Ballaké Sissoko - A Touma (Nø Førmat, 2021)

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Nato a Bamako nel 1968, Ballaké è il figlio di Djelimady Sissoko, “maître” della kora: la fortuna di poter ascoltare e osservare a lungo le mani che accarezzano le ventuno corde, fin da bambino. Quando il padre sente che Ballaké, quando può, prova a far suonare lo strumento è lui stesso a insegnargli l’arte musicale e sociale della kora. A tredici anni è già con l’Ensemble Instrumental National du Mali, a dare continuità, con la musica, alla famiglia dei Nyamakalas (Djelis), coloro che vengono interpellati nelle società mandinka in caso di conflitti per proporre mediazioni. Anche la musica nyamakala veicola questo spirito di pacificazione, di attenzione verso relazioni sociali positive e collaborative: musica che si propone di toccare il cuore e di offrire uno spazio sonore per poter rilassare il corpo. In questo senso è una musica capace di emozionare col suo specifico linguaggio persone diverse fra loro, di farsi “capire” anche da persone che non parlano la stessa lingua. Un’arte coltivata nella consapevolezza del valore che il dialogo e il rispetto reciproco hanno nella cultura mandinka; l’arte di essere contemporaneamente sé stessi e con gli altri, del saper ascoltare prima di suonare, di “toccare” tutto con le orecchie prima di toccare le corde della kora con le mani, si tratta di salutare un gruppo o una persona, di un matrimonio o di un funerale. 
Ballaké Sissoko è conosciuto come un musicista che sa dialogare con interlocutori diversi, così come un artista che quotidianamente sa dar forma ai propri sentimenti, spesso suonando tutta la notte, fino all’alba o quasi. Ha realizzato il primo album a suo nome (“Kora Music from Mali”) nel 1998 e quest’anno ha pubblicato il decimo, “Djourou”, indovinando ogni volta un modo poetico e creativo per interagire con artisti da diverse tradizioni musicali. Infaticabile, “A Touma” è nato a margine di “Djourou”, registrando in otto splendidi brani strumentali per la sola kora. L’etichetta Nø Førmat ha deciso di farne un album (stampandolo in CD e vinile) riservato ai soli abbonati (https://pass.noformat.net/). “A Touma” significa “è ora”, questo è il momento, dopo quarant’anni di carriera artistica, di tornare a far ascoltare la kora, da sola, attraverso l’ampio ventaglio di forme e registri di cui è capace. Il suono è limpido, registrato in Belgio in un pomeriggio propiziato dall’acustica rotonda della cappella di Sainte-Apolline. Due brani erano già stati inclusi in “Djourou”: “Demba Kunda” e “Mande Tabolo” offrivano in quell’occasione il lato più intimo della kora. Pur non introducendo mai la parola cantata, brani come “Simbo Salaba” evocano la cultura mandinka e nella melodia trasudano
l’incedere del racconto orale, ispirati dall’epica narrazione delle gesta di Sundiata Keita, fondatore nel XIII secolo dell'Impero del Mali - che abbracciava il Mali meridionale, la Guinea settentrionale, la Costa d'Avorio, il Senegal meridionale e il Gambia. Proprio alla regione sud-orientale del Gambia è dedicato uno dei brani, “Demba Kunda”, dal nome di una cittadina del distretto di Fulladu accanto al parco che prende il nome dalla foresta Gambissara: soprattutto la cadenza iniziale sembra evocare proprio lo scorrere di un fiume, così come fa il Gambia mentre attraversa la densa foresta e incontra i suoi affluenti. Un po’ come fa la kora, mai uguale a sé stessa attraverso queste otto affascinanti tappe sonore, magnifico dono di Sissoko e della Nø Førmat che finalmente ci offrono quaranta minuti filati per ascoltare questo strumento in tutte le sfumature di questo viaggio, per una volta solitario – non era mai accaduto nelle uscite discografiche degli ultimi vent’anni.
 



Alessio Surian

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