Mesudì – Nodi (Moonlight Records/IRD, 2023)

I Mesudì sono un progetto musicale molto interessante formato da Elisa Surace (voce), Francesca Flotta (voce), Claudia Ugenti (voce) e Simone Pulvano (percussioni e voce). A quattro anni dalla loro nascita hanno pubblicato “Nodi”, il primo lavoro discografico, contiene nove tracce con la supervisione artistica di Alessandro D’Alessandro, che ha seguito e curato tutte le fasi di produzione. Si inizia con “Anvaca”, dove le voci femminili creano un effetto polifonico sopra a una base percussiva, dove Simone Pulvano intreccia il cantato rap a questo tradizionale calabrese, si passa poi al pathos di “Voca sia” (frase usata dai pescatori di Amantea per la remata) cantata da Domenico Provenzano con la complicità delle altre voci, della chitarra classica e dell’ukubass. “Scafuliandu” è una composizione originale sostenuta dall’organetto (Alessandro D'Alessandro) e da particolari percussioni come il daff, shekere e darbuka. Invece “Quando rimo” è ispirata a un indovinello veronese, dove il cantato esplode in un crescendo d’effetto. Funge da intermezzo “Improcondria” con la voce e i marranzani di Nando Citarella che ci portano alle venature swing-blues di “Eppure era così”, dove si aggiungono il contrabbasso (Mauro Gavini) e la voce di Alessandra Di Magno. Si ritorna alla tradizione calabrese di Mesoraca con il canto d’amore di “Occhi turchini”, in cui le voci diventano sezione ritmica con le percussioni e il contrabbasso. Oltre, con “Matri a tocchi” la tradizione romana (“A la renella/A tocchi e tocchi”) incontra quella siciliana (“Matri c'aviti figghi alla badia” di Rosa Balistreri) tra voci, chitarre classiche (Iacopo Schiavo) e percussioni in odor di flamenco. In chiusura, “Gianna e Peppi” è una storia d’amore tra narrazione e un ritornello cantato in inglese. Un felice esordio quello dei Mesodì che riescono a trovare strade interessanti e per niente scontate. La voce è protagonista assoluta e tutto ruota intorno a lei. Gli intrecci sono veramente curati, suggestivi e anche le sperimentazioni risultano studiate con il massimo rispetto per la tradizione. Gli arrangiamenti sono volutamente scarni e tendono a valorizzare gli affascinanti timbri di Claudia Ugenti. Elisa Surace e Francesca Flotta. Possiamo affermare tranquillamente che i nodi si sono sciolti e sono pronti a viaggiare, basta chiudere gli occhi e ascoltare questo vento di bellezza. 


Marco Sonaglia

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