Il Forte di Sant’Andrea, nella laguna di Venezia, sorveglia la punta dell’isola di Sant’Andrea, e copre un territorio di circa due ettari e mezzo su cui sorgono diciassette edifici che vanno a coprire oltre un terzo della superficie. Recentemente, il Demanio ha deciso di metterlo a bando (attraverso il programma Reinventing Cities) e cerca quindi un gestore che sappia rendere il sito accessibile al pubblico, intervenendo sui luoghi secondo il principio “low carbon”, con interventi realizzati prestando attenzione alla dimensione della sostenibilità. L’idea è di prevedere attività miste compatibili fra loro – sia culturali, sia ricreative, sia museali - per preservare il significato storico del complesso, mentre si offrono servizi ricreativi e sportivi (complementari alle attività museali e turistiche), supportate da strutture ricettive turistiche e servizi al pubblico. Fra gli attori interessati alla salvaguardia e alle attività culturali nel Forte di Sant’Andrea c’è l’associazione Microclima, attenta a creare “un microclima ospitante e accogliente innescando azioni di natura culturale”.
Il 21 ottobre, Microclima ha organizzato al forte il primo incontro della serie ESTUAR: dalle prime luci del giorno, Enrico Malatesta ha condotto “Annotazioni Superficiali, Workshop dall’alba al tramonto”, un laboratorio di indagine sul
suono, sull’ascolto e sulle loro implicazioni con lo spazio e con il corpo sull’isola di Sant'Andrea. Il laboratorio è stato sviluppato facilitando la relazione dei partecipanti con l’area e gli edifici del forte, invitando all’osservazione delle peculiarità ambientali del luogo, cercando di rimanere una presenza delicata. Al tramonto, dopo il workshop, c’è stata la performance Percussioni / azione n.4 all’interno della chiesetta di Sant’Andrea seguita da un convivio organizzato da Tocia.
ESTUAR nasce da un’intuizione della curatrice Q (Kyoo Lee) ispirata alla dimensione dell’estuario veicolata dalle acque intorno all’isola di Sant’Andrea. La seconda puntata, ESTUAR No.2, ha preso forma l’11 maggio 2024 con “The Sentience of Sound”, laboratorio collaborativo e di improvvisazione condotto dalla violoncellista, cantante e compositrice statunitense Theresa Wong con l’intento di “creare uno spazio in cui esplorare la coscienza del suono dentro e intorno a noi” a partire da tre domande: in che modo i suoni astratti dei nostri ambienti veicolano significati, emozioni e coscienza? In che modo le nostre cellule ricevono queste vibrazioni a livello subconscio? Che ruolo hanno il linguaggio e il paesaggio e qual è il rapporto tra questi?
Al laboratorio (a numero chiuso) hanno partecipato dodici persone. A partire dal contesto della chiesetta dell’isola e da un’attività di meditazione e di creazione sonora utilizzando solo la voce e la percussione corporea, il gruppo ha avuto modo di approfondire ed espandere le connessioni e gli spunti compositivi offerti dai diversi ambienti seguendo diverse indicazioni e pratiche di attenzione all’ascolto, alla respirazione e alla vocalizzazione suggeriti da Theresa Wong. Guggenheim Fellow 2024 in composizione musicale, la sua arte opera all’intersezione di composizione, improvvisazione e ricerca sonora. Fra le sue opere recenti si segnalano “Fluency of Trees”(per violoncello solista e voce),
“She Dances Naked Under Palm Trees”, commissionato dalla pianista Sarah Cahill per il progetto “The Future Is Female” e “Harbours”, co-composto con Ellen Fullman.
Percepire e sintonizzarsi con le vibrazioni dell’ambiente circostante e con i segnali sonori delle altre persone partecipanti è stato il filo conduttore del percorso di esplorazione che ha scelto di volta in volta “sonic meditation” di Pauline Oliveros o nuove “partiture” ispirate dai diversi ambienti e costruzioni del forte, dagli spazi ampi e boscosi, alle bocche di cannone, alla polveriera, alla torre che “sorveglia” l’accesso a Venezia.
Il workshop è stato seguito da un concerto serale, nella chiesetta, aperto a quasi un centinaio di persone: Theresa Wong ha eseguito tre brani improvvisati con sensibilità per le ecologie acustiche all’interno e intorno alla cappella, in particolare i richiami degli uccelli, ma anche il calare della luce che il suo violoncello è parso accompagnare con gesti sonori ipnotici e iterativi alla ricerca di sonorità sempre più gravi e rilassanti. Al termine, la performance di improvvisazione ha coinvolto il canto e le splendide abilità improvvisative di Sofia Pozdniakova per due brani interpretati da questo inedito duo che è sembrato trovare subito un’intimità ed un’intesa di lunga data, decisamente apprezzato dal pubblico.
Finale in crescendo con nuovo convivio organizzato da Tocia.
Alessio Surian
Foto e video di Alessio Surian
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