Quando nel 2023 ci siamo occupati del superbo “Dodecagon. Arturo Stàlteri plays Philip Glass”, Arturo Stàlteri ci aveva anticipato di avere in animo la realizzazione di un disco dedicato alla neve e in qualche modo legato al suo amore per le atmosfere natalizie. Lo scorso novembre, puntuale è arrivato “The Snow Is Dancing” album nel quale ha raccolto dieci brani di cui otto originali e due riletture dal repertorio di Claude Debussy. Si tratta di un album molto personale, dalle atmosfere riflessive: “Rispetto ai precedenti, “The Snow Is Dancing” è molto più intimo.”, sottolinea Stàlteri, “Sin da bambino, ho sempre amato la neve, perché è collegata al periodo natalizio che vivo sempre con entusiasmo. Una coltre di neve mi dà un senso di purezza, mi sembra che pulisca non solo l’ambiente ma anche l'aria, che rallenti il tempo, mi dà questo senso di pace, di quiete. Quando nevica sembra che tutto si fermi, il tempo è un ricordo e le ansie legate all’esistenza diventano impotenti. Tutto questo si è tradotto in una serie di composizioni dalle melodie molto lievi e tranquille”. Parlando delle session di registrazioni, Stàlteri rivela: “I brani sono nati per caso perché mi sono messo al pianoforte, come faccio sempre, e ho registrato delle improvvisazioni. In passato, queste improvvisazioni le sviluppavo, gli davo una struttura. In questo caso, invece, sono entrato in studio senza saper bene cosa avrei fatto. Avevo due o tre melodie e basta. Del resto, dal vivo li eseguo tutti in modo completamente diverso dal disco”. Ulteriori peculiarità di questo nuovo lavoro sono, tanto il ritorno all’utilizzo del pianoforte nella sua essenzialità sonora con il pianista romano che suona un Bechstein B228 Grand Piano dal suono profondo ed intenso, quanto la sua registrazione nell’arco di un solo pomeriggio: “Ho prenotato lo studio da Fabio Ferri per due giorni; invece, ho registrato tutto in un pomeriggio. Sono arrivato lì alle 11 del mattino, abbiamo fatto i suoni, siamo andati a pranzo e ho registrato tutto nel pomeriggio con pochissimi montaggi. Il risultato mi piace molto perché è molto diverso da quello che ho fatto in passato”. L’ascolto si apre con la prima parte di “The Snows of Caradhras”: “Come in ogni mio album, anche in questo c’è un brano dedicato a “Il Signore degli Anelli” di J.R. Tolkien “The Snow of Caradhras” che si sviluppa in due parti ed evoca il tentativo da parte de La Compagnia dell’Anello di attraversare questa montagna, ma una furiosa tempesta di neve glielo impedisce e devono rinunciarvi”. Il brano evoca la caduta lenta dei fiocchi di neve, facendo da preludio perfetto alle suggestioni della prima parte della suggestiva “Falling Snow” e la più movimentata e vivace “Snjókorn” che rimanda alle strutture minimal della musica nordica. Si prosegue con l’immaginifica “Land of Icicles” che tratteggia un landscape sonoro di una terra avvolta dai ghiacci, mentre “Des Pas sur la Neige”, tratta dal primo libro dei preludi di Debussy, è proposta in una resa elegante e raffinata. La seconda parte di “The Snows of Caradhras” ci introduce alla nuova versione di quell’incanto sonoro che è “Come la neve”, già ascoltata in “Preludes” del 2016. Se Debussy ritorna nella seconda parte di “Falling Snow”, “Hans im Schneesturm” è un omaggio a “La Montagna Incantata” di Thomas Mann in cui il protagonista Hans Castorp si perde in una tempesta di neve e rischia di morire. A riguardo Stàlteri afferma: “E’ forse il brano più veloce del disco e, poi, c’è un evidente tributo a Keith Emerson”. Chiude il disco, la brillante versione di “The Snow Is Dancing” dal repertorio di Debussy la cui esecuzione è ispirata a quella di Arturo Benedetti Michelangeli: “Lo considero uno dei più grandi interpreti di Debussy, e la sua versione è certamente inimitabile”. Concludendo la nostra chiacchierata Stàlteri afferma: “Il disco dal vivo prende direzioni inattese perché le melodie di base aprono all’improvvisazione a tutto campo”. Non ci resta, dunque, che attendere di ascoltare “The Snow Is Dancing” nei prossimi concerti del pianista romano.
Salvatore Esposito
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