Atahualpa Yupanqui

Un’amnistia dei reati politici consentirà il suo ritorno in Argentina dove inizia a lavorare per il quotidiano "El Popular", un giorno di ottobre del 1932 gli tocca di scrivere il necrologio di Bautista Almirón, il suo vecchio insegnante di musica. A questo punto, siamo nel 1934 e Hector Roberto Chavero diventa Atahualpa Yupanqui cominciando una vera e propria carriera solista a Buenos Aires. Atahualpa era il nome dell’ultimo sovrano inca, fatto vigliaccamente garrotare davanti a moglie e figlioletti il 26 luglio 1533 dal conquistatore spagnolo Francisco Pizarro González nonostante l’oro ricevuto per il suo riscatto. Pachacutec Inca Yupanqui invece di quell’impero era stato il fondatore. Nel 1938 scopre la località di Cerro Colorado a 150 km a nord di Córdoba, dove un abitante, Eustacio Barrera, padre di Patricio "El Indio Pachi", gli dona un terreno per ringraziarlo della gentilezza di offrirgli concerti privati a domicilio dato che è paralitico. In quel luogo costruirà a partire dal 1951 la sua dimora che chiamerà "Agua Escondida" e che è diventata ufficialmente la casa-museo e dove sotterrate in giardino riposano oggi le sue ceneri. Nel 1942 a Tucumán incontra Antoinette Paule Pepin, detta Nenette, pianista concertista, nata a Saint-Pierre e Miquelon (Saint-Pierre eta Mikelune in basco e Sant-Pêr-har-Mìkelon in bretone) una collettività d’oltremare di proprietà francese formata da un gruppo di diciassette isole montuose nell'Oceano Atlantico a sud di Terranova. E’ arrivata in Argentina a vent’anni nel 1928 col padre Emmanuel, commerciante francese discendente di marinai e la madre Henriette Fitzpatrick, canadese di origine irlandese di Dublino. Nenette adora il folklore argentino e vuole a tutti i costi ascoltare la musica di Atahualpa. Il loro incontro sarà fondamentale per il chitarrista in tutti i sensi, l’8 settembre del 1948 nascerà il loro unico figlio Roberto "Kolla" Chavero (Atahualpa ha già tre figli nati in precedenza). Nel 1947 soggiorna presso Pablo Neruda in Cile, si iscrive al Partito Comunista, pubblica articoli sui giornali di sinistra Orientación et La Hora. Immediatamente scatta la censura argentina: non potrà realizzare dischi, i concerti saranno boicottati, le 
sue opere non potranno essere diffuse e sarà vietato perfino pronunciare il suo nome. Impossibilitato quindi a lavorare in patria, nel 1949 si reca clandestinamente in Uruguay, prima di partire grazie all’organizzazione del Partito Comunista Argentino, per l'Europa orientale dal 25 agosto 1949 al 20 agosto 1950. Dopo quaranta ore di volo con scali a Dakar, Lisbona e Ginevra, Atahualpa arriva a Parigi, il 25 agosto 1949 ma riparte il giorno seguente per dieci mesi di concerti in Cecoslovacchia, Ungheria e Romania. Al termine dei quali a Bucarest attende pazientemente il visto per recarsi nuovamente a Parigi dove arriverà il 31 maggio 1950. I compagni-poeti Louis Aragon e Paul Eluard lo aspettano entusiasti e gli organizzano all’istante un concerto alla fine del quale a casa di quest’ultimo incontra la cantante Edith Piaf. Prima di tornare a Buenos Aires il 20 luglio lei lo vuole assolutamente sul palco del teatro Athénée di Parigi. Quel successo gli permetterà di registrare in seguito i suoi primi dischi a 78 giri presso La Boite à Musique e soprattutto Le Chant du Monde. Torna in Argentina ma la censura non è terminata e nel febbraio del 1951 viene arrestato dalla Sezione Speciale e torturato, gli schiacciano anche la mano destra con una macchina da scrivere, ignorando che lui era un chitarrista mancino. Dal 1953 Nenette prende a firmare la musica di diverse canzoni di Atahualpa, utilizzando lo pseudonimo di Pablo del Cerro, “Pablo” traducendo al maschile spagnolo il suo nome Paule e "del Cerro" in omaggio alla casa di Cerro Colorado. Le prime composizioni saranno "Chacarera de Las Piedras", "El Vendedor de Yuyos" e "El Alazan" e alla fine diventeranno ben 63 i brani da lei composti. I due si sposeranno civilmente il primo agosto del 1962 a Tlaxcala in Messico perché la legge argentina non riconosce il divorzio e considera lui sempre legato alla prima moglie Maria Alicia Martínez. Atahualpa subirà diverse critiche sia da parte delle autorità, che
continuano a reputarlo un sovversivo, sia da parte dell’opposizione comunista per aver abbandonato il partito nel 1951, sentendosi manipolato. Pur essendo la sua arte sempre più apprezzata ovunque e lui stimato e rinomato la situazione politica nel suo paese limiterà nuovamente la diffusione delle sue opere a partire dal 1976 fino al 1983. A inizio 1979 comunque potrà finalmente sposarsi regolarmente con Nenette in quanto rimasto ufficialmente vedovo della prima moglie. Nel 1968 rispondendo ad un invito della televisione spagnola coglie l’occasione di tornare a Parigi e registrare "Soy Libre! Soy bueno!" il primo di una serie di commoventi e memorabili 33 giri ospitati all’interno della prestigiosa collana "Le Nouveau Chansonnier International", seguiranno "Duerme negrito" (1969), "Preguntitas sobre Dios" (1969), "Guitare des Andes" (1970), "Basta Ya" (1971), "El Payador Perseguido" (1973), "Canción para Pablo Neruda" (1974), "Camino del Indio" (1977), "Vidala del Silencio" (1979) e "Madre del Monte" (1981). Scriverà numerosi libri e molte canzoni riprenderanno i testi di proprie precedenti poesie. Al 1980 risale invece la prima apparizione in Italia, quando gli fu assegnato dalla Settima Rassegna della Canzone d’Autore, l’annuale Premio Tenco riservato all’artista straniero. Alla serata del 30 agosto 1980, al Teatro Ariston di Sanremo la gente ascoltava immobile le sue parole. Appena salito sul palco disse: ”La vita passa, gli anni si scrivono nella carne dell’albero che invecchia, solo tu non passi, musica immortale, tu sei un mondo, solo tu non passi, musica immortale, sono raggomitolato contro il tuo cuore, ascolta la richiesta della vita eterna”. Poi iniziò a suonare uno studio di fine ‘700 composto a Barcellona da Fernando Sor e la gente era senza fiato
davanti alla statura di “Don Ata”, talmente imponente da sembrare un’intera catena montuosa che cantava, un’intera pampa, un intero popolo. I brani eseguiti in quella occasione furono undici: "Preludio en si menor", "Danza de la paloma enamorada", "Danza del mais maduro", "Triste pampeano n° 4", "Danza de paisanos", "Le tengo rabia al silenzio", "Duerme negrito", "La olvidada", "Zamba de Vargas", "Soy libre", "Malambo". Per molti anni Atahualpa risiederà nella capitale francese: da fine aprile 1968 a ottobre 1970 in Rue Cassini, nel 14° arrondissement, vicinissimo all'Osservatorio Astronomico, uno dei più grandi al mondo e poi, dopo un corto passaggio al 58 di Rue Saint Dominique, dall’inizio del 1972 nel Quartiere Plaisance, al 125 di Rue Raymond Losserand, nei pressi della Rue d'Alésia, a 200 metri dalla famosa casa di Jeanne in Rue Florimont, dove Georges Brassens aveva trovato riparo dalla guerra. Spagna, Marocco, Svizzera, Belgio lo magnificavano ma la Francia lo ha accolto forse più di tutti conferendogli già negli anni settanta del secolo scorso la targa di “Artist of International Fame”. Memorabile l’entusiasmo col quale venne accolto nel 1979 alla Salle Pleyet di Parigi insieme al chitarrista classico uruguaiano Oscar Cáceres e a quello flamenco Pedro Soler. Veniva continuamente invitato a suonare in ogni luogo, il che fece assomigliare la sua vita ad un lungo concerto ininterrotto. Quattro volte si recò in apprezzatissime tournées giapponesi (1964, 1966, 1967, 1976). Affermava: “Sono un cantante di arti dimenticate, che viaggia per il mondo affinché nessuno dimentichi ciò che è indimenticabile: la poesia e la musica tradizionale dell'Argentina. Esiste in me un desiderio profondo: essere un giorno traccia di un'ombra, senza alcuna immagine e senza storia. Essere l'eco di un canto, un accordo che ricorda ai fratelli la libertà dello spirito”. Nella poetica di Atahualpa il tema dell’amore, com’è comunemente inteso, è del tutto assente perché la sua stella polare è “camminare”
e chi cammina si allontana, separandosi anche da chi ama. “Io non canto alla luna solo perché illumina, canto a lei perché conosce il mio vasto camminare. In qualcosa siamo simili con la luna della solitudine: io vado camminando e cantando ed è il mio modo di risplendere” ("Luna Tucumana"). Nel maggio del 1987 decide di creare a Cerro Colorado la Fondation Atahualpa Yupanqui con l’intenzione che diventasse “un luogo per chi ama l’ecologia, la natura, la botanica e le lingue antiche”. Il 18 settembre 1990 riceverà un Dottorato Honoris Causa dall’Università di Cordoba. Nenette morirà il 14 novembre 1990 e Atahualpa durante la notte tra il 22 e il 23 maggio 1992 in un hôtel francese di Nimes, dove la sera precedente gli era stato reso un omaggio al "Titoit de Titus". Per Atahaulpa, cantautore gaucho di Juan de la Penas che avrebbe voluto volare ai piedi del tempio di Pachacùtec, l’oro del canto valeva più di quello della miniera. Un giorno chiese all’albero di nome Juan il motivo di tanta sofferenza e l’albero gli rispose: "neppure io ho mai imparato a volare, gli uccelli crudeli fanno il nido fra i miei abbracci ma alla fine volano sempre via.” 

Flavio Poltronieri

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