“L’edizione 2021 è stata un momento di rinascita, e allo stesso tempo anche una scommessa vinta perché abbiamo cominciato a programmarla, senza avere la certezza che si sarebbe potuta tenere, visto che eravamo nel pieno delle limitazioni dovute alle diverse ondate della pandemia. Non abbiamo gettato la spugna e abbiamo salvato questa edizione, facendoci trovare pronti. E’ stato bellissimo ritrovarci con oltre centoquaranta iscritti che hanno seguito le diverse classi dei seminari. Sorprendente è stato anche vedere come ormai la nostra offerta formativa sia diventata transgenerazionale con partecipanti di tutte le età, dai dodici agli ottanta anni. Per altro abbiamo avuto presenze non solo dalla Sardegna e da tutta Italia ma anche da altre nazioni europee come Svizzera e Polonia. Dopo averli sospeso forzatamente lo scorso anno, vedere la Vecchia Tonnara piena è stata una gioia per tutti”. Così il direttore artistico, Mauro Palmas commenta entusiasta l’intensa settimana di Seminari di canto, musica e danza popolare di Mare e Miniere, tenutasi dal 21 al 27 giugno a Portoscuso, cittadina del Sud Sardegna e diventata ormai uno dei luoghi cardine del festival isolano. Sono stati sei giorni intensi, pieni di musica, mare e socialità nel quale ai corsi svolti in due sessioni (mattina e pomeriggio) si è affiancato un cartellone di concerti ed eventi di grande livello. A caratterizzare questa quattordicesima edizione sono state alcune importanti novità proprio nel corpo docente, come sottolinea Palmas: “Tra le cose più belle ed interessanti di questa edizione ci sono proprio i nuovi innesti nel corpo docente. Mario Incudine, con la collaborazione di Silvano Lobina, ha gestito magnificamente l’aspetto della musica di insieme, coinvolgendo tutti e orchestrando benissimo il concerto finale che, come ogni anno, ha visto protagonisti allievi ed insegnanti.
Allo stesso modo molto interessante e seguito è stato il corso di tamburi a cornice tenuto da Andrea Piccioni. Altra bella novità è stata la partecipazione ai seminari di molti dei componenti dell’orchestra Musica Spiccia, accompagnati da Giulia Cavicchioni che è l’anima dell’associazione il Baule dei Suoni, e che hanno rappresentato il valore aggiunto della produzione finale”. A completare l’offerta formativa, come ogni anno, non sono mancati i corsi di luneddas con Luigi Lai, chitarra con Marcello Peghin, mandola condotto da Mauro Palmas, canto popolare sotto la guida di Elena Ledda e Simonetta Soro, canto corale diretta da Alessandro Foresti, ed ancora body percussion con Gigi Biolcati e il focus sul canto a tenore con il Cuncordu de Orosei. Palmas, poi, aggiunge: “La classe di launeddas di Luigi Lai diventa ogni anno più ampia ed interessante e, quest’anno c’erano anche due giovani dodicenni che si sono avvicinate per la prima volta a questo strumento tipico della tradizione musicale sarda. Una domanda ricorrente che spesso ci fanno è se i corsi di Mare e Miniere sono riservati solo ai professionisti. Ovviamente la risposta è che sono aperti a tutti: da chi non ha mai imbracciato uno strumento tradizionale a chi, invece, è più esperto, fino ai musicisti professionisti con questi ultimi che seguono gli stage in modo diverso. E’ un momento di approfondimento per chi suona professionalmente, ma anche di conoscenza e studio per chi muove i primi passi. Nella mia classe di mandola, ad esempio, c’erano persone che non avevano mai suonato questo strumento, ma ci sono stanti anche altri più esperti che hanno approfondito aspetti più peculiari. Nella settimana di Mare e Miniere si vive una vera e propria residenza artistica in cui formazione e condivisione vanno di pari passo ad una rilassante vacanza sulle
nostre spiagge”. Il festival ha avuto un’ottima ricaduta economica sul territorio come rimarca Palmas: “Oltre agli aspetti culturali che sono ormai noti al pubblico, Mare e Miniere si conferma anche un importante evento sotto il profilo turistico. Albergatori, ristoratori e commercianti hanno salutato questo evento un po’ come una manna dal cielo, dopo un periodo buio come quello della pandemia. Insomma, è stata una ripartenza per tutti a partire dal territorio. Del resto tra gli obiettivi primari di Mare e Miniere c’è quello di promuovere il territorio”. A completare il programma della rassegna è stato, come ogni anno, un imperdibile cartellone di concerti ed eventi serali, a riguardo Palmas evidenzia: “Il programma serale è rivolto non solo ai partecipanti dei seminari, ma rappresenta l’occasione per il contatto diretto tra il festival e il pubblico del territorio. Quest’anno abbiamo voluto fortemente che la quattordicesima edizione si aprisse con la Festa della Musica e a partire dalle 19,00 il 21 luglio abbiamo proposto un vero e proprio festival nel festival con l’apertura affidata all’orchestra Musica Spiccia, ensemble composto da musicisti di tutte le età, nato all’interno dell’associazione Baule dei Suoni di Albese con Cassano, vicino a Como e diretto dalla fondatrice Giulia Cavicchioni. Nel corso della serata si sono esibiti i Cordas et Cannas in trio acustico, Vincenzo Zitello che in solo ha presentato il suo nuovo album “Mostri e prodigi” in uno splendido set sugli scogli in riva al mare, e il duo composto da Fabio Furia e Alessandro Deiana. A chiudere la serata sono stati Stefano Saletti e Banda Ikona con il nuovo live dedicato a “Mediterraneo Ostinato”, il loro nuovo album in studio e che ha avuto un grande apprezzamento da parte del pubblico”.
Il 22 luglio, Mare e Miniere ha, poi, reso omaggio a Giovanni Ardu, una delle quattro voci di Su Cuncordu 'e su Rosariu, il coro della Confraternita del Rosario del paese di Santu Lussurgiu, con il recital “A Cuncordia” una serata speciale durante la quale è stato presentato in anteprima un video inedito curato da Mauro Palmas e Roberto Putzu e prodotto da Mare e Miniere. Anche quest’anno non è mancata una produzione originale come ci racconta Palmas: “Ogni anno cerchiamo di realizzare una o più produzioni originali in cui la tradizione musicale sarda è la base di partenza per incontri e dialoghi con sonorità provenienti da altre zone d’Italia o del mondo. Accanto ai vari concerti e alle presentazioni, come nel caso del nuovo libro di Bruno Gambarotta “La Confraternita dell’asino”, il 23 luglio abbiamo portato in scena “Azadì”, un incontro in musica e poesia tra Sardegna e Kurdistan, nato dall’incontro con Mübin Dünen un polistrumentista curdo che ci ha condotto alla scoperta con il patrimonio culturale della sua terra. Ne è nato un confronto molto affascinante tra due tradizioni molto ricche a livello sonoro e musicale con le corde dei miei strumenti che hanno incontrato nay, santur, percussioni e duduk con la complicità di Alessandro Foresti al pianoforte e Silvano Lobina al basso, mentre dal punto di vista poetico Simonetta Soro ha dato voce all’incontro tra i poeti curdi Sherko Bekas e Choman Hardie e le liriche sarde di Lorena Carboni e Maria Gabriela Ledda”. Il festival è proseguito il giovedì con il curioso incontro tra musica barocca e letteratura nel recital “Le galline pensierose” con le storie tratte dal libro omonimo di Luigi Malerba recitate da Valerio Corzani con le musiche dell’ensemble La Lusignuola composto da Erica Scherl (violino), Lorenzo Marquez (violino) e Olena Kurkina (tiorba).
A seguire è andata in scena “Pesa su ballu”, l’altra produzione originale del festival che ha visto protagonisti alcuni dei musicisti impegnati negli stessi giorni come docenti dei seminari. La serata di venerdì 25 si è aperta con i frizzante set di Musica Spiccia seguita dal gustoso solo di Andrea Piccioni ai tamburi a cornice e alla voce, e dal viaggio attraverso la musica della tradizione aostana con i Trouveur Valdotèn, Liliana Bertolo alla voce, accompagnata dal marito Alessandro e da figli Rémy e Vincent Boniface, ci ha condotto con brillante ironia attraverso le storie cantate delle valli tra Piemonte e Valle d’Aosta. Non sono mancante incursioni nella danza nel corso delle quali abbiamo avuto modo di apprezzare tutto il talento dei fratelli Boniface nel destreggiarsi tra fisarmonica, violino, flauto, clarinetti e cornamuse. La serata del sabato si è aperta ancora una volta con Musica Spiccia con un set dedicato alla musica sudamericana, a cui - dopo la pausa partita per seguire la nazionale di calcio agli Europei - è seguito il magnifico live dei Suonno D'Ajere, trio composto dalla cantante Irene Lupe Scarpato e dalle corde di Marcello Smigliante Gentile (mandolino, mandoloncello) e Gian Marco Libeccio (chitarra classica). La formazione partenopea, già apprezzata sul palco del Premio Andrea Parodi, visto a due anni di distanza ci è sembrata incredibilmente matura e consapevole nel maneggiare con grande abilità la musica classica napoletana costruendo un viaggio spazio-temporale dal Seicento ad oggi, il tutto condito dalle interpretazioni impeccabili della Scarpato. Splendido il gran finale, domenica 27, con il concerto finale che ha visto protagonisti gli allievi e i docenti dei Seminari e che ha suggellato una settimana di lavoro, suddivisa in due sessioni al mattino e al pomeriggio.
Curato da Mario Incudine con la collaborazione Silvano Lobina, il concerto si è snodato attraverso quadri musicali differenti dedicate alle diverse classi nel confronto diretto sul palco tra docenti e discenti, per giungere al cuore della serata corale in cui Mario Incudine ha condotto il pubblico attraverso una selezione di brani del repertorio di Domenico Modugno per toccare un omaggio a Fabrizio De André. Insomma, Mare e Miniere si conferma un evento unico nel suo genere e l’auspicio, come rivela il direttore artistico Mauro Palmas, è quello di poter proseguire con eventi formativi anche nel corso dell’anno: “Stiamo cercando di individuare dei luoghi che possano prestarsi ad operazioni simili anche durante l’inverno. Puntiamo a trovare un borgo, ed in Sardegna ne esistono diversi ricostruiti e ben restaurati, che ci possa ospitare per i seminari e nel contempo possa rappresentare una ulteriore occasione per promuovere il territorio. Speriamo vivamente di riuscirci”.
Salvatore Esposito
Foto di Salvatore Esposito
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