Trevas! Luz! al Carnevale di Rio 2024

In Italia il Carnevale va, per lo più, da un giovedì a un martedì una (scarsa) settimana “grassa”. Dove la tradizione è radicata, le settimane diventano quasi tre, per esempio quest’anno a Venezia, dal 27 gennaio al 13 febbraio. In Brasile, nelle città chiave – Recife, Olinda, Salvador de Bahía, São Paulo, Río de Janeiro – si mescola con il periodo estivo e sembra durare mesi, con un preludio da fine settembre, quando vengono già presentate le canzoni che guideranno le sfilate. A Rio si è concluso domenica 18, dopo che la sfilata delle sei scuole prime classificate, il “Desfile das Campeãs” cominciato sabato alle dieci di sera nella Marquês de Sapucaí, ultimi a sfilare gli Unidos do Viradouro (campione 2024), dopo Imperatriz Leopoldinense (al 2° posto), Acadêmicos do Grande Rio (3°), Acadêmicos do Salgueiro (4°), Portela (5°), Unidos de Vila Isabel (6° posto). In questo caso stiamo parlando del Carnevale più turistificato e mediatizzato, quello del “centro” delle città. Altrove il Carnevale è ugualmente sentito e agito come occasione di per stare insieme, per formare squadre che esprimono la propria creatività e, a volte, i propri messaggi di trasformazione sociale, come sta avvenendo per i gruppi “bate-bola”, volentieri stravaganti nelle loro “fantasie” e da qualche tempo meno marcatamante “maschili”, o affiancando al gruppo tradizionale un gruppo femminile, come nel caso del Bombardeio do Paiol e delle Bombardettes.
Da qualche anno, anche attraverso la resistenza ai divieti e alla repressione del governo Bolsonaro, un tratto caratteristico delle formazioni carnevalesche sono i messaggi che contrastano le discriminazioni e promuovono il riconoscimento delle diverse culture che compongono il mosaico brasiliano. Quest’anno la dimensione ancestrale della popolazione afrodiscendente ha tratto ispirazione da opere letterarie di primo piano e, in alcuni casi, ha intrecciato queste lotte e letteratura a quelle dei popoli originari del continente.
Paraíso do Tuiutí ha raccontato la storia di João Cândido, il marinaio che guidò la rivolta del 1910 e i cui discendenti continuano a chiedere un risarcimento allo Stato brasiliano, 


mentre Estação Primeira de Mangueira ha coinvolto la popolare Alcione con un samba intitolato “A Negra Voz do Amanhã” (La voce nera di domani).


Unidos da Viradouro, con i colori Rosso e Bianco caratteristici di questa scuola di Niterói, ha richiamato l’attenzione sui serpenti che vengono venerati nella tradizione africana. Con "Arroboboi, Dangbé" invoca la protezione del grande serpente mitico. L’idea, di Tarcísio Zanon, è stata quella di racconta la storia dei guerrieri Mino del regno del Dahomey (oggi Benin) facendo appello alla spiritualità della nazione Jeje, al rettile con poteri di rigenerazione, vita, trasformazione e nuovi inizi. L’interprete principale della canzone è stato Wander Pires che canta: "Ê Alafiou, Ê Alafiá / È il nido del serpente che non si può mai sfidare! / Ê Alafiou, Ê Alafiá / Il nido del serpente è pronto a combattere!". Nel Carnevale 2024, il canto e le danze di Viradouro proseguono descrivendo il vodun dell’Africa occidentale e la forza delle donne della costa della Guinea, potente sorellanza di guerriere attive proprio dove più violenta è stata la presenza delle navi negriere. E’ una narrazione che ha conquistato il Sambódromo di Rio ed è valso alla scuola il terzo titolo, dopo quelli ottenuti con Trevas! Luz! A Explosão do Universo (Tenebre! Luce! L'esplosione dell'universo, nel 1997) e Viradouro de Alma Lavada (nel 2020). "Volevo vincere tre titoli in almeno 10 anni - ha detto il presidente della scuola, Marcelo Kalil - Ne abbiamo già vinti due e l'anno prossimo possiamo portare a casa il terzo. Qui in presidenza continueremo a lavorare come prima. Vogliamo migliorare ancora”


Portela si è fatta ispirare dalla trama di "Um defeito de cor" (Un difetto di colore), il romanzo di Ana Maria Gonçalves, invitando a riflettere sulla storia delle "madri nere di tutti noi", cantando: “Teu nome vive, teu povo é livre, teu filho venceu, mulher!” ("Il tuo nome vive, il tuo popolo è libero, tuo figlio ha vinto, donna!"). Inoltre, ha ospitato Anielle Franco, attuale ministra per l’eguaglianza razziale, che ha ricordato la sorella Marielle, assassinata il 14 marzo 2018: “Marielle vive in noi! Che emozione vedere mia madre e tante altre donne che hanno perso i loro figli onorate da questa storia di Portela, con le loro lotte rappresentate nel Sapucaí. Continueremo a onorare la memoria e l'eredità di Mari!” Nel samba, Luisa Mahin, madre di Luiz Gama, riceve una lettera dal figlio, che ripercorre la loro storia risalendo alle origini, occasione per coinvolgere personaggi di spicco: la regina dei tamburi, rappresentata dall’orixa Oxum, insieme a Lázaro Ramos, Antônio Pitanga e Sílvio Almeida  e varie donne a rappresentare Kahindé (il vero nome di Luisa), fra cui l’attrice Taís Araujo e la scrittrice Conceição Evaristo.


Il riferimento principale per la Salgueiro è stato il libro “La caduta del cielo”, scritto da Davi Kopenawa, yanomami, insieme all'antropologo francese Bruce Albert. La canzone-samba è stata dedicata alla mitologia yanomami e alla difesa dell'Amazzonia dall’atteggiamento predatorio dell'uomo bianco, minaccia costante per popolo yanomami, in particolare dagli anni Sessanta. 


La Grande Rio è tornata ad un libro del 2009, “Meu destino é ser onça” (Il mio destino è essere un giaguaro), con cui Alberto Mussa descrive uno dei momenti decisivi nella formazione del Brasile, documentando la cultura indigena Tupinambá della Baia di Guanabara attingendo dagli scritti del 1550 del frate André Thevet e da altre fonti del XVI e XVII secolo.


Più vicina ai narratori contemporanei, la União da Ilha do Governador si è fatta ispirare per il suo samba da “Amoras” di Emicida che affronta i temi della negritudine, delle rappresentazioni e dei pregiudizi e canta: "La dolcezza dei frutti di bosco, un sapore calmante/ Ha fatto sì che il bambino da solo arrivasse alla conclusione/ Papà, che bello, perché anch'io sono nero". Da questo rap è nato il suo primo libro per bambini, con illustrazioni di Aldo Fabrini, a narrare l'importanza del potersi riconoscere nel mondo in cui viviamo, di poter essere orgogliosi di ciò che siamo, fin dall'infanzia, per sempre.


Ma anche San Paolo non è stata da meno, in particolare con la Mocidade Alegre che ha saputo rileggere Mário de Andrade, i suoi viaggi attraverso il Brasile, il suo primo libro, “Pauliceia desvairada”, l'opera modernista che, dalla prospettiva di Arlecchino mette in luce l’anima multiculturale e cosmopolita della società, quella che oggi ispira musiche e canti attenti alla giustizia sociale.


Proprio questa dimensione sa farsi spesso strada a Recife e Olinda, dove uno dei “blocos” è quello dei lavoratori “Sem Terra”, protagonista lunedì 12 febbraio reclamando ancora una volta una sacrosanta Reforma Agrária, in linea con storici come Luiz Antonio Simas che vedono il Carnevale, accanto alla festa, come momento corale per conoscere la storia e l'attualità.


Alessio Surian

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