Atahualpa Yupanqui

Il viso di Atahualpa Yupanqui pareva scolpito nella pietra, il suo canto delle Ande profonde provenire dal nord delle solitudini di Catamarca e Tucumàn, il suo suono dal pianto delle spighe di Campo de la Cruz. Districarsi e conoscere con precisione tutte le incisioni fonografiche in giro per il mondo di quel gigante che fu Atahualpa è opera titanica e quasi impossibile da realizzare. Ha composto circa 1500 canzoni, strumentali, poesie e prose. La sua statura musicale è talmente somma che è sufficiente prendere un qualsiasi disco di un qualsiasi anno, fosse anche una qualsiasi raccolta, per rendersene conto. Ascoltare la sua poesia sonora equivale alla sensazione di entrare in una biblioteca intera. Sempre da solo, non gli sono mai servite altro che chitarra, dita e voce, “accompagnamento” o “sovraincisione” erano parole del tutto sconosciute nel suo vocabolario. Le più vecchie registrazioni conosciute sono tre 78 giri argentini del 1936, contenenti tra l’altro "El Camino Del Indio", sua prima composizione ispirata alla morte nel 1917 di Don Anselmo, indiano di Tafi Viejo, che gli raccontava vecchie storie dimenticate. All’epoca di quella incisione aveva 28 anni ma la canzone era stata scritta già dieci anni prima. Non siglerà contratti discografici fino al 1941 e perciò molti dischi non portano la sua firma. 
Il successo arriverà con il primo viaggio europeo quando nell’agosto del 1949 si reca nei paesi dell’est per rimanervi fino al maggio successivo. Era questo l’unico modo per continuare a suonare poiché in Argentina veniva censurato a causa del proprio credo politico comunista e ciò perdurerà fino al 1953. Atahualpa nacque Hector Roberto Chavero il 31 gennaio 1908 nel Distretto di Pergamino, nord-est della provincia di Buenos Aires, da Higinia Carmen, donna di origini basche e da José Demetrio, uomo creolo nomade di sangue quechua che amava suonare la chitarra, allevare cavalli e soprattutto leggere. Dopo il matrimonio José inizierà a lavorare nelle ferrovie per diventare capostazione di terza categoria, l’ultima, che lo porterà a frequenti trasferimenti con moglie, figli (Maria del Carmen, Hector Roberto e Demetrio Alberto) e le sue due preziose scatole di libri. Hector Roberto già da giovanissimo manifestava un’attrazione viscerale verso la chitarra ma il padre preferì avviarlo all’età di sette anni allo studio del violino. Solamente che l’insegnante lo sorprese a suonare una vidala...con l’archetto e dopo meno di un anno le lezioni terminarono. A quel punto il genitore si arrese all’evidenza e lo affidò agli
insegnamenti di chitarra classica del maestro Bautista Almirón, concertista, la cui figlia Lalyta sarebbe diventata a sua volta una chitarrista prodigio. Il 14 novembre 1921 purtroppo il padre di Atahualpa si suicidò e a lui, appena tredicenne, toccherà fare diversi lavori per contribuire alla sopravvivenza della famiglia: muratore, mandriano, magazziniere, fornaio, pugile, correttore di bozze, tipografo, giornalista. A scuola aveva anche composto una monografia riguardante i dodici ragazzi inca suoi compagni di scuola, che firmò per la prima volta con il soprannome di "Yupanqui". Sette anni dopo inizierà a suonare pubblicamente la chitarra nei club locali, quindi a Buenos Aires, Santa Fé e Rosario dove le opportunità sembravano maggiori. Si autodefiniva “trovatore perseguitato” e attraversò a dorso di mulo le vallate della pampa argentina, a stretto contatto con i lavoratori sfruttati cantando delle loro miserie e delle loro fatiche. Non cantava mai dei propri singoli problemi ma sempre di quelli della comunità sociale più sciagurata “le pene e le bestie vanno per gli stessi sentieri, le pene sono per noi, le bestie degli altri” ("El Arriero"). Nei suoi testi l’indio appariva umile e miserabile creatura ma dentro se stesso era un vero principe. In fiera solitudine e in costante cammino, Atahualpa era alla continua ricerca della luce interiore, sentendosi egli stesso un sentiero. Con l’unica silenziosa compagnia del fratello-cavallo viveva in totale simbiosi con una natura che comunica attraverso pietre, alberi, orizzonti e orme. Si trovava nella provincia di Entre Rios, nel gennaio del 1932 all’epoca della fallita "rivoluzione" dei fratelli Kennedy di cui condivideva le idee, ricercato dalle autorità, si auto-esiliò in Uruguay tra maggio e ottobre 1932. 

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