Chris Eckman, Centro Culturale Visioni_47, Alessandria, 8 marzo 2025

A distanza di trentatré anni, torna ad Alessandria per presentare il suo nuovo album “The Land We Knew The Best”. Molte cose sono passate da quel suo concerto alessandrino, a partire dalla fine della band dell’epoca, The Walkabouts, e al suo trasferimento dall’americana Seattle all’europea Lubiana, nuova base della sua attività artistica. Il tour lo vede accompagnato da una formazione in trio con Ziga Golob al contrabbasso e Blaz Celarec alla batteria e clarinetto. che in alcuni casi, come successo ad Alessandria, diventa quartetto con l’ingresso di Jana Beltran alla chitarra acustica. Musicisti affiatati e versatili, in grado di accompagnare egregiamente Chris Eckman sviluppando atmosfere che passano dal rock più notturno e acustico alle ballate elettriche. La serata è dedicata per buona parte agli ultimi due dischi solisti di Eckman, “The Land We Knew The Best” del quale presenta cinque brani, e “Where the Spirit Rests” da cui ne riprende tre. Il concerto inizia in duo, con Eckman accompagnato solo dalla delicata batteria di Blaz Celarec per eseguire una bella versione di “Running Hot”. Entriamo così subito nell’atmosfera della prima parte della serata,
prevalentemente acustica e intima, che prosegue con la bellissima e delicata “Genevieve”, dove Celarec imbraccia il clarinetto e lascia la parte ritmica al contrabbasso di Ziga Golob. Canzoni affascinanti, come l'intensa “This Curving Track”, seguite con estrema attenzione e rigoroso silenzio dal numeroso pubblico che questa sera ha riempito la sala di Visioni 47. Con "Stranger" entra  la chitarra elettrica e il concerto inizia a prendere colori più rock. Il ritmo aumenta e le atmosfere si spostano su un blues rock sulfureo e ammaliante, passando dalle ballate dalle sonorità avvolgenti di “Nothing Left to Hate” e “Haunted Nights”, alle bellissime atmosfere notturne di Town Lights Fade ancora più enfatizzate da questo arrangiamento, dal rock di “Buttercup” con accenti quasi “younghiani”, che ritroviamo anche nel blues folk della splendida “Drinking in America”, per presentare la quale Eckman ricorda di averla scritta nel 2020, quando l’America sembrava avere una gamba nell’abisso, e oggi in quell’abisso si ritrova completamente immersa. Non è l’unico momento in cui il cantautore americano dialoga col pubblico: lo fa
anche quando ammette di non ricordarsi di aver già suonato ad Alessandria, ma si ricorda bene che in quegli anni suonava sovente nei festival del partito comunista e chiede se oggi esista ancora quel partito, ricevendo in risposta un imbarazzato silenzio. Il concerto si chiude con “Morning Dew”, una canzone contro la guerra già ripresa nel repertorio dei suoi Dirtmusic, brano dall’impronta rock con il ritmo che accelera e la chitarra elettrica di Eckman che riprende a fare scintille. Le note acustiche e disperanza di “Where the Spirit Rests”, unico bis eseguito, chiudono una serata perfettamente riuscita, che ha saputo soddisfare egualmente tanto il pubblico quanto l’artista, sorpreso dall’accoglienza riservatagli. 


Giorgio Zito

Foto e video di Giorgio Zito

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