Claudio Fasoli 4et – NEXT (aBeat Records, 2021)

Sassofonista e compositore tra i più originali e colti della scena jazz italiana, Claudio Fasoli vanta uno straordinario percorso artistico che, nell’arco di cinquant’anni, lo ha condotto ai vertici del jazz internazionale, segnalandosi per la brillante creatività e la tensione costante verso l’esplorazione di nuovi territori sonori. A riguardo nel “Dizionario del Jazz” di Philippe Carles, André Clergeat e Jean-Louis Comolli si legge: “Fasoli è uno dei più lungimiranti e perspicaci compositori in circolazione, oltre che solista dallo stile personalissimo e riconoscibile”. Dopo aver debuttato nel 1972 nello storico album “Live Suite” del Guido Manusardi Quartet e aver raggiunto il successo negli anni con il jazz-rock sperimentale con i Perigeo, al fianco di Giovanni Tommaso, Franco D’Andrea, Bruno Biriaco e Anthony Sidney, Fasoli si è dedicato a numerosi progetti come leader, mettendo in fila una corposa discografia che documenta l’evoluzione della sua ricerca stilistica, oltre a collaborare, tra gli altri, con Lee Konitz, Mick Goodrick, Manfred Schoof, Kenny Wheeler, Mario Brunello e Giorgio Gaslini. Eletto “Musicista dell’Anno” nel 2018, è stato protagonista del film “Claudio Fasoli’s Innersounds” diretto da Angelo Poli, nonché autore del libro “Inner Sounds” (Agenzia X Edizioni), giunto alla seconda edizione. All’intensa attività artistica, ha affiancato anche quella didattica presso la Scuola Civica di Musica “Claudio Abbado” di Milano, dove ha formato più di una generazione di musicisti. A partire dagli anni 2000, è tornato a concentrare la sua attenzione sul quartetto come formazione di riferimento, dopo aver lavorato intensamente con diversi trii negli anni Novanta. In questo solco, si inserisce il progetto Samadhi, ma soprattutto il più recente “NEXT” che lo vede con il suo sax alla guida di un quartetto nuovo di zecca composto da Simone Massaron (chitarra elettrica ed elettronica), Tito Mangialajo Rantzer (contrabbasso) e Stefano Grasso (batteria). Composto da dieci brani originali, il disco rimanda alle atmosfere elettroacustiche di “Avenir” del 2011, inciso con il progetto Four, ampliandone il raggio della ricerca timbrica e ritmica con l’utilizzo ancor più incisivo dell’elettronica che imprime al sax un forte impatto evocativo, nell’originale ed imprevedibile dialogo con la chitarra elettrica. Ad impreziosire il tutto sono le articolate strutture ritmiche costruite dal contrabbasso e dalla batteria che imprimono alle composizioni di Fasoli un costrutto percussivo ora intenso e vibrante, ora travolgente e nervoso. Durante l’ascolto si spazia attraverso incursioni nel jazz-rock guidate dalla chitarra di Massaron e dal contrabbasso di Mangialajo Rantzer, alla seconda parte del disco in cui le atmosfere si fanno più rarefatte ed evocative. Sotto il profilo compositivo, a colpire è il rigoroso approccio verso la ricerca melodica ed armonica in cui si apprezza la ricercatezza delle dinamiche e dei diversi colori sonori, che si accompagna all’uso di pause ed intervalli, oltre che funzionale ad aperture verso l’improvvisazione. Ad aprire il disco è “Russell Square” in cui giganteggia l’elegantissimo eloquio del sax di Fasoli, a cui seguono il climax jazz-rock di “99 Ryerson St.” nella quale il dialogo tra sax e chitarra si fa via via sempre più serrato spinto dalla potente sezione ritmica, e la riflessiva “Extatiks”, introdotta dal breve frammento “Xas” e nella quale spiccano le alchimie sonore con l’intreccio tra chitarra, sax e elettronica. Se “Ray” è un esempio della raffinata cifra stilistica di Fasoli, le successive “Eso” e “Ali” rappresentano magnificamente la versatilità di questo quartetto in grado di muoversi con abilità attraverso ambientazioni sonore e concettuali differenti. Il vertice del disco arriva con la superba “Arcana” nella quale Fasoli mette in musica quell’insieme di conoscenze sapienziali nascoste che ha attraversato la nostra storia come un fiume carsico, disseminando le sue tracce nella filosofia, nell’arte e nella musica. L’introspettiva “Sad” e il crescendo di “Mix” chiudono un disco dalla magmatica ispirazione, un universo denso di emozioni in cui immergersi in un ascolto attento. www.claudiofasoli.com
 

Salvatore Esposito

Posta un commento

Nuova Vecchia