Italian Rondinella Quartet – Amurusanza (Respect Records, 2024)

Nato dall’incontro tra i salentini Enza Pagliara (voce), Luigi Morleo (percussioni) e gli specialisti delle corde Mauro Squillante (mandolino) e Sante Tuzi (chitarra), l’Italian Rondinella Quartet nasce con l’obiettivo di condurre il pubblico internazionale, e giapponese in particolare, alla scoperta dell’immenso patrimonio della culturale e musicale legato alla tradizione orale dell’Italia Meridionale. Sin dal debutto nel 2021 con “Rindineddha”, ci aveva colpito la cura per le timbriche e le melodie che il quartetto riponeva nell’approcciare le riletture dei brani tradizionali, ma soprattutto l’intrigante incontro tra corde e percussioni che ne caratterizzava gli arrangiamenti, impreziositi dalle magistrali interpretazioni di Enza Pagliara. A distanza di tre anni da quest’ultimo li ritroviamo con “Amurusanza”, concept album dedicato all’amore, in tutte le sue diverse declinazione, nel quale hanno raccolto otto canti, selezionati tra un ampio corpus di brani, legati alla tradizione musicale del Sud Italia, a cui si aggiunge uno strumentale inedito. Non casuale ci sembra la scelta del titolo che in siciliano indica un piccolo dono, ma anche pensiero gentile o segno di affetto o ancora piccola tenerezza. Si tratta di una parola antica che non ha un corrispettivo in italiano che ne colga con la medesima intensità il significato profondo, e che in sé ha insisto un qualcosa di musicale, una parola “cantante” come ha evidenziato la scrittrice Tea Ranno. Registrato presso lo studio Music Suite di Sammichele di Bari, l’album estende il raggio della ricerca sonora intrapresa nel precedente per approdare ad arrangiamenti moderni con il lavoro compiuto da Morleo che non snatura i brani tradizionali, ma piuttosto ne esalta l’intensità e la forza evocativa. Il risultato è un album che, ancora una volta, conferma la passione e la dedizione del quartetto nel rileggere la musica tradizionale e a riguardo Enza Pagliara sottolinea: “I brani sono stati arrangiati e riletti in chiave moderna, ma trasmettono comunque le sensazioni contenute in quei canti tradizionali. Li ho cantati con tutto il cuore, con la sensazione di ‘cantare per la terra’”. Ad aprire il disco è il canto della tradizione campana, “Tammurriata del Vesuvio” con la voce di Enza Pagliara sostenuta dalle sole percussioni a cui si aggiungono chitarra e mandolino in un climax di grande intensità. Se dalla Lucania arriva “Lu nigghje ‘n aria va” nella quale la cantante salentina da voce ai tormenti dei genitori per una figlia da maritare, dal Salento ascoltiamo il lamento funebre “Ntunucciu” nella quale la voce di Enza Pagliara è incorniciata dai ricami di chitarra e mandolino. Il tradizionale calabrese “A spuntunera” è giocato sulla trama intessuta dalla chitarra in cui si inseriscono gli arabeschi del mandolino, a cui in crescendo si affiancano le percussioni di Morleo. Il gustoso strumentale “Riciclare NoAltRight” che invita a riflettere sull’importanza di proteggere l’ambiente ci introduce allo struggente tradizionale grico “Oriamu rindineddha” in cui il mandolino di Squillante tocca il cuore evocando la nostalgia che pervade il testo in cui un giovane chiede ad una rondine notizie dei suoi genitori. Ascoltiamo, ancora, la bella rilettura del canto sardo “La rustagghjia”, le cui origini andrebbero rintracciate in Corsica e che racconta del rimprovero ad un ragazzo, colpevole di furto, da parte di un prete, e la dolce ninna nanna della tradizione salentina “Suennu suennu” cantata dalle mamme per rassicurare i piccoli di notte. La raffinata versione del canto d’amore della tradizione siciliana “A la nicusiota” chiude un disco di pregio che coglie tutta la ricchezza e il fascino della tradizione musicale dell’Italia Meridionale. 


Salvatore Esposito

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