Christian Pabst – The Palm Tree Line (Jack Sick Records, 2023)

Pianista, compositore e didatta di origini tedesche, ma italiano d’adozione, Christian Pabst si è formato tra i conservatori di Amsterdam, Parigi e Copenaghen dove ha studiato piano jazz e musica per film e, in parallelo, ha messo in fila una serie di importanti collaborazioni con la National German Jazz Orchestra e importanti direttori d’orchestra e artisti come Jiggs Wigham, Ed Partyka e Dennis Russel-Davies. Sin dal debutto come leader nel 2011 con l’acclamato “Days of Infinity”, registrato in trio in cui spiccava la tromba di Gerard Presencer, si è segnalato per la sua originale cifra stilistica che affonda le sue radici ispirative nelle diverse forme d’arte come nei viaggi e nella vita quotidiana. In questo senso, significativi sono stati anche i successivi “Song of Opposites” del 2014 che lo vedeva alla guida di un large ensemble internazionale con archi, fiati e voci, “Inner Voice” del 2018, ma soprattutto i più recenti esperimenti in duo con il chitarrista Simone Gubbiotti in “Encounter” e il sassofonista Luboš Soukup in “Levitas”, entrambi del 2022. A distanza di un anno di distanza, ritroviamo il pianista tedesco con “The Palm Tree Line” album inciso con un trio tutto italiano composto da Francesco Pierotti al contrabbasso e Lorenzo Brilli alla batteria, a cui si sono aggiunti la cantante Ilaria Forciniti e il fisarmonicista Federico Gili e ispirato al suo amore per i ritmi e le melodie delle musiche a sud, dell’Italia come dell’America Latina, con il loro fascino e le loro contraddizioni, il calore e le spiagge assolate, ma anche la terra dura da dissodare e l’incredibile bellezza che le avvolge. “Quando ero piccolo” ricorda Pabst, “le vacanze con la mia famiglia avevano sempre direzione sud Europa, alla ricerca del sole e caldo. Ricordo che sin da bambino, la vista delle palme mi abbia sempre affascinato: associavo questi alberi meravigliosi, a un viaggio più’ lungo del solito, più lontano, che mi avrebbe portato in luoghi e paesaggi molto diversi da quelli di casa mia”. Non è causale in questo senso, la scelta del titolo che rimanda alle palme che spesso si trovano incolonnate ai margini delle strade in riva al mare, ma è con l’ascolto che si percepisce come questo sia il lavoro più personale ed intimo, sin ora, dato alle stampe dal pianista tedesco. Dal punto di vista musicale, si coglie la ricercatezza dei colori con arrangiamenti caldi e avvolgenti che si intersecano con atmosfere quasi oniriche, quasi fosse un lungo ed intenso tramonto in riva al mare. Pabst guida il suo trio con sicurezza, mettendo in luce la sua sensibilità melodica e la capacità di sviluppare un dialogo serrato con i vari strumentisti, imprimendo ad ogni brano una forte energia ritmica. Ad aprire il disco è una elegante versione di “Mambo” di Leonard Bernstein, con il Rhodes e il pianoforte a tessere la linea melodica, a cui segue la suggestiva resa del tema di “Amarcord” di Nino Rota declinata in una raffinata chiave jazz. “Amara Terra Mia” di Modugno è riletta in chiave blues con Ilaria Forciniti alla voce e Federico Cili alla fisarmonica e ci introduce alla bella sequenza con “Un'ora sola ti vorrei” dal repertorio degli Showmen di Mario Musella, Elio D’Anna e James Senese e “O cielo ce manna sti 'ccose” di Armando Trovaioli dalla colonna sonora di “Matrimonio all’italiana” di Vittorio De Sica. Verso il finale, il pianista tedesco torna a volgere lo sguardo verso il Sud America con le raffinate ritmiche cubane di “Alhambra” e l’ironico racconto di una storia d’amore messicana di “Déjame Llorar”. Insomma, “The Palm Tree Line” è un album pieno di fascino e bellezza che non mancherà di regalare buone vibrazioni all’ascoltatore. 


Salvatore Esposito

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