Pianista picentino di formazione accademica, Emiliano D’Auria ha frequentato i corsi di jazz e arrangiamento alla Saint Louis School of Music di Roma, per dedicarsi in parallelo anche all’attività di dj. Proprio questa esperienza unita alla passione per la musica elettronica lo hanno condotto alla realizzazione del progetto Reportages Elettroacustici con lo Jano Quartet con il quale ha dato alle stampe “Naked Things” nel 2010, “Distante” nel 2013 con la partecipazione di Luca Aquino, seguiti nel 2017 da “The Place Between Things”. A distanza di tre anni da quest’ultimo, ritroviamo il pianista ascolano con “In-Equilibrio”, nuovo album nelle vesti di leader con il suo quartetto composto da Giacomo Ancillotto alla chitarra, Dario Miranda al contrabbasso ed Ermanno Baron alla batteria, a cui si aggiunge il prezioso featuring di Luca Aquino alla tromba, flicorno e trombone. Come lascia efficacemente intendere già la duplice lettura del titolo, questo nuovo lavoro parte da una ben precisa dichiarazione di intenti, un fulcro concettuale che racchiude i due aspetti essenziali dell’approccio stilistico di questa formazione. Laddove l’in-equilibrio rappresenta la capacità di percorrere arditi paesaggi sonori con una precisa direzione, allo stesso modo vi è l’esigenza di un non-equilibrio nella continua ricerca di nuovi territori musicali da esplorare. Da qui si dipana tutto un gioco di dicotomie tra elementi opposti in cui vi è essere e non-essere, materia ed assenza di materialità, bianco e nero come i tasti del pianoforte. Rispetto ai dischi precedenti, il nuovo album estende il raggio della ricerca sonora di Emiliano D’Auria, senza tuttavia abbandonare la cura per la melodia che ne rappresenta il punto di approdo finale. Il risultato è un album pieno di interessanti intuizioni melodiche e vibrante di vitalità avant-garde, il tutto colorato da atmosfere mediterranee che si alternano a spaccati ora rarefatti, ora visionari ed onirici. L’ascolto si apre con la divertente “Le Cirque des Regardes” una elegante marcetta guidata dal piano in cui chitarra e percussioni costruiscono la cornice perfetta in cui si inserisce la tromba di Aquino che sul finale regala un sontuoso assolo. Si prosegue con la riflessiva “Lazy Days”, in cui la tromba e il pianoforte disegnano una trama melodica soffusa, sostenuta dalla ritmica soffusa della batteria, e la title-track, introdotta dal solo di pianoforte di D’Auria a cui pian piano si affiancano la tromba e la chitarra in un suggestivo alternarsi sostenuto dalla impeccabile ritmica. Se la brillante ballad “The Acrobat” ci regala un intrigante climax ritmico guidato dal pianoforte nel quale fa capolino la giganteggiante tromba di Luca Aquino, la successiva “Sergej” ci riporta atmosfere più introspettive con il contrabbasso suonato con l’archetto a sollecitare la ritmica su cui si stende la suggestiva trama melodica del pianoforte. La malinconia lascia, poi, il posto al movimentato jazz-rock di “Mindfulness” e “Losing Opinions”, quest’ultima caratterizzata da un serrato call and response tra chitarra e piano Rhodes. Completano il disco le suggestioni psichedeliche di “The Call of Water” in cui a sparigliare le carte ci pensano trombone e synth e la conclusiva “Nobody Lies Everybody Teases”, vertice del disco, nel quale tromba e piano si sciolgono in un interplay intenso ed evocativo. “In-Equilibrio” è, dunque, un disco pieno di fascino in cui la dimensione corale del quartetto si esalta nella valorizzazione di ogni voce strumentale, ma soprattutto in una ricerca sonora e compositiva di grande spessore.
Salvatore Esposito
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Suoni Jazz