#CONSIGLIATOBLOGFOOLK
in trent’anni, quasi metà dei quali – tra “Haven” del 2005 e “Ancora” del 2019 – passati senza nuove incisioni.
Tutte le tracce sono composte da due a quattro pezzi, tra loro collegati secondo lo schema tipico dei medley. In tal modo ogni brano ha una doppia, tripla o quadrupla natura, ognuna delle quali con una propria atmosfera musicale, attraverso cui sono evocati luoghi, descritti elementi naturali, momenti di vita, emozioni e sensazioni. Il pezzo d’apertura, intitolato “The farther shore/Winter flower” ha dapprima il respiro ampio di una air che canta dello spazio di mare compreso tra la contea irlandese di Antrim e le coste occidentali della Scozia, e poi si fa intimo e ancor più delicato nel raccontare dell’amore universale che si manifesta attraverso lo sbocciare di un fiore invernale. Il successivo quartetto di gighe “Jig For Sham/The Dawn Wall/Johnny D’s/Timewaver” inneggia al coraggio di combattere malattie e avversità, e nell’ultimo frammento, alla creatività e al mistero che sottendono all’Arte. “Koady/The Burning Lion”, ha un inizio prog-folk che si trasforma in una danza, secondo una modalità alla Ian Anderson, e vuole essere un gesto di solidarietà con i musicisti che vivono nell’Ucraina
devastata dalla guerra. “Tie The Knot In Georgia/Ed's Big Five-O/Faqqua” da tenera e amorevole celebrazione di un matrimonio a Tblisi si trasforma in una danza che inneggia alle sfide e all’entusiasmo degli abitanti di Faqqua, villaggio nella Cisgiordania occupata. Con la conclusiva “Where There Is Light/The May Waterway/Ninety Years Young” si ritorna a una dimensione domestica, con un cantabile pieno di speranza, che lascia il posto a due gighe evocanti la spensieratezza delle lunghe giornate estive e celebranti le generazioni più anziane, di cui il gruppo ha raccolto l’eredità culturale e musicale. Controcorrente, in questa temperie di immagini e suoni digitalmente resi senza difetti, anche la copertina del disco, una foto di un arbusto di rosa bianca tutt’altro che perfetto, con alcune foglie segnate dall’azione di un parassita, e petali dai bordi piegati. E va bene così, perché la musica – e la vita – non sono mai qualcosa di perfetto, In ambedue vi sono difetti e variazioni dalla idealità, che le rendono uniche e affascinanti, e nelle quali risiede il segreto della loro evoluzione. flook.co.uk - flookquartet.bandcamp.com
Marco G. La Viola
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