio e tempo si sovrappongono mescolando realtà e finzione. Ad accompagnare Giovanni Dell’Olivo (chitarre, bouzouki, baglamas, banjo, voice) in questo nuovo viaggio sono i “rebetes” del Collettivo di Lagunaria, Alvise Seggi (contrabbasso, violoncello, oud, percussioni), Walter Lucherini (bandoneon), Stefano Ottogalli (chitarra classica), Michele Bonivento (pianoforte e tastiere), Mauro Bonicelli (violino), Piergiorgio Caverzan (clarinetto), Max Trabucco (percussioni) e Serena Catullo (voice e baglamas). Mentre si salpa dalla laguna veneta al suono delle vilote e dei canti di lavoro, si prende il largo verso le rotte del Levante e man mano si colgono i canti dei popoli che si affacciano sulle coste e poi ecco i brani di maestri del Rebetiko come Markos Vanvakaris, Antonis Delias, Vassilis Tsitsanis, Vassilis Perpiniadis, Marika Papaghika che vivono una nuova vita con i testi tradotti in veneto, il tutto impreziosito da sei brani originali legati al tema del mare e delle città d’acqua. Ad aprire il disco è la sinuosa melodia di “So ‘nda su una barca nova”, traduzione del brano tradizionale "Se kainouria varka bika", a cui segue al brano autografo “La Gibigiana” nella quale si intrecciano riflessioni introspettive e ricordi. Dal repertorio di Markos Vamvakaris, arrivano poi, la danzante “Frangosiriani (Ragazzina di Città)” e la splendida “Ta ziliarika’ sou matia (Ballata di incorrisposto Amor)”, intercalate dalla introspettiva “Notturno solido”, firmata da Dall’Olivo. Se “I skia mou ke ego (Solo un’ombra nel buio)” di Kostas Virvos e Vassilis Tsitsanis è densa di struggimento e lirismo, la seguente “Ta nea tis Alexandra (L’Odissea di Alessandra)” di Vaggelis Perpiniadis è un altro canto sulla fine di un amore. Le autografe “Sento”, “Notturno liquido” e “Il naufragio visto dalla riva” nelle quali apprezziamo la profondità del songwriting di Dall’Olivo, ci conducono al finale con la raffinata title-track “Venetikorebetiko”, traduzione di “Soura Ke Mastoura” di Anestis Delías che chiude un album in cui la canzone d’autore si accompagna ad una raffinata ricerca sonora sul Rebetiko e le musiche del Mediterraneo. 


Salvatore Esposito

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