In finlandese, “Toisjalkainen” significa “con un’altra gamba” o “dall’altra gamba". In senso figurativo, si può pensare a “stravagante” e “peculiare”, riferendosi a qualcosa fuori dal comune. Di certo lo doveva essere il gran violinista Akseli Raatikainen, sarto di professione, vissuto a Viitasaari finché non decise di trasferirsi a Toholampi e iniziare a fare il contadino perché si era stufato di cucire abiti. Si affibbiò egli stesso questo soprannome ed era il protagonista di una diceria diffusa nel mondo popolare secondo cui ad investirlo con l’auto e a lasciarlo con una sola gamba era stato un violinista di Kaustinen. Casualità o volontà, derivata da rivalità tra i due pelimanni? Chissà!
A raccontare la storia (appresa da registrazioni d’archivio) nelle note del loro album sono Emilia Lajunen e Suvi Oskala, due personalità di punta della musica folk celeste-crociata del XXI secolo, che fanno interagire la loro conoscenza della tradizione violinistica con maestria e sguardo aperto.
Di Emilia, già docente all’Accademia Sibelius, impegnata in tanti progetti di musica e danza, è stato scritto dal principale quotidiano finnico che “suona come un villaggio pieno di violinisti stregati”; Suvi è una versatile musicista i cui strumenti principali sono il violino a cinque corde e la voce. Anche lei è didatta presso l’Accademia Sibelius e la Scuola di Musica di Pakila a Helsinki.
Oltre alla ricca attività concertistica che le ha portate in giro per il mondo nel 2019, sono state protagoniste di uno showcase al WOMEX. Il duo è noto anche per gli ecologici tour in bicicletta con il quale ha vinto un premio speciale per i suoi concerti a emissioni zero durante l’annuale Ethnogala finlandese nel 2020. Insieme Lajunene e Oskala hanno esordito con “Tyttörinki”, (2012), cui è seguito “Piilokisa” (2018); “Toisjalkainen" è il loro terzo album. Così descrivono il loro processo creativo: “Quando cerchiamo nuovi brani, li suoniamo e cerchiamo di percepire quale spirito musicale ci parli. Spesso nuovi arrangiamenti nascono quasi da soli, quando una melodia si inserisce nel suo posto. In altri casi, possono passare anni prima che troviamo la giusta prospettiva sulla musica. I migliori momenti sono quelli in cui lavoriamo su un arrangiamento, i suoni dei violini si intrecciano e il flusso della musica inizia a portarci avanti”.
Le due musiciste imbracciano un violino a cinque corde (solitamente è una corda in do), strumento dalla voce più robusta, che combina le qualità del violino tradizionale e della viola, ampliando la sua gamma sonora, passando da suoni alti e brillanti a toni più ricchi, scuri e corposi e consentendo l’esecuzione di linee melodiche più complesse e più articolate forme di armonizzazione.
Attingendo tanto dagli archivi musicali finlandesi di Tampere, la coppia riprende la tradizione folk dove si era interrotta. La maggior parte delle registrazioni era eseguita da violinisti uomini. Ora le melodie tornano a vivere, grazie allo spirito interpretativo di due donne con alle spalle una matura formazione musicale.
Ad aprire il programma è “665 & 666”, trasposizione sugli strumenti ad arco di due melodie tradizionali d’archivio per la cetra kantele. “Sometimes it snows in spring” è un brano del violinista bluegrass statunitense Casey Driessen composto mentre era bloccato in Finlandia durante la pandemia, il cui titolo dice molto del clima finnico. La successiva “Rahapolska Kannonkoskelta” è una danza che si soleva suonare ai matrimoni mentre si raccoglievano soldi per gli sposi. Dalla fisarmonicista Teija Niku, arrivano due brani che si rivolgono verso i Balcani accomunati nel titolo dal richiamo ironico alla passata pandemia: “Balkanodemia: Septuple” e “Balkanodemia: Helsinki Kopanitsa”. In entrambi i pezzi, il duo mette mostra la sua abilità nel dialogare: predilige tempi più sospesi il primo, diventa incalzante nel suo incedere su tempi dispari il secondo, dove Emilia e Suvi innestano sequenze improvvisative. La qualità del suono delle due artiste è sempre eccellente, così come il loro interplay. Sempre dagli archivi della Finlandia centrale hanno pescato “Yxi kaunis papillinen”, una polska ben nota ai suonatori popolari. La title track è una delle melodie più avvincenti del lavoro, derivata dal violinista suonatore celebrato appunto nel titolo. Alla scottisch originale le due artiste hanno dato il titolo proprio riprendendo il soprannome di Raatikainen, in sua memoria. Per concludere la tracklist hanno scelto un set di tre polche che hanno intitolato “Akkainpolkat” (Le polche delle vecchie mogli) che unisce “La polca delle donne”, e quelle “delle nuore” e “delle lattivendole”, suonate in maniera superlativa.
Trentanove minuti di esperienza di ascolto potranno sembrare un po’ impegnativi per chi non pratica il violino, ma ad emergere con forza sono la qualità e le suggestioni intrinseche e le “irregolarità” dei repertori dei violinisti folk del passato la spiccata qualità delle due artiste nell’intersecare stilemi tradizionali e influenze contemporanee senza farsi mancare passaggi virtuosistici.
Ciro De Rosa
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