
Governare la cultura significa creare le condizioni per la sua ingovernabilità. Il ruolo dei dipartimenti e delle istituzioni pubbliche, come diceva T. S. Eliot, non è quello di creare cultura, ma di fornire i mezzi che la favoriscono. La cultura è fondamentalmente prodotta al di fuori dei dipartimenti e delle istituzioni pubbliche; quest’ultime hanno la responsabilità di progettare e attuare politiche culturali; fatte da agenti multipli e diversi, individuali o collettivi, professionali o meno, permanenti o temporanei, che creano e condividono la cultura. Non spetta all'istituzione decidere cosa sia culturalmente appropriato o meno, non spetta ad essa convalidare o sanzionare ciò che le persone e le comunità fanno in campo artistico e culturale, ma garantire e moltiplicare le forme di accesso alla cultura e alla produzione culturale”. Jazmín Beirak ha anche proposto due chiari riferimenti culturali: “Un ente pubblico non dovrebbe produrre cultura, ma piuttosto, come ha detto Marilena Chaui (in “Cidadania cultural: o direito à cultura”, 2006), "creare le condizioni per la realizzazione dei progetti culturali della società’. Dobbiamo, quidi, affrontare la politica culturale pubblica dal punto di vista che Stuart Hall ha descritto come ‘dentro lo Stato e contro lo Stato’ . In un certo senso, fare politica culturale consiste nel ridistribuire risorse e potere in modo che la società nel suo complesso non perda mai la capacità di mettere in discussione il proprio potere. Dobbiamo fare politica culturale fuori dalle istituzioni per diluire le istituzioni stesse. Più sfugge al dominio istituzionale, più la cultura sarà forte”. A questo intervento di apertura ha fatto seguito una tavola rotondo che ha condivso esperienze di promozione dei diritti culturali attraverso progetti comunitari. Sono state quindi presentate Braba.plataforma, Chamadarte, e Unidigrazz, oltre all’esperienza dell'artista e mediatrice sorda Patrícia
Carmo. Nata in Brasile, BRABA è una piattaforma che sostiene, promuove e finanzia iniziative creative condotte da persone trans favorendo l’incontro fra artisti che cercano opportunità lavorative e imprese interessate alla loro ricerca artistico-culturale. CHAMADARTE è un'associazione di Beja che sviluppa dinamiche basate sull'arte a livello comunitario, promuovendo coesione sociale, valorizzando la conoscenza culturale, la conservazione dell'ambiente e l'inclusione delle popolazioni escluse. In particolare, promuove laboratori d'arte per le comunità; la creazione e la diffusione di prodotti artistici, la promozione di partenariati tra diversi attori sociali attraverso le arti, la partecipazione a programmi di scambio e formazione all'interno e all'esterno del Portogallo. Il collettivo Unidigrazz è emerso nel 2018 a Linha de Sintra dalla collaborazione fra Tristany, Onun Trigueiros, Diogo “Gazella” Carvalho, Sepher AWK e Rappepa BeDju Tempu. Si tratta di artisti multidisciplinari di Mem Martins - fotografi, illustratori, registi, graffitari – che hanno dato vita a un collettivo culturale urbano che promuove le pratiche artistiche emergenti del comune di Sintra, consentendo la creazione di un movimento che favorisce il cambiamento sociale: nella formazione culturale e sociale, nella promozione di eventi culturali, negli scambi nazionali e internazionali per progettare la cultura urbana emergente. L'arte esposta dal collettivo, ispirata alle esperienze di gruppo sulla Linha de Sintra, si innesta nel tessuto sociale che abita i margini di Lisbona, nelle disuguaglianze della città. Unidigrazz è innanzitutto la continuazione del lavoro di rapper, scrittori, poeti. Una seconda tavola rotonda ha approfondito il ruolo dell'arte nel riconoscere ed esprimere identità e retaggi culturali, con la partecipazione delle attrici e
registe teatrali Coco Reyes (Gitanas a Escenas) e Maria Gil, della musicista e compositrice Edvânia Moreno e del mediatore interculturale Rajendra Shiwakoti. Coco Reyes ha dato vita alla prima compagnia teatrale composta esclusivamente da donne rom, Gitanas a Escenas: l’obiettivo principale è migliorare la loro autostima attraverso la partecipazione a un progetto di teatro sociale, migliorando così la loro indipendenza e le loro capacità personali. Con questa compagnia teatrale ha messo in scena “Lisistrata Montoya”, commedia che vede protagoniste donne gitane che lottano contro il razzismo, adattamento di “Lisistrata” di Aristofane. Con una messa in scena molto particolare, ispirata ai costumi indossati dalle donne gitane all'inizio del XX secolo, la commedia compie un viaggio attraverso una parte della storia del popolo gitano per mostrare alcuni degli eventi alla radice degli stigmi che vengono attribuiti a rom e gitani. Nata a Capo Verde, Edvânia Moreno è arrivata in Portogallo da bambina con i suoi genitori. Ha iniziato i suoi studi musicali con l'Orquestra Geração come violinista e li ha completati nella Escola Profissional Metropolitana De Lisboa. È attiva anche in ambito jazz e nella musica tradizionale capoverdiana. Insegna violino all'Accademia Desafios di Amadora. Integra l’Orquestra Geração, Gerajazz e il gruppo musicale Active Mess. Ha pubblicato la sua prima composizione originale, “MMXX”, nel 2020. Rajendra Shiwakoti viene dal Nepal e vive in Portogallo dall'inizio del 2020 e come mediatore culturale e musicista partecipa al progetto BOWING. Svolge un ruolo cruciale nella traduzione e nel collegamento tra diversi gruppi, introducendo nuovi partecipanti al progetto attraverso i suoi contatti a São Teotónio e Odemira: “Quando sono arrivato in Portogallo, lavoravo nel settore agricolo. Un giorno,
mentre ero in ospedale per riprendermi dal Covid-19, ho notato che molte persone provenienti da India, Nepal e Bangladesh avevano difficoltà a comunicare con gli infermieri o i medici. Ho deciso di aiutarli traducendo ciò che i pazienti sentivano e ciò che i medici dicevano. Mi è sembrato evidente che si stavano fraintendendo e ho potuto aiutare facilmente in queste situazioni. Tutti hanno capito che ero interessato a questo tipo di ruolo”. In chiusura è stata presentata la nuova piattaforma digitale Arte e Comunidade che offre pubblicazioni, manuali e altre risorse sull'arte “partecipativa” e l'accesso alla cultura. A livello internazionale, è stata l’occasione per entrare nel merito del prima bando dell’Alliance for Socially Engaged Arts. Presentata il 13 gennaio 2025, l'alleanza, ospitata dalla Rete delle Fondazioni Europee (NEF), riunisce 11 tra i principali finanziatori europei che si propongono di mettere in contatto e sostenere leader e organizzazioni nelle arti socialmente impegnate in tutta Europa; si tratta di: Allianz Foundation (Germania), Fondazione Cariplo (Milano, Italia), Compagnia di San Paolo (Torino, Italia), Fondation Daniel and Nina Carasso (Francia), European Cultural Foundation (Paesi Bassi), Hilti Foundation (Liechtenstein), King Baudoin Foundation (Belgio), Fondazione ‘la Caixa’ Foundation (Spagna e Portogallo), Fondazione Moleskine (Italia) e Stiftung Mercator Schweiz (Svizzera). Il primo bando offre Fellowship: sostegno non solo economico a “leader visionari” delle organizzazioni artistiche che si impegnano a favore della comunità e del cambiamento sociale: uno spazio di collaborazione per rafforzare le organizzazioni, migliorare lo sviluppo professionale e promuovere iniziative di advocacy di grande impatto. La scadenza per presentare le candidature è lunedì 24 febbraio, alle 9:00 e il bando è disponibile all’indirizzo: www.allianceforsociallyengagedarts.org
Alessio Surian
Tags:
Accademia