Luca Xodo, Paolo Alberto Caneva (a cura di), Antologia di canzoni fragili. Songwriting e musicoterapia, Gesualdo Edizioni, 2021, pp. 380, Euro 25,00

Si fa presto a dire “musicoterapia”: quali sono i protocolli, i setting, le tecniche di chi opera con la musica nelle relazioni di cura? Nel 2007 Paolo Caneva (Cattedra Sperimentale di musicoterapia al Conservatorio di Verona) aveva messo ordine per quel che riguarda il “comporre canzoni” ed aveva pubblicato con Armando “Songwriting. La composizione di canzoni come strategia di intervento musicoterapico”. Da allora molta musica e molte canzoni sono passate sotto i ponti che la musicoterapia ha saputo costruire fra interventi sonori e contesti di cura. Con Luca Xodo (che con Cristina Roveran coordina la Scuola di Specializzazione “G. Ferrari” di Padova), Paolo Caneva ha provato a mappare alcune esperienze significative incontrando l’attenzione della Gesualdo Edizioni cui hanno consegnato un testo molto ricco, a cominciare dagli spartiti (oltre 50 delle 376 pagine) a disposizione nella parte finale del libro e dai QR code che permettono di ascoltare in diretta tutte le canzoni. Impeccabile il lavoro grafico di Renzo Canafoglia e di Tommaso Piron sugli spartiti. A Paolo Caneva abbiamo chiesto di riassumere in sei risposte i contenuti e il senso di questo ampio ed atteso lavoro.

Com’è nata l’idea di questa antologia e che risposte avete avuto?
Marzo 2019. Con Luca stavamo raggiungendo in taxi la sede del Corso di Neuromusic all’Università Pompeu Fabra di Barcellona. Si discuteva di libri e nello specifico della mia percezione di "fallimento", visto il silenzio che da tanti anni sembrava essere calato sul mio volume del 2007 sul songwriting. In quel taxi per la prima volta Luca mi disse: “Dai che è il momento di scrivere qualche cosa di nuovo su questo argomento”. Da allora in poi ogni volta che ci si incontrava il discorso finiva sempre su come e quando iniziare a lavorare a quel progetto editoriale. Durante l’estate del 2020 eravamo arrivati ad una certezza: qualsiasi cosa avremmo scritto sarebbe stata "collettiva"...insomma un lavoro di raccolta di esperienze pratiche delle persone che in Italia usavano questa tecnica. Da li in poi è stato un fiume in piena! Influenzati dalle scelte stilistiche compositive del libro “Arte e intelligenza artificiale-be my gan”, a cura di Alice Barale abbiamo iniziato, nel novembre 2020, a coinvolgere tre colleghi (Cristian Grassilli, Gaspare Palmieri e Marco Anzovino) per capire la loro disponibilità a partecipare all'iniziativa editoriale.
Dopo il loro sì, in dicembre ho fatto un post sulla mia pagina FB e abbiamo allargato l'invito ad altri professionisti: in poche ore avevano risposto una ventina di persone (Roberta Avanzini, Mattia Bastianelli, Giuseppe Campagna, Renzo Canafoglia, Fabrizio Cariati, Gianfranco Cossu e Alessandra Luzzu, Renato De Michele, Francesca Dolci, Salvatore Farruggio e Mario Danilo Rosa, Giulia Fedrigo, Roberta Frison insieme a Sara Rosaz ed Eleonora Tassinari, Filippo Giordano, Andrea Golembieski, Edoardo Morello, Andrea Piccirillo, Paolo Pizziolo e Nicola Corti, Elisa Surace, Alessio Surian). Èstata una risposta inaspettata. Così inattesa che abbiamo dovuto “chiudere” le richieste di partecipazione altrimenti usciva un volume da cinquecento pagine! Inutile dire che una risposta del genere ci ha caricato d’energia!

Com’è cambiata la percezione, l'uso e la diffusione del Songwriting nelle relazioni di cura rispetto a quando è uscito il primo testo in Italia da te curato?
Dal mio punto di vista è cambiato tutto. Sembra di essere sbarcati su un altro pianeta. Velocità, semplicità, connessione e accessibilità sono le nuove dimensioni. Tecnologia, Internet, Social, YouTube, nuove generazioni di musicoterapeuti... Abbiamo poi constatato che lo storytelling musicale è usato in modo esponenziale dalle nuove generazioni di musicisti e musicoterapeuti per creare maggiore coinvolgimento e partecipazione nelle persone e facilitare uno spazio elaborativo delle emozioni. Questi fattori hanno insieme contribuito a far fare un salto enorme sia nella percezione che nell'uso del songwriting in musicoterapia.

Vuoi tracciare una mappa dei contributi raccolti? 
“Antologia di canzoni fragili” è un prodotto editoriale che offre un'esperienza narrativa fatta di parole (testo), note (partiture) e dove possibile audio e video. Da questo punto di vista è quindi un'opera con una struttura orizzontale (un capitolo dopo l'altro) ma anche verticale (per ogni capitolo posso scegliere se farmi guidare dalla descrizione testuale, piuttosto che dallo spartito o ancora dal videoclip costruito con la canzone). Decidere quale organizzazione dare ai tanti contributi è stato uno degli aspetti più complessi. Avevamo più possibilità e come sempre accade sceglierne una significava necessariamente rinunciare alle altre. Alla fine abbiamo scelto di proporre un ordine per aree di intervento: carcere (un capitolo dall’Istituto Penitenziario di Parma a cura di Roberta Avanzini, un capitolo dal Carcere Minorile di Bologna a cura di Fabrizio Cariati, un capitolo dall’Istituto Penale Minorile di Acireale a cura di Salvatore Farruggio e Mario Danilo Rosa); casa famiglia (un capitolo da un Centro Riabilitativo di Accoglienza veronese a cura di Francesca Dolci); dipendenze (un capitolo da un progetto che ha coinvolto dieci centri ASL di Napoli a cura di Renato De Michele); disturbi alimentari (un capitolo da un Centro bolognese per la Riabilitazione Psiconutrizionale a cura di Cristian Grassilli e Gaspare Palmieri); oncologia/cure palliative (un capitolo dall’Ospedale Oncologico di Aviano a cura di Marco Anzovino, un capitolo dalla Oncoematologia Pediatrica del Policlinico di Bari a cura di Filippo Giordano); residenza sanitaria assistita (un capitolo da una Struttura Residenziale per Anziani a cura di Giulia Fedrigo); salute mentale (un capitolo dal Centro Bignamini – Fondazione Don Carlo Gnocchi di Falconara Marittima a cura di Renzo Canafoglia, 
un capitolo dalla Cooperativa Il Ponte in provincia di Brescia a cura di Mauro Faccioli, un capitolo sul progetto Ologramma a Modena a cura di Roberta Frison, Sara Rosaz ed Eleonora Tassinari, un progetto dalla Onlus A. F. E. T. Aquilone di Genova a cura di Andrea Golembiewski, un progetto dalla casa Famiglia “Casa di Daniele” della Cooperativa Al Parco di Fiumicino a cura di Edoardo Morello, dal Centro Salute Mentale dell’Azienda Sanitaria ULS Toscana Centro-Firenze a cura di Paolo Pizziolo e Nicola Corti, dall’Associazione Insieme con i disabili ONLUS di Fiumicino a cura di Elisa Surace); scuola/centri aggregativi (un capitolo dalla Scuola Secondaria di Primo Grado “G. Pascoli” di Tavullia a cura di Mattia Bastianelli, dall’Istituto di Istruzione Superiore Alberghiero “C. Ubertini” di Chivasso a cura di Giuseppe Campagna, dall’istituto Comprensivo San Donato di Sassari a cura di Gianfranco Cossu e Alessandra Luzzu, dall’Oratorio della parrocchia Santa Maria della Stella di Rivoli a cura di Andrea Piccirillo).
 
Quale di queste canzoni ti ha colpito di più?
Questa domanda potrebbe trovare una risposta solamente se tutte le canzoni le avessi composte io. In questo caso sarei in gradi di fare una scelta. Se si leggono le storie e si ascoltano le canzoni che questa antologia propone risulta impossibile selezionarne una.

Come viene insegnato il Songwriting nei corsi di musicoterapia a Padova e al Conservatorio di Verona? Con quali risposte da parte degli studenti?
Questa è probabilmente la domanda più interessante. Con Luca ci siamo e tuttora ci stiamo interrogando su come fare in modo che questa tecnica così versatile e potente non rimanga a disposizione soltanto di alcuni musicoterapeuti "talentuosi" o già "imparati". 
La sfida è quella di predisporre un percorso formativo pratico che offra anche al musicoterapeuta che non ha mai composto una canzone di acquisire competenze, abilità e atteggiamenti che poi gli permettano di diventare facilitatore nel processo di composizione nei diversi contesti di fragilità. Una riflessione in questo senso non può prescindere dall’affrontare alcuni punti cardine: 1) cosa si intende per competenza musicale del musicoterapeuta, 2) quali siano i prerequisiti d’accesso ad un corso di musicoterapia e quale peso si dia alla componente musicale del futuro operatore di musicoterapia. Tutti gli enormi progressi che la tecnologia e la digitalizzazione hanno portato nel mondo della composizione, infatti, non possono sostituire una “pratica” che necessariamente si sviluppa e matura nel tempo: tempo che va al di la della lezione in classe. Come per la didattica di un qualsiasi strumento musicale anche per la didattica del songwriting è necessario di far accendere nello studente la motivazione a “praticare, praticare e ancora praticare”. Attualmente sia nel corso della Scuola di Specializzazione “G. Ferrari” di Padova che in quello del Conservatorio di Verona la prassi in uso è quella di offrire alla classe diversi tipi di esperienze strettamente interconnesse tra loro: momenti di “analisi” di canzoni facilitate con diverse tipologie di popolazioni fragili, momenti di analisi dei processi agiti dal facilitatore, momenti di “prassi” compositiva individuale o a piccoli gruppi, momenti di “performance” allargata dove ad ogni partecipante viene data un’occasione di musiking.

Come intendete promuovere ed utilizzare questo testo?
Con Luca, con l’editore Gesualdo e con Sabatino Miranda, il curatore della collana "Cure Sonore" già dall'inizio di settembre inizieremo con appuntamenti in alcune regioni e con la partecipazione dei co-autori. Il primissimo appuntamento sarà sabato 28 settembre durante il Summer Camp di Cà Roman nella laguna di Venezia in compagnia di Marco Anzovino autore del racconto “Sei con me”. Storia della canzone dei ragazzi dell’ospedale oncologico Area Giovani del C.R.O. di Aviano.  In queste settimane siamo presi dalla pianificazione e l'organizzazione di un percorso formativo dedicato a questa tecnica. Prossimamente faremo sapere che cosa bolle in pentola!

Alessio Surian

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