Frigg – Perintö (Bafe’s Factory, 2023)

Se siete tra coloro che a volte trovano gli album di musica da danza monotoni o ripetitivi, ascoltando “Perintö”, dei finnici Frigg, vi ricrederete. L’album è frizzante e corroborante come un’alba nordica di fine inverno, è uno dei più piacevoli e divertenti che abbiamo ascoltato negli ultimi anni, e sa donare allegria a tutte le latitudini, pur essendo profondamente radicato nella tradizione finnica. Infatti, come ben spiegato nel dettagliato ed elegante libretto di accompagnamento, i brani di “Perintö” provengono da zone diverse della Finlandia, comprese quelle di lingua e tradizioni musicali svedesi, e dai repertori di riconosciuti grandi maestri della musica folk finnica, operanti tra metà Ottocento e l’inizio di questo secolo. L’album si apre con “Palonkankaan poikien parempi valssi”, un valzer “morbido” (siliavalssi), facente parte di un “purppuri”, gruppo di danze suonate ai matrimoni. Più veloce il set di due polche “Mäläskän kuoleman” e Lindbergin”, tratte dal repertorio di Elias Tallari, violinista ottocentesco la cui musica i Frigg ritengono impossibile da tralasciare in un album dedicato alle danze finlandesi. “Lyckönskan” è la trasposizione strumentale di una canzone augurale, eseguita secondo lo stile di Torsten Pärus e Valter Enlund, fondatori del gruppo musicale di Lappfjärd. “Reippaasti Vetelistä” è un medley di cinque danze, la cui irresistibile progressione spinge al ballo anche il più sedentario degli ascoltatori. Il delizioso allegro cantabile “Hosia-suutarin sorttinen” proviene del repertorio di Tyyne Vanha-Villamo, una delle poche musiciste tradizionali finlandesi del XIX secolo (a questo proposito nelle note all’album una delle ragioni per spiegare la scarsità di musiciste in questo ambito è la fama di “depravata” attribuita alla musica folk, che la rendeva poco adatta alle donne). “A-duurivalssi”, cioè “Valzer in La maggiore”, è un pezzo in cinque parti, ed un perfetto esempio del repertorio dei fratelli Aarnio. “Hambot 1492 & 1488” è un medley di grande cantabilità, che potrebbe andare avanti a oltranza, senza stancare l’ascoltatore. In esso, come è usuale in Finlandia, l’hambo (un incrocio tra polca e mazurca) è suonato con un andamento più lento rispetto a come viene eseguito in Svezia. Il piacevolissimo doppio brano “Masurkkapari Perhonjokilaaksosta” si può definire un brano di famiglia per Alina e Esko Järvelä (due dei quattro violinisti dei Frigg), in quanto la melodia della seconda, anonima mazurca del set, è la versione suonata dal loro nonno Johannes. Le due vivaci polche intitolate “Raatikaisen” e “Kiljanderin” arrivano dall’est della Finlandia, zona in cui, fino all’arrivo del violino ai primi del XIX secolo, gli strumenti utilizzati per il ballo erano il kantele e la lira ad arco. Dal repertorio del rinomato violinista Aapeli Hautanen proviene la prima di due scottish del doppio set intitolato “Papillan pellolla & Katteli, koitteli, heitteli”, il cui ritmo e la cui melodia entrano nella mente e nel cuore, e vi rimangono a lungo. Da alcune incisioni su cilindro di cera di Johan Erik Taklax, violinista che i Frigg considerano una delle loro maggiori fonti di ispirazione, arriva una polca, che il gruppo ha re-intitolato “Taklax G”, conferendogli un arrangiamento che ne fa il più contemporaneo pezzo dell’album. Giusta conclusione, dopo tanta vivacità, il docilissimo e lento “Ilomantsista”, un valzer proveniente da Ilomantsi, il più orientale comune della Finlandia. “Perintö” significa eredità (come è sottolineato dal titolo in inglese “Heritage”), e la riscoperta e la reinterpretazione dell’eredità musicale finlandese sono l’obiettivo e la missione dei Frigg. Il gruppo è nato nel 2000, è autore di una decina di album e protagonista di migliaia di concerti in patria e all’estero, e nel suo organico sono: al violino Tommi Asplund, Tero Hyväluoma, Alina e Esko Järvelä (che suona anche l’harmonium); al basso Juho Kivivuori, alla chitarra Topi Korhonen, al mandolino e alla cetra Petri Prauda. 


Marco G. La Viola

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