Brunzit – De cop i volta (Segell Microscopi, 2024)

La danza popolare viene spesso relegata ad una funzione di solo intrattenimento, in realtà essa, che della musica è da sempre sorella, nella storia dell'uomo ha avuto un ruolo non ancillare rispetto alla musica, mantenendo una sua ritualità e sacralità. Nella tragedia greca, danza, musica e recitazione erano un tutt'uno, nel Medioevo si concepirono i primi spettacoli popolari di danza a beneficio dei castellani e per le corti rinascimentali si scrissero i primi trattati teorico-pratici, come “Il Ballarino” di Marco Antonio Caroso. Successivamente si introdusse il termine di coreografia e si cominciarono a trovare delle forme di scrittura dei movimenti coreutici che portarono nell'Otto-Novecento al momento parossistico dei balletti di Djagilev. Intorno al 1950 nasceva l’etnocoreologia che studia i rapporti tra, l’uomo, le comunità e la danza. In questa direzione va questa proposta discografica che vuole essere sì, un momento di intrattenimento attraverso la danza, ma anche riportare un campione di danze del mondo testimoniandone la presenza relazionale nelle comunità da cui provengono. Si tratta di “De cop i volta” (che letteralmente significa ‘all’improvviso’) un album riconducibile all’alveo del folk da ballo, pieno di esperienze, con arie interne e aromi mediterranei, presentato dal trio Brunzit. Il gruppo è nel 2011 a Olot (Girona) e formato da Adrià Garcia (violino), Joan Naspleda (flauto) Perepau Ximenis (fisarmonica diatonica), collaborano Núria Camps (percussioni) e Víctor Gómez (percussioni nel tour “De cop i volta”). Il concerto di presentazione del cd è avvenuto il 12 ottobre alla Fira Mediterrània di Manresa. Il titolo del lavoro ci riporta al concetto bergsoniano dell’atto istintivo, qui inteso come improvvisativo, cioè movimento estemporaneo che diventa intuizione, ovvero un ragionamento istantaneo. Ecco che allora vengono presentate una serie di danze, pensate per essere condivise collettivamente, provenienti da diverse aree geografiche e che si caricano dell’energia sprigionata dalla creatività individuale di ciascuno dei componenti del trio durante le numerose ore di lavoro di squadra. Ad aprire le nove tracce del cd c’è “L’entremaliada”, una danza dal carattere campestre in cui i musicisti interagiscono con i ballerini cercando di stimolare in loro quel movimento creativo istantaneo di cui si parlava prima. La seconda traccia è “Min Wahi El-Lami”, una melodia tradizionale persiana adattata nello stile della rumba flamenca. A seguire, il brano che dà il titolo all’album, una composizione articolata in tre tempi in cui non si perde mai il gusto del danzare che, come qualcuno dice, non è solo muovere i piedi, ma anche non smettere di pensare “Il processo creativo del brano consisteva nell'accordarsi alla pulsazione e al fraseggio ritmico e una volta preso in mano il violino, è stato lui a darmi la melodia”, dice Adrià Garcia. “Rimbau-La Pelosa” è una serie di compiti in due fasi. Il primo, ispirato al ballo di Capodanno 20-21 a Solana de Riambau (Catalogna). La seconda, a distanza di qualche giorno, evoca un soggiorno tranquillo a La Pelosa, una caletta selvaggia a Cap de Creus (Catalogna). “Jovano Jovanke”, ormai considerato uno standard, il “take seven” della Macedonia ed eseguito in tutto il mondo anche come approccio didattico a questo ritmo dispari per molti inusuale. Anche la traccia successiva “L’amistat”, presenta un gioco ritmico inusuale tra 6/8, 3/4 e 2/4 ma la melodia è ben definita e radicata come sardana-corta. “Sapendo che volevo comporre una sardana, all'inizio non sapevo dove focalizzare la composizione, ma presto mi sono orientato, che è ciò che mi affascina di alcune sardane che ho ascoltato”, scrive ancora l’autore. Seguono due brani di altri autori, “Hellebore - Too late to sleep” del gruppo belga Naragonia, “El ball pla de Sant Magí”, cavallo di battaglia dei Brunzit fin dalla prima ora. “Per a tu Boi” dell’indimenticato Jordi Fàbregas, gran disseminatore della musica catalana, è rifunzionalizzato a musica per ballare introducendo una sorta di valzer a 5 tempi. “De cop i volta” è un album con una visione comunitaria. Ritrovare il piacere della danza, specialmente quella con radici profonde ed ancora vive, dopo i vari momenti di isolamento forzato degli ultimi anni, diventa un modo per riconnettersi alla gioia di vivere e all’umanità, a uscire definitivamente dalla solitudine collettiva che sembra ormai attanagliarci nei meandri della società moderna, non risparmiando nessuno. https://perepauximenismusic.bandcamp.com/album/brunzit-de-cop-i-volta


Francesco Stumpo

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