Dopo la cena si accendeva un grande falò intorno al quale si è danzava e cantava fino a notte fonda, dopodichè si rientrava nelle camere in loco. È stato questo il momento della massima condivisione umana e musicale e della libera creatività. La giornata dell’8 è stata tematizzata sul mondo agro-pastorale, oltre ai corsi quotidiani, nel pomeriggio è stato realizzato un laboratorio sui suoni della transumanza facendo risuonare i campanacci di un gregge. A seguire il giovane pastore Pietro Astorino ha mostrato le fasi di passaggio dal latte alle ricotte che poi sono state consumate durante la Cena. La sera del 9, dopo i corsi e la presentazione del libro “Ori antichi della famiglia Spadafora”a cura di Monica Spadafora, l’intero gruppo si è recato nel centro storico della vicina San Giovanni in Fiore dove si è svolta una festa all’abballu a cui hanno partecipato anche i cittadini che erano intervenuti. La seconda parte della mattina del 10 è stata dedicata ad una escursione sul Lago Ampollino e dintorni, alla ricerca di erbe aromatiche alimurgiche inserita in dei percorsi naturalistici sotto la guida di esperti ambientalisti come Pasquale Piro, dove hanno potuto anche incontrare capi di bestiame al pascolo e ascoltare il magico suono dei campanacci. Lo stesso giorno si è tenuto un laboratorio sull’arte antica della saponificazione a cura di Iolanda Raimondi, neuropata e insegnante di meditazione, ed è stato ospitato il noto cantore e battentista Salvatore Megna,
anch’egli del Marchesato. La giornata dell’11 è stata all’insegna della cultura musicale e non solo dell’Arberia (l’Albania di Calabria) con illustri ospiti come il prof. Cosimo Innocenzo De Gaudio, docente del Conservatorio di Cosenza con il ricercatore Federico Baffa corroborati da bravissimi cantori arbëreshë che hanno interpretato brani del loro ricchissimo patrimonio orale. Prezioso l’intervento di alcuni maestri della tradizione musicale del Cilento come Gianluca Zammarelli. A impreziosire la serata la presenza del pastore zampognaro Alessandro Perri, ben noto nel mondo dell’etnomusicologia per essere stato informatore e testimone per molti etnomusicologi, primo fra tutti Antonello Ricci, docente di Etnomusicologia presso l’ Università ‘La Sapienza’ di Roma. Manifestazioni come questa, fatte con un minimo sforzo economico e completamente autogestite, hanno diversi valori aggiunti oltre a testimoniare e far rivivere una cultura musicale, valori ecologici nel rispetto della casa comune, umani, relazionali, sociali e etici.Lì non si era connessi con la Rete, ma proprio per questo si cercavano altri tipi di connessioni, quelle empatiche, quelle vere.
Francesco Stumpo
Foto di Andrea Bressi
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