Ricordando Andrew Tracey: etnomusicologo, pedagogista e interprete delle musiche dell’Africa Australe

Andrew Tracey era nato a Durban, in Sudafrica il 5maggio di 1936, figlio di Ursula Campbell Tracey e Hugh Travers Tracey, allora già esperto ricercatore di musiche e Direttore della stazione di Durban della South African Broadcasting Corporation, SABC. Fin da bambino, Andrew aveva avuto la fortuna di poter partecipare a danze zulu, così come di sperimentare con la timbila Chopi (dal Mozambico) nel giardino di casa. Dopo i dieci anni venne iscritto a scuola in Inghilterra (pur continuando a visitare regolarmente il padre in Sudafrica) mostrando sempre passione e rapidità nell’imparare nuovi strumenti musicali, dal clarinetto alla chitarra su cui prediligeva riprodurre i brani del congolese Jean Bosco Mwenda. Dopo aver prestato il servizio militare in Kenya e aver imparato il kiSwahili, frequentò l’Exeter College a Oxford, dove fu il presidente della Folk Music Society e laureandosi in Antropologia sociale, Tedesco e Francese nel 1959.
Dopo aver attraversato l’Africa in moto, tornò in Sudafrica per lavorare alle ricerche dell’International Library of African Music (ILAM), fondata nel 1954 dal padre Hugh a Roodepoort, vicino a Johannesburg insieme al centro African Musical Instruments (AMI) specializzato nella produzione di kalimbe, inventate da Hugh Tracey per diffondere la musica africana nei programmi di educazione musicale nelle scuole. 
Il primo lavoro di Andrew fu di collaborare con Hugh Tracey per dar vita al Kwanongoma College of Music a Bulawayo, un centro specializzato nel formare insegnanti alle tradizioni musicali dello Zimbabwe. A Bulawayo, nel 1960-61, imparò a suonare la mbira e a cantare vari brani del repertorio shona. Fun anche l’inizio della passione di Andrew per capire i processi di costruzione degli strumenti, sperimentando in prima persona. Collaborò a progettare le marimbe prodotte nel Kwanongoma College of Music per essere poi distribuite in diverse scuole in tutta l’Africa australe. 
Insieme al fratello Paul, fra il 1962 e il 1968 ebbe l’occasione di lavorare come musicista, arrangiatore e attore nella commedia musicale “Wait a Minim!” prodotto da Leon Gluckman e coreografato da Kendrew Laschelles: 13 mesi a Broadway, e poi tour in South Africa, USA, Regno Unito, Nuova Zelanda e Australia. La tappa londinese fece incontrare Andrew con Heather Beard, originaria di Cape Town, con cui si sposò nel 1966. La tappa a New York provocò un diverso colpo di fulmine: quello per le steel band e le steel pan di Trinidad: se ne procurò una, la introdusse nello spettacolo e poi in Sudafrica dove si stabilì, prima a Saronde (Krugersdorp) e poi all’ILAM e all’AMI alla Rhodes University nel 1978, insieme a Heather e ai figli Mary Clare, Shaura e Geoffrey. 


Il periodo 1969-74 fu ricco di ricerche in Zimbabwe, Mozambico e Malawi, raccogliendo registrazioni sulla mbira matepe/hera fra i Korekore, i Budya, e i Sena/Tonga in Zimbabwe, e Nyungwe e Chikunda in Mozambico, dove studiò anche i flauti nyanga e le timbila Chopi che erano già state al centro dell’attenzione del padre negli anni Quaranta. Fra gli altri, si dedicò alla valimba e al bangwe dei Sena in Mozambico e dei Mang’anja in Malawi (1970). Nello Zimbabwe meridionale-orientale e in Mozambico studiò la mbira Ndau mbira. 


Sulle tracce della mbira registrò quella nyonganyonga fra i Barwe in Mozambico e in Malawi, la njari fra i Karanga, Zezuru e Korekore, e la mbira dzavadzimu e le tradizioni flautistiche ngororombe fra gli Zezuru della regione centrale dello Zimbabwe, imparando di volta in volta a suonare ogni strumento e a capirne le tecniche costruttive.
E’ l’autore del manuale “How to play mbira Dzavadzimu” (1970) e degli articoli “The Original Africa Mbira” (1972), “The Family of the Mbira” (1974) e “The System of the Mbira” (1984) che, insieme al lavoro di Paul Berliner e Cosmas Magaya.
Con Gei Zanzinger realizzò tre documentari sulla timbila Chopi timbila in Mozambico (1973, 1980) e sei documentari sulla mbira Shona music in Zimbabwe (1975). 


Questi lavori resero particolarmente significativo il profilo dell’ILAM e della sua rivista “African Music”. Andrew sviluppò e praticò un metodo di insegnamento musicale chiamato “Pulse Notation”, presentato per la prima volta al Sixth Symposium on Ethnomusicology (1987) e rivisto nel 1997 con il titolo di “Transcribing African Music in Pulse Notation”. 
Nel 1994 pubblicò il saggio “Values in African Music” che mette in relazione i principi e la filosofia che regola le forme della musica africana con i valori che caratterizzano le società africane: cooperazione, coordinamento, partecipazione collettiva (chiamata e risposta), ruoli individuali unici che si amalgamano per creare un tessuto musicale coeso e intersecato, cicli e ripetizioni. 
Tutti valori e scelte musicali evidenti nella Andrew Tracey’s Steel Band, la prima in Sudafrica, fondata a Johannesburg nel 1970 e presente per trentasette anni National Arts Festival e su molti altri palchi fra il 1970 e il 2007. 
Da direttore dell’ILAM e della sua rivista (1977-2005) promosse per venticinque anni l’appuntamento annuale Ethnomusicology Symposia (1980-2005) foro di condivisione e confronto fra ricercatori dell’Africa sub-sahariana divenendo lui stesso professor associato alla Rhodes University. Le sue trascrizioni di brani mbira sono oggi disponibili nel sito online Sympathetic Resonances.
È morto il 12 gennaio 2024 al St George’s Hospital a Port Elizabeth per le complicazioni di un’operazione al colon. 


Alessio Surian

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