Casa del Vento – Live a Sant’Anna di Stazzema (New Model Label/Audioglobe, 2023)

È l’ottobre del 1991 quando una grande casa in pietra sulle colline di Arezzo ospita le prime prove dei Teach na Gaothe, che in gaelico vuol dire appunto Casa del Vento. I primi passi sono nel solco dell’Irish folk, ma pian piano il progetto si evolve incrociando il folk, il rock, ma anche la canzone d’autore e quella politica, mentre lo sguardo è rivolto all’impegno militante, alla denuncia sociale e alla conservazione della memoria. Ha preso, così, il via un percorso artistico ormai trentennale scandito da una intensa attività live e collaborazioni di prestigio con artisti come Elisa, Ginevra di Marco, David Rhodes, Ascanio Celestini e l’indimenticato “Erriquez” Enrico Greppi della Bandabardò, ed impreziosito da tredici album tra cui meritano una citazione lo splendido “900” del 2000 con la partecipazione di Stefano “Cisco” Bellotti, allora frontman dei Modena City Ramblers, “Al di là degli alberi” e “Sessant’anni di Resistenza” del 2004 e l’Ep “Seeds in the wind” del 2011 con Patti Smith con la quale collaborano alla realizzazione di “Banga”. Più recenti sono il monumentale box set “Semi nel vento”, pubblicato in occasione dei venticinque anni di carriera e quel gioiellino che è “Alle Corde” del 2022. 
A distanza di poco meno di un anno da quest’ultimo, la formazione aretina torna con “Live a Sant’Anna di Strazzema”, album dal vivo che documenta il fortunato tour di presentazione del loro ultimo disco in studio. Abbiamo intervistato il frontman del gruppo Luca Lanzi per farci raccontare questo nuovo lavoro.


“Live a Sant’Anna di Stazzema” celebra i trent’anni di attività del gruppo. Come si è evoluto il questo anno il vostro approccio al songwriting?
Sicuramente vi sono stati alcuni cambiamenti ma direi che vi è stata sempre, perlomeno nelle ballate, un'impronta allo storytelling, sia del descrivere vicende del passato che quelle del presente. Quando sviluppiamo una idea musicale cerchiamo di crearci intorno un contorno adeguato con scelta di arrangiamenti e parole. Filtriamo tante possibilità prima di essere convinti del risultato finale.

Quanto è stato importate nel vostro cammino artistico l’incontro con Patti Smith? Quanto vi ha arricchito questa prestigiosa collaborazione?
Ci ha dato naturalmente una grande autostima. Ci ha fatto confrontare con il suo modo di fare musica e arte. Per esempio nella costruzione armonica e melodica di una canzone. Suonare con lei, faccio un esempio, un brano come Pissing in a river, un brano apparentemente semplice, ci ha fatto capire quanto sia importante lavorare sull'evoluzione delle melodie anche in un pur semplice giro armonico, oltre al linguaggio testuale che deve essere piu' poetico e metaforico.

Dal punto di vista musica com’è cambiata la vostra ricerca musicale da “Senza Bandiera” a “Alle corde”?
Sicuramente ci sono stati dei cambiamenti naturali e inevitabili. Non penso si possa considerare la Casa del Vento come una band tipicamente folk derivativa di quel tal gruppo o di un altro. Basta ascoltare gli arrangiamenti di brani come Kenmare o Raccontami ancora densi di sezioni d'archi, pianoforte e dinamiche ben riuscite, cose che non si ritrovano in altre band. Bisognerà cominciare a considerare la 
Casa del Vento anche come qualcosa di diverso da altre esperienze.

Quanto è importate la dimensione live per Casa del Vento?
Moltissimo perchè è attraverso l'incontro col pubblico che si stabilisce per prima cosa una connessione con chi ascolta creando un senso di condivisione. E in piu' suonare dal vivo ti restituisce i feed back  necessari per comprendere bene se ciò che stai facendo ha un impatto o meno sul pubblico.

“Live a Sant’Anna di Strazzema” vede la collaborazione con il Quartetto Euphonia? Quanto ha arricchito il vostro suono il contributo del quartetto?
Abbiamo voluto la presenza del quartetto perchè a Sant'Anna volevamo sublimare e rendere ancor piu' delicate e profonde certe nostre canzoni. Una forma di rispetto e un rendere omaggio ai Martiri della piu' atroce strage nazista in Toscana.

Quale criterio seguite solitamente nella scelta dei brani da suonare sul palco?
Solitamente la scaletta viene decisa dal contesto in cui suoniamo. I concerti all'aperto necessitano di canzoni e sound più energici. In piccoli club o situazioni più intime suoniamo più ballate perchè si instaura una atmosfera più intima.

Quali emozioni ha suscitato in voi suonare a Sant’Anna di Strazzema, teatro della strage nazista del 12 agosto 1944?
Suonare nel giardino della chiesa di Sant'Anna ci ha dato emozioni fortissime. Abbiamo cercato di "riportare vita" e spunti di riflessione in un luogo così fortemente segnato dalla tragedia.

Nel live non manca una intensa versione “Girotondo a Sant’Anna” dal vostro ultimo album in studio. Com’è nato questo brano? 
E' nato vedendo una foto di un girotondo bambini scattata proprio davanti alla chiesa di Sant'Anna pochi giorni prima della strage. Il girotondo simboleggia l'idea di sostegno e protezione, un antidoto contro la guerra e la violenza. Purtroppò ando diversamente.

Concludendo. Quanto è importate oggi cantare canzoni che affondano le radici ispirative nella storia e nella memoria collettiva e sono permeati da tematiche sociali?
Dal nostro punto di vista è necessario e a livello personale anche terapeutico per tentare nel nostro piccolo di mettere in guardia dai deliri del passato per scongiurare il ripetersi di forme di razzismo o restringimento di forme di libertà.


Casa del Vento – Live a Sant’Anna di Stazzema (New Model Label/Audioglobe, 2023)
#CONSIGLIATOBLOGFOOLK

Situata sul margine meridionale delle Alpi Apuane in provincia di Lucca, Sant’Anna di Strazzema è una piccola frazione teatro di uno dei più crudeli massacri perpetrati dai soldati tedeschi durante la Seconda Guerra Mondiale in Italia. All’alba del 12 agosto de 1944 tre compagnie della 16 SS-Panzergrenadier-Division “Reichsführer-SS” al comando Gruppenführer Max Simon e con l'ausilio di alcuni militari della Repubblica Sociale Italiana, in poco più di tre ore massacrarono cinquecento persone, tra cui molti bambini. Un atroce atto terroristico premeditato che la Casa del Vento ha voluto ricordare con “Girotondo a Sant’Anna”, brano tra i più intensi e struggenti del loro ultimo album in studio “Alle Corde” del 2022. La scelta di pubblicare a distanza di un anno da quest’ultimo, “Live a Sant’Anna di Strazzema” chiude, così, un cerchio della memoria. Registrato l’11 agosto del 2022 in concomitanza con l’anniversario della strage, il disco è un documento prezioso non solo sotto il profilo prettamente musicale, ma è soprattutto una lezione di storia collettiva, un frammento di quella Resistenza a cui è oggi più che mai necessario guardare. L’ascolto di questo album arriva proprio in concomitanza con le celebrazioni della Festa della Liberazione, quel venticinque aprile che dovrebbe appartenere a tutti, ma che qualcuno ancora fa fatica a riconoscere nella sua essenza fondativa per la nostra nazione. Ogni brano è, dunque, l’occasione per volgere lo sguardo non solo al passato, ma anche al nostro presente a quelle forme di resistenza più che mai necessarie per conservare vivo e vitale, ciò che ci è stato consegnato dalle mani dei Partigiani: la libertà, la democrazia, i diritti sociali. Sul palco di Sant’Anna di Strazzema, c’è la Casa del Vento nella line-up più recente che annovera il frontman Luca Lanzi (voce, chitarra acustica, banjo),  Francesco “Fry” Moneti (chitarra elettrica, mandolino, banjo, bouzuki),  Sauro Lanzi (fisarmonica, piano, tastiere, tromba, tin whistle),  Massimiliano Gregorio (bassi), Fabrizio Morganti (batteria, percussioni) e Andreas Petermann (violino) a cui per l’occasione si sono aggiunti gli archi del Quartetto Euphoria ad ampliare la già ricca gamma sonora del gruppo. Augurato un “buon ascolto”, il gruppo aretino propone una magnifica versione dell’attualissima “Danza del Mare”, uno degli episodi più toccanti di “Alle Corde”, a cui è affidato il racconto del dramma dei migranti che affrontano i viaggi della speranza a bordo di barconi alla ricerca di un futuro migliore, trovando spesso la morte in mare. Si prosegue con la riflessiva “La tua vita” un invito a non vendere i propri sogni e la propria libertà, che fa da preludio a “I cinque fiori della speranza” nella quale vengono ricordati cinque giovani partigiani toscani impiccati durante la resistenza. La già citata e commovente “Girotondo a Sant'Anna” fa da preludio ad un'altra storia di Resistenza “Alberi rami e foglie” nella quale viene rivocato l’eccidio di Vallucciole (Ar) del 13 aprile 1944 durante il quale i militari nazisti della 1º reggimento Flak della divisione Herman Göring uccisero oltre cento persone. Il tema dei migranti ritorna in “Mare di Mezzo”, ispirata ad una chitarra costruita dal liutaio cortonese Giulio Carlo Vecchini, assemblando i legni recuperati dai relitti dei barconi approdati a Lampedusa. Ne “Il pane e le spine” ritornano i ricordi della Seconda Guerra Mondiale della madre di Luca Lanzi, mentre nell’evocativa “Notte di San Lorenzo” viene rievocata la rappresaglia nazista del 14 luglio 1944 quando nell’aretino furono uccise sedici persone, tra cui Silvestro, il nonno di Luca e Sauro Lanzi. Il ritmo si fa più trascinante con gli echi balkan di “Terra nella terra”, “Circus La Pauvrete'” e “Carne da Cannone” che ci guidano verso il finale con la poetica “Il fiore del male” e una brillante resa folk-rock di “Bella Ciao” a cui è affidata la chiusura. Insomma, “Live a Sant’Anna di Strazzema”, come detto, è un disco da ascoltare con grande attenzione per l’impeccabile resa dal vivo del gruppo, ma soprattutto per tornare con la memoria a pagine da non dimenticare della nostra storia e del nostro presente.
Il disco è stato pubblicato in cd e in digitale e, a breve, vedrà alla luce anche in vinile.


Salvatore Esposito

Foto di Passerotti (4, 5)

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