Margherita Fava – TATATU (Autoprodotto, 2023)

Figlia di musicisti esperti di musiche barocche e medievali, Margherita Fava ha cominciato a suonare il pianoforte a dieci anni, si è incamminata verso il jazz: ha studiato pianoforte con Xavier Davis alla Michigan State University, rivolgendo la sua attenzione alle radici africane e creole del jazz, alle sue declinazioni in città chiave come Chicago, Detroit, New York, soprattutto per quanto riguarda il ruolo delle sezioni ritmiche storiche; per il master ha frequentato l’University of Tennessee dove ha studiato pianoforte con Eric Reed. A Knoxville, dove vive, collabora con la Jazz Orchestra e partecipa ai Knoxville Jazz Workshop. Ad agosto 2022 è uscito il suo primo EP, con brani originali, “Okra/Search of the Unknown”. Dopo sette anni di studi ed attività musicali negli Stati Uniti, il 10 marzo, a ventisette anni, con il bassista e compositore Rodney Whitaker come produttore, ha pubblicato il suo primo album: sei composizioni originali e due standard, registrati a novembre 2022 allo Stone Soup Studio di Maumee, in Ohio, con Gregory Tardy al sassofono tenore e al clarinetto, con cui ha studiato composizione all’università del Tennessee. La sezione ritmica è completata da Javier Enrique, nicaraguense cresciuto a Miami, al contrabasso e Michael J Reed alla batteria, a sua volta titolare di due riusciti album in quartetto: “A Walk of Perspective” (2018) e “Remove All Fear” (2021). Oltre ai suoi numerosi lavori solisti (soprattutto con la SteepleChase) Tardy vanta un ampio ventaglio di collaborazioni che, fra i pianisti, spaziano da Andrew Hill a Eddie Palmieri. In “TATATU” è decisamente a suo agio e lo si sente fin dal brano iniziale, il breve e lirico “Face Off,” interpretato a quattro mani (pianoforte e sassofono tenore), in sintonia con i dialoghi fra Keith Jarrett e Jan Garbarek immortalati 44 anni fa in “Personal Mountains”. La raffinata e articolata composizione “Bird of Passage,” permette sia a Fava sia a Tardy, al clarinetto, di dispiegare le proprie narrative, con melodie che evitano le ripetizioni e passaggi che rimandano a riferimenti sefarditi, con Tardy abile nei cromatismi, e Fava che introduce nuove soluzioni armoniche per poi lasciare nuovamente spazio ad un serrato solo di Tardy. Quando Fava riprende il filo del discorso con il tema principale non siamo ancora di fronte al finale: il quartetto lo affida a Michael J Reed con un solo di batteria su un sostenuto pedale collettivo. Con Javier Enrique e Michael J Reed Fava aveva creato un forte legame musicale ai tempi in cui erano tutti e tre studenti alla Michigan State University. L’introduzione di “Resilience” mette in evidenza la linea di basso e l’ottima intesa della sezione ritmica, spina dorsale di una suite che racconta la capacità di rialzarsi di fronte a qualsiasi rovescio. I due standard vengono inseriti nella parte centrale della scaletta: “Rhythm-a-ning” di Thelonious Monk è l’occasione per sciogliere le briglie e swingare fuori dagli schemi armonici, mentre “All the Things You Are” di Jerome Kern, ha nella re-invenzione armonica il proprio punto di forza, insieme alla felice intuizione del trasformare il tempo in 4/4 della versione originale in uno scorrevole valzer. Per lanciare l’album Margherita Fava ha scelto il brano “Tidal Waves” ed ha usato per il video un’immagine di onde agitate: l’esecuzione si dimostra in grado di seguire il mare nelle sue diverse metamorfosi, seguendo le alte e basse maree, la calma come la tempesta, mettendo in luce l’attenzione ed il talento di Margherita Fava per le melodie, tanto nei temi, quanto nelle sue improvvisazioni, ma anche offrendo a Tardy giri armonici e nuclei tematici ideali per i suoi assoli, ed inserendo ostinati che giocano a favore degli interventi percussivi di Reed. Un album riuscito sotto tutti gli aspetti, dal carattere delle melodie e degli arrangiamenti, al palpabile gioco di squadra su cui si innestano improvvisazioni convincenti e sempre ben costruite, alla cura del suono affidata alle capaci mani di Eric Sills e Dave Darlington in fase di missaggio e mastering. 


Alessio Surian

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