João Donato (1934–2023)

 Nel 1965 è protagonista a Los Angeles delle registrazioni di “Bud Shank & his Brazilian Friends”, con l’altosassofonista statunitense e Rosinha de Valença (chitarra), Sebastião Neto (basso) e Chico Batera (batteria).


Il rapporto con Bud Shank sarà di lunga durata e li vedrà pubblicare insieme nel 2007 “Uma tarde” insieme a Luiz Alves, Bruno Araújo, Eloir De Moraes, Robertinho Silva e Rodrigo Scofield.

Per la RCA realizza nel 1967 lo storico “The New Sound of Brazil” dedicato alla bossa nova, con due composizioni firmate insieme a João Gilberto (“Coisas Distantes”, “Glass Beads (No Coreto)”) e riletture di Bonfà, Caymmi, Jobim, Menescal, Vinicius De Moraes.


A lasciare il segno negli anni Settanta sono almeno tre dischi, a cominciare da “A bad Donato” del 1970 realizzato a Los Angeles per l'etichetta californiana Blue Thumb e in seguito ripubblicato come CD da Dubas: il lato “cattivo” mette insieme funk, psichedelia, soul, suoni afrocubani, jazz fusion. 


Nel 1972 Dom Um Romão lo vuole con sé a New York per un’incisione con la Muse Records dove John Fields non si lasciò scappare l’occasione e lo invitò a registrare un album. Con un viaggio a breve in Brasile già prenotato, Donato si rivolse a Deodato per confezionare i suoi temi, occasione preziosa per vederli suonati, in “Donato/Deodato”, uscito nel 1973, da un gruppo stellare con Airto Moreira, Ray Barretto, Randy Brecker


Il 1973 è soprattutto l’anno dell’album “Quem é Quem”, con il successo “A rã” scritta in collaborazione con Caetano Veloso, una canzone che rende omaggio in musica all’amico Stan Getz: il testo recita “corogondó" e "ganzainguê", riferimento al carattere del sassofonista che da sobrio appariva timido e riservato, nel suo guscio come il frutto di mare “corogondó"; ma che con qualche bicchiere si scioglieva diventando al tempo stesso roseo come un “ganzainguê”, una specie di rana della foresta amazzonica, con la canzone che si sviluppa lungo quattro sezioni, iterativamente, un po’ come una rana che avanza sulle sue quattro zampette.


Per i testi delle sue canzoni Donato ricorreva volentieri ad altri compositori. Memorabile è rimasta la collaborazione con Gilberto Gil per “A Paz” che il cantante bahiano ricorda così: “João Donato arrivò con una melodia che aveva scritto per una ragazza, Leila. Entrò e disse: ‘Gil, scrivi un testo per questa canzone’. Aveva scritto diverse canzoni per Leila. Ricordo che avevo fretta di uscire, ma lui mi disse: ‘Fallo, lo sai fara in fretta’. Rimase lì sul divano, si addormentò, si assopì per un po' e quando si svegliò avevo già scritto il testo”.


“Lugar Comum” del 1975 è il secondo album di Donato in cui le composizioni hanno un testo. Gilberto Gil è l'autore dei versi e racconta che: "I testi di 'Lugar Comum' sono stati scritti a Itapuã, in estate, sollecitati dalla bella sensazione di essere lì, in un luogo comune per tanta gente comune - dall'idea di comunità. I versi finali riaffermano la mia ossessione per l'eterno ritorno, l’idea di yin-yang, del feedback, dell'intreccio vita-morte e della tensione fra opposti: l'uno che dà il due, il due che dà il tre e il tre che dà tutto”, riferimento al 49° verso del Tao te ching, il Libro della Via. Anche la musica, composta da João Donato viene da lontano, dal fiume Acre. Così ne ricorda la genesi Donato: “L'origine della canzone fu il fischiettare di un uomo che scendeva in canoa il Rio Acre, a Rio Branco. Il fiume attraversa il centro della città. All'imbrunire ero lì, avrò avuto circa sette o otto anni. Passò una canoa con un uomo che fischiettava e io provai per la prima volta in vita mia una sensazione di malinconia, sconosciuta fino ad allora. Continuavo a pensare: ‘Perché mi sento così?’ Sapevo che quella sensazione proveniva da quel fischiettare e la melodia mi è rimasta in testa”.


Due brani che sono ugualmente entrati nel repertorio della musica popolare brasiliana sono stati incisi nel 1995 in “Coisas Tão Simples”, l’album prodotto da João Augusto per la EMI con "Doralinda", in collaborazione con Cazuza, e con nuove collaborazioni con Lysias ("Fonte da saudade"), Norman Gimbel ("Everyday"), Toshiro Ono ("Summer of temptation"). A farsi strada sono state soprattutto  “Bananeira”  e “Emoriô”.


Anche per “Ê Menina / Emoriô” spicca la collaborazione con Gilberto Gil per i versi della canzone: Emoriô rimanda a una frase in yoruba "E mo ri O", che significa “io ti vedo”, un riferimento all’orixá Oxalá e al suo un rapporto con "il sole, la luna e il cielo" elementi associati alla creazione del mondo. Donato e Gil arrangiarono “Emoriô” a ritmo di ijexá e ne fecero un successo negli anni Settanta in Europa con una prima cover nel 1975 nel doppio album di Fafá de Belém pubblicato in Portogallo,


Pubblicato la prima volta il 31 dicembre del 2005 e poi rilanciato nel 2010, “Sambolero” lo consacra maestro nella fusione fra jazz e musiche brasiliane, coronato a Novembre 2010 con il premio Grammy.


Nel 2010 Donato riprende anche il filo compositivo da cui era scaturita nei primi anni Settanta “Amazonas” e con Joyce Moreno realizza l’album “Amazonas 2”.


Il 2021 lo vede registrare con Jards Macalé ad Araras, nella regione montuosa di Rio de Janeiro, “Síntese do lance”, album prodotto dall’etichetta Rocinante che nasce da un'idea del chitarrista, poeta e compositore Sylvio Fraga che ha coinvolto nella produzione anche Pepê Monnerat il trombonista Marlon Sette.

Il 17 luglio e poi nella camera ardente al Teatro Municipale di Rio, tutti avevano in cuore “Minha Saudade”.


Alessio Surian

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