Saeid Nayeb Mohammadi – A memento of Istanbul (Nava Arts UK, 2023)


Saeid Nayeb Mohammadi è un musicista iraniano indipendente che è sempre stato in prima linea nei movimenti di revival della cultura musicale del suo Paese. Tra di essi, il primo cui le sue attività musicali sono profondamente legata è la rinascita di un antico strumento, l’oud, la cui origine si dice sia in Iran. Questo strumento è stato assente dalla scena musicale del paese per diversi secoli, ma grazie agli sforzi di alcuni musicisti nelle ultime decadi (tra cui Nayeb Mohammadi), è tornato in auge. Saeid Nayeb Mohammadi è un suonatore di oud e, senza esagerare, uno dei rappresentanti di spicco di questo strumento in Iran. Ha saputo armonizzare il linguaggio di questo strumento con le caratteristiche della musica classica iraniana contemporanea. I suoi album, come "Nazm-o-Nasr" (Poesia e Prosa) e "Qowl-o-Ghalzal", non solo mettono in mostra le sue abilità nell'improvvisazione e la capacità di creare composizioni coese e accattivanti, ma attestano anche la sua abilità nel creare l'armonia sopra menzionata. Gli altri movimenti revivalistici nei quali è stato coinvolto sono a lui contemporanei e ha partecipato attivamente alla loro promozione. Uno di questi movimenti è la rinascita di uno stile compositivo antico basato sui principi discussi nei trattati timuridi (nel corso del XV e XVI secolo), mentre l'altro è la ripresa dell'interesse per la musica delle tradizioni musicali circostanti. Questo è stato fatto per creare un legame con l'estetica e le tecniche musicali di queste culture musicali vicine, con l'obiettivo di recuperare ciò che un tempo era un corpo culturale relativamente unificato. In generale, ci si riferisce a questa famiglia di tradizioni musicali come musica iraniana-araba-turca, che condividono molto in termini di tratti estetici. Nayeb Mohammadi è inserito in entrambi i movimenti, sia attraverso le sue composizioni nell'album "Sarkhâneh" sia nel suo successivo lavoro indipendente, "Modulating Tunes", che rappresentano in particolare la manifestazione del primo movimento (uno stile che oggi potremmo definire "neoclassico"). Oppure attraverso i suoi ultimi due album, che presentano deliberatamente tracce riconoscibili di musica araba. Un altro suo album, "Rey to Rūme", un viaggio musicale dalla città di Tehran (Rey) alla Rūm dominata dagli Ottomani, rappresenta simbolicamente l'attenzione del compositore alle radici e il suo interesse a ristabilire il collegamento tra culture musicali che sono state separate l'una dall'altra. Indubbiamente, il suo strumento, l'oud, e la sua formazione con alcuni maestri arabi, come Salem Abdul Kareem, hanno svolto un ruolo nello sviluppo di questo interesse e del senso di parentela e inclinazione verso la riconnessione. Tuttavia, oltre al fatto che il linguaggio iraniano del suo modo di suonare l'oud è rimasto indipendente dall'influenza di queste tendenze e interessi, la sua vicinanza e il suo coinvolgimento nei suddetti movimenti di rinascita sono andati ben al di là di una partecipazione passiva, piuttosto sono stati pienamente consapevoli. Il successo di Nayeb Mohammadi in questi ambiti non dipende da supporto intellettuale e discorsi teorico-storici, né da ciò che potremmo chiamare “l’attrattiva delle tendenze nell’arte”. Piuttosto, è interamente dovuto alle sue capacità artistiche e alla sua mente creativa, evidenti nella realizzazione e nello sviluppo di idee melodiche e ritmiche, sfumature modali e architettura formale delle sue opere, compreso il suo recente album “A Memento of Istanbul”. In questo nuovo album, a differenza di molti giovani musicisti della sua generazione che respingono radicalmente il repertorio modello della musica classica iraniana (radif), Nayeb Mohammadi crea una suite strumentale per oud solo, che inizia con un’introduzione metrica, in sintonia con il modo in cui una suite è organizzata nella moderna tradizione della musica classica iraniana. Tuttavia, conformemente alla vecchia tradizione e seguendo il movimento neoclassico, questa introduzione aderisce alla forma compositiva del “pishrow”. Ciò che segue è un lungo momento di improvvisazione (oltre 25 minuti), che inizia con una melodia derivata dal refrain di "pishrow" (molâzemeh o taslim), ma comprende in vari momenti motivi melodici tratti dal repertorio del “radif”. L'intera improvvisazione si sviluppa grazie all'interazione tra tensione e distensione (tension and release) rispetto al polo del modo. Queste “tensioni” possono essere insite nei modelli melodici e ritmici dati. Questo viaggio musicale, ispirato ai ricordi del lungo soggiorno del compositore a Istanbul, non soffre in alcun momento della sua progressione di bruschi cali di energia, spesso riscontrati nelle opere di molti giovani musicisti contemporanei, che iniziano sempre i loro lavori con buone idee e grande energia ma perdono slancio a metà strada. Per quanto riguarda questo nuovo album, in tutta questa suite senza soluzione di continuità e coesa, l'attenzione dell'ascoltatore rimane concentrata sulla musica, sia nei momenti di intensa tensione che in quelli di serena calma, che durano quanto necessario, tendendo a sequenze di introspezione e profondità. Il lavoro è ricco di variazioni melodiche, che vanno da fraseggi mozzafiato che ritardano le risoluzioni cadenziali a un espandere creativo delle melodie derivate dal "radif", talvolta fondendosi con colorazioni puntuali e armoniose. Un esempio su tutti è la ripetizione di una melodia nel registro grave alla fine del brano: un raro ed eccezionale esempio di un brillante basso nella musica iraniana su uno strumento tradizionale. Dopo una gioiosa melodia priva di intensi contrasti, la modulazione verso la fine del brano raggiunge momenti di contemplazione, tornando infine alla modalità principale. Questo conduce alla conclusione della suite: contrariamente all'aspettativa convenzionale che vuole che tali suite si concludano con un brano danzante e spensierato che liberi la mente dell'ascoltatore, l'intera suite di "A Memento of Istanbul" si conclude con grazia e leggerezza, derivanti dalla semplicità e dall'accessibilità della melodia con le sue sequenze discendenti. www.navaarts.co.uk
 

Prof. Sasan Fatemi

Traduzione di Ciro De Rosa

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