La canzone napoletana è da sempre oggetto di ricerche da parte di etnomusicologi e di musicologi. Ѐ patrimonio culturale, materiale e immateriale, senza confini, testimone di gran parte della storia di Napoli. Potremmo addirittura pensare che sia un fenomeno talmente radicato nel territorio da darci l’impressione di essere sempre esistito, in quanto non c’è persona al mondo che non abbia nella mente l’immagine di una Napoli che canta.
Si tratta di un vero e proprio genere musicale che ha tante forme espressive e ancora oggi è in continua evoluzione. Come molti generi musicale hanno i loro sottogeneri, per esempio il rock & roll ha al suo interno il blues rock, il pop rock, il soft rock, l’hard rock, e ciascuno è stato rappresentato da artisti intramontabili come Elvis Presley, i Beatles, i Dire Straits e altri, anche la canzone napoletana, pur non presentando sottogeneri con una nomenclatura precisa, ha avuto nel corso della storia tanti artisti che hanno trasmesso interpretazioni diverse di brani del repertorio comunemente definito popolare, quindi tramandato oralmente, o di brani del cosiddetto periodo classico della canzone napoletana, iniziato nel 1880 con “Funiculì Funiculà” di Giuseppe Turco e Luigi Denza. Un esponente fondamentale della canzone napoletana è stato senza ombra di dubbio Roberto Murolo, importante
soprattutto per il suo stile interpretativo delle canzoni. Per questo motivo, il 18 dicembre 2001 venne istituita la Fondazione Roberto Murolo, il cui principale scopo era ed è “promuovere, istituire, sviluppare e realizzare iniziative, ricerche, studi, pubblicazioni, premi, borse di studio, mostre, convegni, incontri e seminari, per valorizzare, tramandare, diffondere e conservare il patrimonio culturale, artistico, storico e scientifico della musica napoletana...” [art. 3 dello Statuto] nella forte convinzione che la canzone napoletana classica possa continuare a rappresentare un elemento di unicità nello scenario musicale nazionale e internazionale.
Con questo spirito, Mario Coppeto, attuale presidente della Fondazione e fratello del produttore Nando Coppeto (famoso per aver rilanciato negli anni ’90 la carriera di Roberto Murolo portandolo a collaborare con gli artisti più famosi all’epoca, come Mia Martini e Fabrizio De André), il 22 gennaio 2025 ha annunciato l’istituzione e l’imminente apertura del MU – Casa Museo Murolo, in via Cimarosa 25 (Vomero), aprendo ai cittadini e ai turisti la casa della famiglia Murolo per renderla un luogo fruibile a tutti attraverso visite guidate, attività di formazione, studio e consultazione.
Si trova sul percorso che porta, anche attraverso scale mobili, a Castel Sant’Elmo e al complesso museale della Certosa di San Martino. L'appartamento, composto da otto ambienti, ripostigli e servizi per un totale di 160 metri quadrati, è collocato al piano ammezzato dell’edificio e, sin dalla costruzione, è stato la residenza della famiglia Murolo. In queste stanze, delle quali sono state salvaguardate conformazione, tinta e decorazioni, ancora arredate con l’antico mobilio ottocentesco e le suppellettili dell’epoca, prima il
poeta e drammaturgo Ernesto e poi suo figlio Roberto, hanno ospitato grandi personaggi della cultura napoletana: da Salvatore Di Giacomo ai fratelli De Filippo, da Libero Bovio a Totò, da Raffaele Viviani a Roberto Bracco, da Francesco Paolo Tosti al maestro Ernesto Tagliaferri per citarne alcuni. Personalità che, nel corso degli anni, diedero vita a un ideale “cenacolo”, caratterizzato da discussioni e progetti musicali, teatrali, radiofonici, giornalistici e cinematografici. Sulla facciata dell’ingresso sono poste due lapidi commemorative ad opera del Comune di Napoli. La prima, risalente agli anni ’60 del ‘900, ricorda la figura del grande poeta Ernesto Murolo, padre di Roberto, mentre l’altra è stata collocata nel 2012, in occasione del centenario della nascita del maestro.
Sulla scia di un protocollo d’intesa già attivo con l'Università Federico II e di una partnership con Napulitanata, associazione giovanile impegnata nella valorizzazione della canzone napoletana, e in attesa di formalizzare un accordo con il Conservatorio San Pietro a Majella, ripartiranno anche le attività della Fondazione, come le pubblicazioni scientifiche della collana editoriale “Quaderni del Centro Studi Canzone Napoletana”.
Durante la conferenza, Renzo Arbore, in collegamento audio, ha raccontato la
grande amicizia che lo legava a Roberto Murolo, definendolo un crooner straordinario che ha curato la più bella e completa antologia delle canzoni classiche napoletane.
Così dichiara il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi: “La canzone napoletana ha una lunga storia e il contributo degli artisti napoletani è ricchissimo. La musica napoletana – che costituisce parte essenziale della musica nel mondo - è patrimonio culturale sempre florido, in grado di arrivare al cuore di intere generazioni. Tra i grandi protagonisti, figurano sicuramente Ernesto e Roberto Murolo. L’apertura di MU - Casa Museo Murolo – è un’occasione importante di rilancio e studio dell’eredità artistica di Ernesto e Roberto Murolo. Apprezzo molto l’intenzione, che anima l’iniziativa della Fondazione Roberto Murolo, di avviare partnership sul territorio e di coinvolgere il quartiere in un rinnovato protagonismo. Napoli ha un patrimonio culturale vastissimo, non sempre conosciuto su larga scala e, in alcuni casi, perduto o trascurato. Spetta a noi tutelare e valorizzare al meglio questo patrimonio, promuoverlo e raccontarlo per costruire un'immagine della città che rispecchi, a pieno, il suo passato, il suo presente e il suo futuro”.
Dice l’Assessora al Turismo Teresa Armato: “Napoli è amata a livello internazionale per il suo ricchissimo patrimonio culturale e la canzone napoletana ne è la maggiore espressione. Non c’è nessuno al mondo che non sappia canticchiare ‘‘O sole mio’ e si fa molto bene a tutelare questo straordinario tesoro di talento e creatività conservandolo in un museo dedicato, valorizzando l’arte di Ernesto e Roberto Murolo e ricordando in generale quanta ricchezza arriva da Napoli per la musica contemporanea tutta con progetti di formazione per i giovani”. Per Ferdinando Tozzi, Delegato del
Sindaco per il progetto Napoli Città della Musica: “La canzone napoletana è l’essenza della cultura musicale della nostra città nel Mondo ed è in continuo fermento ed evoluzione: dai grandi classici dei secoli scorsi, passando per geni come Pino Daniele e tantissimi altri fino alle più recenti leve urban e rap ma anche world pertanto non può che sostenersi il meritorio lavoro che prima il compianto Nando ed ora Mario Coppeto con la Fondazione stanno portando avanti in coerenza con gli obiettivi del progetto del Sindaco Napoli città della Musica”.
In conclusione, l’apertura del MU – Casa Museo Murolo rappresenta un ulteriore passo nella tutela e nella valorizzazione della canzone napoletana, un patrimonio culturale che continua a evolversi e a influenzare generazioni di artisti e appassionati. Grazie all’impegno della Fondazione Roberto Murolo e alle collaborazioni con istituzioni e associazioni del territorio, questo nuovo spazio non sarà solo un luogo di memoria, ma anche un punto di incontro per la ricerca, la formazione e la diffusione della tradizione musicale napoletana. Iniziative come questa rafforzano il legame tra Napoli e la sua storia musicale, mantenendo viva una tradizione che ha reso la città celebre in tutto il mondo e che continuerà a ispirare il futuro della musica.
Francesco Tommasino
Tags:
I Luoghi della Musica