Rete Italiana della World Music: prospettive e criticità

Gli ultimi anni ci hanno consegnato l’Italia come un Paese sempre più diviso e frammentato tra scissioni, separazioni più o meno consensuali, e steccati alzati a difesa di interessi e consensi. Non si può, così, non salutare con grande favore la nascita di un aggregatore culturale con protagoniste alcune delle associazioni che rappresentano i principali festival che operano nell’alveo delle musiche del mondo. Se da un lato nel corso degli anni, diversi sono stati i tentativi di “fare rete”, “consorziarsi” e porsi come interlocutori privilegiati con le istituzioni, anche sotto l’egida di consolidate organizzazioni musicali, dall’altro si è dovuto constatare il loro mesto naufragio tra lunghi incontri e discussioni, veti incrociati, “orticelli” da difendere e mutue diffidenze che non hanno fatto altro che aumentare le distanze tra le diverse realtà. A fronte di ciò, e nonostante tutto, si sono consolidate diverse collaborazioni e piccole filiere di rassegne che hanno dato vita a interessanti co-produzione originali, scambi di scambi. D’altra parte, molto attivo e con esiti finora realistici e credibili è il network Italian World Beat che si è posto da oltre un lustro come agenzia di promozione internazionale della musica world italiana che opera presso le principali fiere musicali internazionali ed è già un punto di riferimento culturale per molti operatori stranieri. Ciò detto, senza dubbio la nascita della Rete Italiana della World Music rappresenta, dunque, un momento cruciale per la scena world, folk o trad, che dir si voglia in Italia. Non solo un'occasione da non perdere, anche in considerazione della cornice in cui ha preso vita, ma una vera e propria ultima fermata. 
Le questioni sul tavolo sono molteplici e tutte di assoluto rilievo, in una fase in cui è più che mai necessario un costante dialogo e confronto per porsi come riferimento credibile di fronte alle istituzioni. Il modello di riferimento è certamente quello della scena jazz che ha saputo costruire intorno a sé una struttura granitica in cui si muovono artisti, festival, etichette ed anche la stampa specializzata. Dal nostro osservatorio abbiamo, però, constatato una certa timidezza da parte della nascente Rete Italiana della World Music anche nel rendere pubblico l’incontro, lanciato piuttosto in sordina e, in verità, anche con una scarsa ricaduta sulla stampa. Questo primo passo avrebbe meritato e necessitato di ben altra eco e magari di una risonanza bella intensa, di un segnale forte che dicesse: “ci siamo anche noi”. Va detto che solo grazie ad un post sui social siamo venuti a conoscenza della possibilità di assistere alla presentazione online in streaming e a cui avremmo volentieri partecipato anche dal vivo, visto che il nostro magazine si è collocato da lungo tempo come organo di servizio per avviare una riflessione e favorire il confronto tra interlocutori italiani e stranieri (si pensi solo per citare due eventi recenti all’incontro online durante il primo lockdown o la session organizzata nel corso di Musiconnect Italy lo scorso inverno a Pistoia). 

1 Commenti

  1. La rete della WM è sicuramente una iniziativa interessante. Condivido quanto scritto nell'articolo. Importante sarebbe maggiore comunicazione e concertazione tra i vari attori della filiera., forse sulla base di un Manifesto (vision, mission, values) e di obiettivi strategici condivisi.

    RispondiElimina
Nuova Vecchia