Ana Lua Caiano – Vou Ficar Neste Quadrado (Glitterbeat, 2024)

Ana Luca Caiano ha raccolto lusinghieri consensi al WOMEX di Lisbona (2022), ai Rencontres Trans Musicales di Rennes (2023) e a Babel Music di Marsiglia (2024) con il suo sorprendente one woman band show (tamburi a cornice, grancassa, campionatori, synth e loop). Più recenti sono i suoi live act a Eurosonic di Groninga, Primavera Sound di Porto e al Roskilde Festival. Studi classici di pianoforte, jazz e canto alle spalle nel suo background musicale che conta pure una formazione nelle arti visive per Ana Lua, nativa di Lisbona, figlia dello scrittore Gonçalo M. Tavares e dell'illustratrice Rachel Caiano. Non le sono di certo mancati fin da giovanissima gli ascolti della tradizione orale portoghese del canto corale nonché della canzone d’autore d’impegno civile e politico (Sérgio Godinho, José “u Zeca” Afonso, Fausto, José Mario Branco), che aprì le porte alla rivoluzione dei garofani, poi sono arrivati il fascino del trip hop e del pop sperimentale elettronico di Laurie Anderson, Portishead e Björk, numi tutelari che la giovane musicista cita nelle interviste. La sua progettualità ha preso consistenza durante il confinamento pandemico quando Ana Lua, ritrovatasi in casa con un sintetizzatore, una grancassa tradizionale e vari oggetti sonori casalinghi, ha avuto l’impulso di setacciare ancora di più i materiali tradizionali e ad esplorare la combinazione di musica tradizionale portoghese, elettronica e “suoni quotidiani”, facendo profitto delle frequentazioni di workshop sulla musica concreta di Pierre Schaeffer. D’accordo – direte – ma di folk ed elettronica se ne fa grande uso (e magari abuso), oramai. Nessun dubbio, d’altra parte, che Caiano sappia adoperarsi in maniera intelligente e non scontata, generando un avant-folk da clubbing davvero al passo coi tempi, se proprio si devono cercare etichette per ridurre la complessità. Il suo interesse verso i contenuti sonori di tradizione lusitana (passando per Beira Alta, Trás-os-Montes, Madeira e Alentejo) è divenuto sempre più preponderante, tanto che nel 2022 ha registrato brani per il progetto nazionale di valorizzazione della musica tradizionale denominato Música Portuguesa A Gostar Dela Própria, una delle fonti etnografiche ed etnomusicologiche imperdibili per accedere alla vastità dei repertori popolari lusitani. Caiano si è imposta, quindi, all’attenzione pubblicando due EP, “Cheguei Tarde A Ontem” (2022) e “Se Dançar É Só Depois” (2023). Nel marzo 2024, la cantante e produttrice ha realizzato il suo primo album considerato di lunga durata (quantunque raggiunga solo 27 minuti), “Vou Ficar Neste Quadrado” (Rimarrò in questo quadrato”), pubblicato dalla prolifica Glitterbeat, composto da una dozzina di canzoni. Memoria del passato e corpo sonico del presente: una vocalità intensa e stratificata mediante l’uso dell’elettronica che impatta, fluttua, si erge su bassi profondi, legni e pelli percossi (bombo criollo, brinquinho de madeira, adufe), battiti di mani, glitch, scosse sonore stridenti e ronzanti. Vale la pena riportare le sue parole: “Tra la grande varietà di musiche tradizionali che abbiamo nel nostro paese, ciò che è più importante e che unisce questo insieme sono i ritmi e le voci, queste voci che creano armonie e talvolta anche canoni, quando più voci cantano la stessa melodia con un leggero sfasamento. Mi nutro di tutto ciò, di queste tecniche e di queste atmosfere che importo nella mia musica, associate ai miei testi e ad altri elementi musicali che non sono veramente tradizionali. Ma questa varietà di ritmi e strumenti tradizionali resta particolarmente importante per me”. E dei suoi testi spesso surreali dice: “La maggior parte sono storie che ho inventato. Vengono dall’ascolto delle conversazioni della gente. Alcuni sono osservazioni sulla vita, come il brano che dà il titolo all'album, con il suo sguardo sarcastico sul modo in cui le persone trascorrono le loro giornate, bloccate in un ‘quadrato’, un luogo confortevole che hanno paura di lasciare”. Di questo processo in cui elettronica ed elementi della tradizione orale camminano fianco a fianco, osserva: “Credo che la musica tradizionale si evolva con il mondo – oggi si può fare musica tradizionale con un computer o parlare di temi che non erano rilevanti o non esistevano in passato. La musica tradizionale è sempre in evoluzione”. Passando all’ascolto dell’album, “Em Direção Ao Sul” è un’intro costruita su un confluire di voci radiofoniche che si dissolve in una melodia sussurrata e in effetti ambientali. La traccia apre la strada alle sequenze cupe di tamburo a cornice e basso, che si alternano al ritmo serrato con cassa in quattro su cui si muovono le armonizzazioni vocali di “O bicho anda por aí”. Permeata da un suono di marca industrial la successiva “Os Meus Sapatos Não Tocam Nos Teus” (Le mie scarpe non toccano le tue): si tratta di un lamento per una lontananza fisica che si colma nel pensiero e nel sogno. “Mais Alto Que O Meu Juízo” (Più alto del mio giudizio) è un pop di derivazione computer music, mentre “Cansada” (Stanca) è un incalzante intreccio di voce, linee di synth e percussioni. Crescendo d’intensità, l’album ci porta “Ando Em Círculos” (Cammino in cerchi) e “De Cabeça Colada Ao Chão” (Con la testa incollata al pavimento), il cui testo si occupa del burnout. Il flauto di Ely Jamoville si affaccia in “Deixem O Morto Morrer” (Lasciate che i morti muoiano). Seguono la minimal electro “Que Belo Dia Para Sair” (Che bel giorno per uscire) e la title track, in cui ritorna il motivo, già esplorato in “Cansada”, di interiorizzare le restrizioni del vivere in uno spazio a tal punto da far trapelare la paura di andare oltre la propria comfort zone. Dopo il breve commiato di “Bom, Vai Ficar Assim Por Hoje” (Va bene, sarà così per oggi) troviamo un’efficace live version di “Deixem O Morto Morrer”, cantata a cappella con il coro Essence Voices. “Vou Ficar Neste Quadrado”: passato e futuro, tradizione a avanguardia, uno dei debutti più audaci e coinvolgenti dell’anno. 


Ciro De Rosa

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