Premio Bianca d’Aponte, Aversa, Teatro Cimarosa, 25 e 26 ottobre 2024

Gama (Melissa Graziachiara), professionista di elettronica (è una producer/engeneer) e insegnante di canto, si dimostra abile nell’esprimersi giocando con i suoni per creare atmosfere intense ad accompagnare le sue parole in “Sóra mè”. Sara Torraco, con “Fammi stare in silenzio”, convince per espressività in voce e pianoforte e si aggiudica la Targa per la Migliore interpretazione. Magma (Florinda Venturella), artista siciliana, con l’ottimo brano “Sto bene a casa” si è aggiudica una delle Targhe più ambite, quella per il Miglior testo (“Targa Oscar Avogadro”), canta di sé stessa con parole scelte (“Peccato i miei non mi hanno mai insegnato come arrampicarmi tra la gente, ma hanno pagato l’alcool per le feste […] fan la guerra tra di loro ogni sabato sera, ma lo sai che sto bene a casa”). Anna Sara (Anna Saponati), massese di formazione folk country e jazz, presenta al pubblico e alle giurie “Fotografica realtà”, guadagnandosi il “Premio ’Na stella” (titolo di una canzone di Mesolella) del Virus Studio, con l’incisione di un brano con la produzione artistica di Ferruccio Spinetti e Alessandro Guasconi. Valentina Lupi, tornata alla scrittura della canzone dopo un po’ di anni di vita complicata e con in dote un amato marito e un figlio, propone “Non potevi mancare tu” e viene subito accolta con il Premio Bianca d’Aponte: è lei la vincitrice assoluta 2024, cui si aggiunge l’altro importante riconoscimento assegnato dalla critica specializzata, il Premio della critica” Fausto Mesolella” (ex aequo con Irene Di Brino). Fa dunque il pieno, l’artista romana, cui auguriamo che questo giorno sia stato il perfetto stimolo perché possa non fermarsi più. Ultime a esibirsi sono Fremir (Francesca Salzano), che con “Pollice nero” esplora con equilibrio e sapienza il mondo della violenza più sottile, mostrando la medesima cura per la musica e le parole, e Beo (Beatrice Giliberti), nel vivaio vivissimo di Officina Pasolini, con “In treno”, brano fatto tutto da lei, molto ben scritto sia nell’impianto narrativo che nell’andamento un po’ vintage e aggraziato: una ragazza di
talento da tenere d’occhio senza meno. Celebrate le protagoniste, veniamo agli ospiti accolti sul palco di questa ventesima edizione, non senza citare lo straordinario lavoro del Direttore artistico Ferruccio Spinetti, che anche quest’anno ha dato prova di saper mantenere altissimo il livello della manifestazione. Cominciamo con Chiarè, la vincitrice del 2023, che si esibisce in entrambe le serate, una con il brano vincitore dello scorso anno e l’altra con una nuova proposta, ma con la costante, per entrambe, del suo bel contrabbasso al fianco. Nella prima serata, accompagnata dalla fida chitarra di Saverio Lanza, l’ex madrina del Premio e una delle persone più profondamente radicate in questa bella famiglia Cristina Donà coinvolge il pubblico nel suo canto “L’infinito nella testa” e omaggia Bianca con la sua canzone preferita: “Ma l’amore no”. I giovani del coloratissimo gruppo dei Malvax portano in sala energia e sorrisi con il loro spirito colmo di ironia, mentre sottovoce, chitarra alla mano, Gnut porta la dolcezza della poesia di Alessio Sollo da lui rimaneggiata e musicata; e dopo “L’ammore ‘o vero” e “Nu poco ’e bbene”, si unisce a lui un artista che è pure un suo dichiarato fan, Renzo Rubino, che siede al piano per cantare insieme “Nun te ne fa’”. Rubino prosegue da solo il suo set con la bella e orgogliosa “Baciami uomo” e finisce con un meraviglioso ricordo di Fausto Mesolella, cui rende omaggio intonando “’O surdato ’nnammurato” sommessamente, con voce spezzata, così come avrebbe voluto il suo amico. Lascia a bocca aperta l’esibizione di Sandra Bautista, artista catalana vincitrice con “Cartografia” dell’ultima edizione del Premio Andrea Parodi di Cagliari, gemellato con il Bianca d’Aponte, di cui si aggiudica il Premio Bianca d’Aponte International. Infine, il momento più emozionante: un gruppo di ragazzi del Liceo classico
Musicale Cirillo suona e interpreta “Come Dorothy”, di Bianca: la forza delle sue parole è sempre dirompente, e la brava e giovanissima cantante, una volta conclusa l’esibizione, non riesce a trattenere le lacrime mentre il teatro tributa a tutti i ragazzi un applauso lunghissimo e commosso. Tra le due serate, nella mattina di sabato, le concorrenti si sono presentate in conferenza stampa guidate da John Vignola (Rai Radio 1), del quale chi scrive ha particolarmente apprezzato il fatto che abbia posto a tutte, alla fine di ogni presentazione, la domanda su quale fosse il senso e il significato della presenza di Bianca nella propria vita. Di seguito, con la moderazione di Duccio Pasqua (Rai Radio 1), è stato presentato lo straordinario podcast di Elisabetta Malantrucco e Mauro De Cillis “La chitarra e una tazza da tè – Storia di Bianca d’Aponte e del Premio a lei dedicato” (prodotto da Rai Radio Techetè): davvero un’opera meritoria che disvela la profondità, la maturità personale e lo spessore di questa giovanissima artista di cui la grandezza assunta dal Premio che porta il suo nome appare sempre più come un naturale riflesso della sua luce. La mattinata si è conclusa con il seminario tenuto da Andrea Miccichè, presidente del NuovoImaie, sui diritti connessi al diritto d’autore. Nella seconda serata tradizionalmente viene presentata e si esibisce la madrina dell’edizione, un ruolo fondamentale affidato quest’anno alla cantautrice, attrice e regista Margherita Vicario: sorridente e coinvolgente con il pubblico, la sua scelta nel repertorio di Bianca cade con naturalezza sulla leggera e profonda “Un chicco di caffè”, che le si addice alla perfezione; è un po’ come nel cinema in cui racconta il tema tanto drammatico del suo film “Gloria!” offrendogli una veste indossabile per amore della vita, così la giovane Bianca sostiene le pene d’amore
con dolce ironia e un motivetto allegro (“Un chicco di caffè per distrarmi e non pensare a te, un goccio di caffè per distrarre le mie labbra da te”). Il sindaco Francesco Matacena consegna il Premio alla carriera Città di Aversa a Teresa De Sio che, visibilmente commossa, accompagnata al piano, si esibisce in un elegante e intensissimo set di canzoni napoletane, da “Stelle a Passione”, tornando infine al suo primo grande successo “Voglia ’e turna’”, cantata da tutto il pubblico. Ancora grandi donne sul palco della serata finale: Maria Pia de Vito, straordinaria, omaggia Fausto Mesolella cantando “’Na stella”, accompagnata dal contrabbasso di Ferruccio Spinetti, e poi emoziona con “Facimmo ampresso”, la versione in napoletano di “Trocando em miùdos” di Alcione Dias Nazareth, ed entusiasma con quella di “Partido alto” di Caetano Veloso e Chico Buarque de Hollanda che diventa “Dio ce penzarrà”. Simona Molinari, reduce dalla premiazione per la Targa Tenco come interprete con il suo “Hasta siempre Mercedes”, omaggio a Mercedes Sosa, ne porta un pezzetto sul palco aversano e non fa mancare al pubblico il brano originale, scritto per lei da Bungaro: “Nu filo ’e voce”. Ancora ritmo e partecipazione accompagnano l’esibizione di Ginevra Di Marco, che canta “Montesole”, “Tumbalalaika” e “Malarazza” infiammando il pubblico. La serata si chiude con le finaliste schierate sul palco e la consegna di tutti i riconoscimenti; oltre ai principali già nominati in precedenza, segnaliamo che alla vincitrice Valentina Lupi, con la borsa di studio di 1.000 euro, va la partecipazione come ospite alla prossima edizione del Premio e all’edizione del 2025 di Music for Change, realizzata da Musica contro le mafie; la Lupi si aggiudica anche il premio dell’etichetta femminile “Maieutica Dischi” di Veronica Marchi (che fu la
vincitrice della prima edizione del Premio) per la produzione e la pubblicazione di un brano. La cagliaritana Giulia Leone conquista anche il premio di Soundinside Basement Records consistente nella partecipazione al festival “Femminile plurale”. A Magma, infine, viene offerta l’assistenza legale e manageriale per un anno da parte di Siedas, mentre l’etichetta Suoni dall’Italia di Mariella Nava sceglie Sara Torraco per una possibile collaborazione artistica. Ricordiamo infine che le vincitrici del Premio della Critica “Fausto Mesolella” avranno una borsa di studio complessiva di 800 euro e la possibilità di esibirsi al Premio Nilla Pizzi. Ad accompagnare le concorrenti sul palco ha pensato per entrambe le serate la band residente guidata dal Maestro Alessandro Crescenzo, piano e tastiere; quest’anno si sono messi a disposizione delle artiste anche Guido Della Gatta alla chitarra, Vincenzo Carpinone al basso, Davide Ferrante alla batteria, Angelo Cioffi alla tromba, Pietro Ventrone al sax e clarinetto, Paolo "Ryo" Di Ronza e Roberta Andreozzi ai cori.


Alessia Pistolini

Foto di Giorgio Bulgarelli

Posta un commento

Nuova Vecchia