Giovanni Calcagno, Piero Grassini, Tito Rinesi, Khosrow e Shirin, Canti e musiche dal poema capolavoro di Nezami, Teatro Ca' Foscari a Santa Marta, Venezia, 21 febbraio 2024

Nezami-ye Ganjavi è vissuto nel XII secolo ed è considerato tra i principali autori di epica della letteratura persiana, uno scrittore capace di evocare grandi imprese pur restando aderente ad uno spirito realistico, anche grazie al ricorso a efficaci dialoghi fra i protagonisti e fra narratore e lettore. Il suo testo “Khosrow e Shirin” ha preso la forma di una favola di 6150 strofe, scritta intorno al 1180 e ambientata al tempo dei Sassanidi, prima della conquista araba. In italiano è stato tradotto da Daniela Meneghini (nel 2017, per le edizioni Ariele) e adattato per il teatro da Giovanni Calcagno, offrendo a chi ascolta una sintesi dei versi salienti nel corso della tormentata relazione fra i due protagonisti attraverso territori che muovono fra Azerbaigian persiano (la città natale del poeta è Ganja, nell’Azerbaigian occidentale) e Armenia con tragitti di andata e ritorno verso metropoli come Costantinopoli e monti come la cima Behistun nella provincia persiana Kermanshah. La dimensione meditativa di questa letteratura, nel contesto di uno spettacolo teatrale, fa appello, in particolare, al canto e alla musica che l’animo di chi
 ascolta a porsi in risonanza con i personaggi lungo tutto l’arco narrativo, esplorando i diversi colori e timbri che animano l’universo interiore dei protagonisti e ne motivano slanci e scelte, a volte repentine. Sul palco, Giovanni Calcagno assume le vesti del giullare-contastorie che imprime il suo personale flusso narrativo alle vicende epiche, badando, al contempo, a intersecare i versi che veicolano la mistica del pensiero di Nezami con una lettura vicina al testo e alla cadenza dei versi del poeta, facendo così incontrare un approccio a braccio con quello più attento alle forme della tradizione. Musicalmente, alla corte del protagonista del racconto, Khosrow (o Cosroe secondo, ultimo sovrano della dinastia sasanide), spicca l’arpista Nakisa che collaborò con il maestro più conosciuto della corte, Barbad, nella composizione del settetto “Reale Khosrowvani”. “Khosrow e Shirin” li vede protagonisti ed è al loro lavoro che si ispirano i due musicisti in scena, Piero Grassini (oud, tar e cato) e Tito Rinesi (saz, tamburi a cornice e voce) per la parti cantate e per le improvvisazioni musicali che dano corpo alle emozioni evocate dai versi attraverso alcuni dei modi codificati da Barbad: Rast, Erqa, Nowruz, Esfahan, Hesari, Oshaq, Rehavi, Zirafkend. C’è ampio spazio per quest’ampio ventaglio affettivo nella contrastata e leggendaria vicenda che vede protagonisti il sovrano Khosrow, prima e durante il suo regno, e la principessa armena Shirin, modello sia si bellezza sia di ricerca morale di una modalità di scegliere l’Amore come processo di maturazione verso una maggiore e sempre più integra capacità di sentire e veicolare umanità. Al culmine di questo rapporto, l’alternarsi dei brani
musicali eseguiti in scena invita il pubblico a sintonizzare il respiro al ritmo di alcuni dei versi chiave del poema: dopo innumerevoli avversità, Shirin e Khosrow interpretano una sfida in cui rimandano continuamente a modi e componimenti lirici che vengono eseguiti per loro dai due maestri musicisti e che rendono palpabili i registri affettivi dei due innamorati. Questo iperbolico gioco di chiamata e risposta lungo i principali modi musicali persiani si compone in una partitura che, non poteva essere diversamente, va oltre la somma delle parti e permette la conciliazione e l’unione di Khosrow e Shirin, il punto di ri-partenza della loro storia d’amore. Un racconto serrato e poetico che ha catturato fin dall’inizio l’attenzione del pubblico nel gremito Teatro Ca' Foscari a Santa Marta, a Venezia, grazie ad una riuscita trama di versi, canti e musica, con i tamburi a cornice che entrano in gioco solo nella parte finale a far salire ancora di intensità nel poema il ritmo dei versi e del dialogo fra le emozioni.  


Alessio Surian

Foto e video di Alessio Surian

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