La storia che cercherò di raccontare è nota, in qualche modo, alla vecchia generazione degli abitanti di Leningrado. “Musica sulle costole” potrebbe sembrare un nome strano: la sua nascita risale alla fine del 1946 quando sul Nevsky Prospekt, al numero civico 75, tramite la cooperativa di lavoro Inkooprabis, viene creato lo studio “Registrazione sonora”. Promotore di questa interessante novità, ancora sconosciuta, era stato un ingegnere autodidatta di talento, Stanislav Kazimirovich Filon, che portò dalla Polonia una macchina per la registrazione del suono di marca tedesca Telefunken. Questo inconsueto apparecchio doveva servire a incidere meccanicamente i solchi su speciali dischi in Decelith semimorbidi e non doveva servire solo a copiare i dischi musicali di fabbrica, ma anche a registrare il suono direttamente attraverso un microfono. Lo studio venne aperto con l’insegna “Lettere sonore”. Le persone arrivavano in studio e pronunciavano qualche breve discorso al microfono oppure accennavano una qualche canzonetta alla chitarra, alla fisarmonica o al pianoforte. Naturalmente, i dischi in Decelith non c’erano e le registrazioni venivano effettuate su una speciale pellicola morbida destinata alla fotografia aerea! Ma tutto questo era solo di facciata, lo studio era nato con l’obiettivo principale di produrre illegalmente la cosiddetta “merce richiesta” con lo scopo di venderla, come si direbbe ora “per business”.
A fine giornata, quando lo studio chiudeva, iniziava il lavoro vero e proprio! A mezzanotte, e spesso fino al mattino, venivano copiate (principalmente su fogli di pellicola a raggi X usati sui quali si vedevano i crani, le costole del petto, le ossa di altre parti dello scheletro) musiche jazz di famose orchestre straniere e soprattutto canzonette a ritmo di Tango, Foxtrot e romanze cantate in russo dagli emigrati della prima e della seconda ondata di emigrazione. Tra questi c’era Alexander Vertinsky, i cui dischi, in quegli anni, erano vietati anche se era tornato in Russia nel 1943, e c’erano anche le canzoni degli anni Venti composte dal giovane Leonid Utësov come "Hop so smykom", "Limonchiki", "Murka" e altre simili. Tra gli interpreti c’erano nomi famosi come Pyotr Leshchenko (a volte insieme alla moglie Vera Leshchenko), Konstantin Sokolsky, Vladimir Neplyuev, Leonid Zakhodnik, Yuri Morfessi, Iza Kremer, Mia Pober, Alla Bayanova.
Venivano copiati anche brani di ensembles di zingari che giravano l’Europa, su tutti quelli dei più famosi zingari parigini, con i solisti Vladimir Polyakov e Valya Dimitrievich. Erano richiesti anche i brani cantati da Vadim Kozin negli anni Trenta...La mattina, all’ora stabilita, i distributori, entravano dalla porta di servizio, ricevevano decine di dischi finiti e questa “merce” arrivava alle persone. In questo modo i dischi di canzoni e musica da ballo molto amati dai giovani si diffusero tra la gente proprio mentre le canzoni sovietiche falsamente allegre erano all’apice del successo. La “cortina di ferro” musicale era rotta!
I dischi con la voce di Pyotr Leshchenko e Konstantin Sokolsky toccavano i luoghi più reconditi della mia anima perché erano in netto contrasto con la falsità musicale sovietica. Potevo ascoltare per ore e ore il Tango melodico e la voce vellutata di Pyotr Leshchenko! Ma bisogna pensare che per un povero studente i soldi non erano mai abbastanza per aggiornare costantemente la propria collezione musicale: era già un lusso avere i soldi per mangiare. Poi, un giorno, nello studio di Stanislav Filon conobbi un altro appassionato di Pyotr Leshchenko, il giovane Ruslan Bogoslovskij, che si rivelò essere un mio coetaneo. Dopo parecchi incontri, e il rafforzamento della nostra amicizia, Ruslan condivise con me il suo sogno: “Sarebbe bello avere una macchina per registrare e poter fare gli stessi dischi senza dipendere da nessuno”. L’idea mi piacque molto ma nutrivo poca fiducia nella sua realizzazione. Tuttavia Ruslan si è rivelò un “uomo fattivo”: studiò attentamente, nello studio di Filon, il principio di funzionamento dell’apparecchio, effettuò una serie di dovute misurazioni, realizzò i disegni del progetto e trovò un tornitore per produrre tutti i componenti necessari. Insomma, nell’estate del 1947 era pronta una magnifica macchina artigianale per la registrazione meccanica del suono.
A quel punto, il resto non fu difficile da recuperare: le cliniche della città accumulavano da anni le vecchie radiografie da distruggere e i tecnici erano ben contenti di sbarazzarsi del compito di dover incenerire periodicamente le pellicole; gli stili metallici furono realizzati dallo stesso Ruslan, mentre gli stili in zaffiro furono acquistati al famoso “mercato delle pulci” presso il canale di Obvodny.
Da subito le prime produzioni ci sorpresero per la qualità del suono e per la facilità di esecuzione. Questi dischi erano buoni come quelli di Filon, e Ruslan non mancò di portargliene alcuni in studio per vantarsi della loro qualità e dimostrare che il monopolio Filon era finito! Filon fiutò il pericolo della concorrenza ma ormai era già troppo tardi e iniziò una guerra commerciale. In breve tempo, molti dei rivenditori di Filon passarono a Ruslan apprezzando il livello molto più alto della qualità del suono. Filon era furioso perché il mercato era stato conquistato da Ruslan! Oltre a me, che ricavavo dalle radiografie dischi rotondi con un buco al centro per i futuri dischi, e che a volte scrivevo testi di canzoni “di strada”, Ruslan coinvolse in questo processo il suo amico Evgeny Sankov, un musicista professionista virtuoso della fisarmonica. Evgeny era anche un fotografo e uno stampatore di altissima qualità e per Ruslan questa fu davvero una “doppia felice scoperta”. Evgeny si unì volentieri alle attività del nostro collettivo che, d’ora in poi, io suggerii di chiamare “Il cane d’oro”, come lo studio di registrazione, e realizzai un timbro in gomma che venne impresso, da quel momento, su ogni disco realizzato da Ruslan. Era importante, perché in città cominciavano a crescere come funghi degli artigiani dilettanti che provavano a fare dischi morbidi su qualsiasi dispositivo. Inutile dire che la qualità di questi prodotti era scarsa, perché i solchi erano discontinui e la velocità alterata. I loro dischi suonavano con un sibilo ma chi non aveva abbastanza competenze se ne accorgeva solo quando, tornato a casa, appoggiava l’oggetto sul giradischi... Con il timbro “Il cane d’oro” i dischi davano, per così dire, una garanzia di qualità. I clienti lo capirono immediatamente, apprezzarono questa novità e i dischi di Ruslan andarono letteralmente a ruba!
Ben presto Evgeny Sankov apportò un rivoluzionario contributo: suggerì di ripulire le lastre dalle immagini dei raggi X e di incollare la risultante pellicola trasparente ad un secondo disco impressionato con un’altra fotografia/immagine grazie a un’emulsione fotosensibile. Dopo, si tagliava un cerchio, si registrava ed ecco che il disco era pronto! Al posto di stupide costole, e su una base più robusta, si poteva avere ogni sorta di immagine. Doppia conquista: durata ed estetica magnifica! Non riuscendo a non vantarsene, Ruslan tornò in studio da Filon e gli mostrò i risultati. Filon rimase dapprima scioccato e poi, ripresosi immediatamente, e fingendosi ingenuo, gli chiese come tutto questo fosse possibile. Ruslan gli rivelò il segreto. Naturalmente, in breve tempo nello studio di Filon sul Nevsky Prospect, al posto della pellicola verde destinata alla fotografia aerea, apparvero dischi con l’immagine del Cavaliere di bronzo e la scritta apposta intorno al cerchio “Studio di registrazione artistica musicale di Leningrado”.
Il tempo passava e la città venne, piano piano, inondata dal repertorio jazzistico e dalle canzoni cantate in russo da artisti stranieri. Così trascorsero il 1947, il 1948, il 1949 ma sul finire del 1950, il 5 novembre, quando si avvicinava la Festa della grande rivoluzione socialista, vennero arrestati sin dal primo mattino tutti quelli che in qualche modo erano coinvolti nella produzione o nella vendita della “musica sulle costole”. Tutti gli uffici dell’OBKhSS sulla Dvorcovaja Ploščad (“Piazza del Palazzo”) furono letteralmente stipati con le persone fermate, ma anche con le apparecchiature di registrazione, i nastri, gli originali dei dischi stranieri e tutto quello che venne confiscato dallo studio In questo giorno nero, si dice che siano state arrestate sessanta persone. Qualcuno venne rilasciato nel corso dell'indagine. Tutti gli arrestati vennero separati a gruppi. Dopo undici mesi di indagini, noi tre, Ruslan Bogoslovsky, Evgeny Sankov ed io, facenti parte di un unico gruppo, fummo processati contemporaneamente nel settembre del 1951.
In uno dei paragrafi dell’atto d'accusa mi si incriminava per “la produzione e la distribuzione di dischi per grammofono su nastro a raggi X con registrazioni del repertorio degli emigrati bianchi” nonché per “la composizione e l’esecuzione di canzoni e per la registrazione su dischi del repertorio blatny”. Oggi considererei questa accusa ridicola, beffarda e insignificante. Ma, ahimè, ho ricevuto una condanna a cinque anni, (anche Yevgeny Sankov ha preso cinque anni, Ruslan Bogoslovsky se ne è beccati tre ). In un modo o nell'altro, tuttavia, dobbiamo ammettere che le autorità riuscirono a fermare per un po’ di tempo la produzione dei dischi.
Liberati dall’amnistia del 1953, ci reincontrammo tutti e immediatamente Ruslan restaurò il dispositivo di registrazione utilizzando i disegni sopravvissuti. Così, il rifiorito “Cane d’oro” ricominciò il suo lavoro creativo con rinnovato vigore e doppia energia! Il dispositivo migliorato da Ruslan er al passo con i tempi e poteva ora incidere album di lunga durata a 33 giri al minuto! Filon considerava superflua questa innovazione e continuava a produrre dischi a 78 giri: era più veloce e più facile. A maggior ragione, gli appassionati di questi generi musicali, “morti di fame” durante la nostra forzata assenza, acquistarono qualsiasi disco senza troppe lamentele.
Il 1957 portò a Ruslan ancora dolore: venne, infatti, nuovamente arrestato a causa della denuncia di una spia che si era guadagnata la sua fiducia come venditore... Dopo tre anni nella prigione di Belyye Stolby, vicino a Mosca, Ruslan tornò a Leningrado e riuniti i suoi amici ripristinò, per la terza volta, l’attività del leggendario studio “Il cane d’oro”! Non tutto il male venne per nuocere e, infatti, Ruslan nei tre anni di reclusione ebbe abbastanza tempo per studiare a fondo i dettagli della tecnica di produzione di dischi per grammofono in gommalacca e cloruro di polivinile. Nel nostro primo incontro Ruslan ci annunciò che, parallelamente alla ripresa della registrazione di dischi morbidi a lunga durata, si sarebbe preparato a realizzare dei veri e propri dischi rigidi come quelli di fabbrica! Rimanemmo a bocca aperta, ci sembrava un’impresa impossibile Ma alla fine del 1960 i nostri dubbi vennero fugati.
Durante uno dei nostri “incontri di lavoro” Ruslan ci mostrò due piccoli dischi con enormi buchi al centro, dischi a 45 giri al minuto come quelli usati nei jukebox di molti caffè stranieri. Una volta appoggiati sul giradischi, ascoltammo l’inimitabile Louis Armstrong interpretare in versione jazz Oci Ciornie e Mack the knife, e sull’altro disco un Rock & Roll suonato dall’orchestra jazz di Bill Haley. I dischi erano assolutamente uguali ai dischi di fabbrica, solo che non c’erano etichette. “Ecco”, diceva Ruslan, “questo è quello che si può fare a casa se hai una mente brillante, delle mani d’oro, le persone e l'attrezzatura giusta: un bagno galvanico, una pompa a stantuffo collegata a una pressa e, naturalmente, un originale da cui copiare la matrice!” Non c’era limite alla nostra gioia e al nostro entusiasmo. In effetti, questa è stata ancora una volta una rivoluzione, un altro gigantesco passo avanti nella produzione di dischi in casa. E che diavolo! Erano identici a quelli di fabbrica! Siccome questo primo esperimento venne debitamente accolto con un “Urrà!” si decise, nel limite del possibile, di recuperare quei dischi originali stranieri degni di attenzione per ricavarne le matrici. Evgeniy Sankov realizzò etichette che corrispondevano alle immagini degli originali e così, la nuova attività ricevette il felice riconoscimento e apprezzamento dei nostri primi acquirenti. Questa volta, “Il cane d’oro”, che adesso produceva contemporaneamente dischi sia morbidi che rigidi, durò poco più di un anno. L’OBKsCC rintracciò il nuovo assistente di Ruslan, un certo Yumankulov, lo fermarono e lo costrinsero a riferire i dettagli dell’attività di Ruslan. Dopo accurati accertamenti, colsero Ruslan in flagrante proprio mentre stava realizzando un disco e lo arrestarono. Ruslan venne sottoposto ad un processo farsa che si tenne alla Casa della Tecnica al civico 62 di Liteyny Prospect e di nuovo si beccò tre anni, mentre Yumankulov ottenne la sospensione condizionale della pena.
Con l’inizio del periodo del “disgelo” di Nikita Chruščov, molti dei divieti vennero revocati. In particolare, nei negozi di musica cominciarono a spuntare dischi di jazz e classici ballabili. Ma la cosa principale era che sul mercato arrivarono nuove apparecchiature, i cosiddetti registratori a nastro che in brevissimo tempo sostituirono completamente i dischi morbidi!
L’era della “musica sulle costole”, dopo quindici anni di vittoriosa marcia, era arrivata al suo capolinea, cedendo il trono ad un nuovo sovrano: il registratore a nastro!
Scoppiò una vera e propria mania collettiva per le registrazioni su nastro, le ristampe, per il collezionismo e per le fonoteche. Tuttavia, nelle grandi città della Russia dal 1946 al 1961, il posto centrale sul fronte della musica è stato occupato dai dischi morbidi per grammofoni realizzati su pellicole a raggi X! Questa leggendaria “musica sulle costole” ha portato la cultura musicale moderna alle masse giovanili di quegli anni proprio al culmine delle insensate idee stupidamente naïf, del violento Komsomol e del falso patriottismo! Lo stesso Ruslan Bogoslovsky diventato una leggenda vivente rimarrà, senza dubbio, come un eroe nella storia della lotta contro il regime totalitario grazie alla diffusione della musica lirica e del jazz, cioè di quella la musica che mancava come l’aria alla generazione dei giovani del dopoguerra!
Alla fine degli anni Cinquanta, un giovane ingegnere elettrotecnico, Viktor Smirnov, acquistò un registratore a nastro MAG-8 e, allo stesso tempo, costruì un dispositivo di registrazione del suono sotto la guida di Ruslan. Era seriamente interessato agli esperimenti sui dispositivi di registrazione del suono, non per il gusto di fare soldi e guadagni illeciti, ma per l’evoluzione dei mezzi di registrazione. Si divertì a registrare la voce di Serge Nikolski, accompagnato da tre suoi amici chitarristi. Serge Nikolski cantava storie d’amore popolari e gitane ma anche i testi da me composti sulle melodie del tango. Tutte queste registrazioni si riferiscono al periodo che va dal 1958 al 1964. All’inizio dell’estate del 1962 portai da Vikor il mio conoscente Rudik Fuks, un collezionista di dischi stranieri, che a sua volta portò il giovane tenore Arkady Severny. Arkady aveva con sé una chitarra. Senza indugiare troppo si fecero delle registrazioni che piacquero all’unanimità e quindi Rudik scelse alcuni pezzi e decise di registrare un intero concerto. Si stabilì in fretta una data conveniente per tutti.
Arrivarono gli amici di Rudik: un fisarmonicista, un batterista, Arkady con la sua chitarra e anche un altro chitarrista. Naturalmente, c’erano diverse bottiglie di vodka e vari snack “da single.” La registrazione della voce di Arkady durò praticamente tutto il giorno, con molte pause per mangiare e bere. Fu in quel giorno del 1962, che venne inventato per Arkady il suo nome artistico: Arkady Severny! Scartate diverse alternative da me suggerite, questo pseudonimo si impose sugli altri e, come il tempo ha dimostrato, oggi tutta la Russia lo conosce con questo nome: Arkady Severny, interprete unico e famosissimo nel suo genere.
Oggi abbiamo musica per tutti i gusti, ma dobbiamo ricordare e inchinarci a colui che ha posato la prima pietra sulle fondamenta per la libertà artistica musicale che viviamo adesso e che lo ha fatto negli anni più bui e terribili proprio quando il drago rosso ferito a morte, percependo la sua fine imminente, divenne feroce e spietato e non teneva più conto di niente e di nessuno ... Ruslan Bogoslovsky infinitamente coraggioso e determinato è riuscito a sconfiggere questo mostro infernale! È riuscito a smuovere quella palude filistea dove i capolavori musicali non conformi all’ideologia brillavano come un raggio di sole! Oggi Ruslan Bogoslovsky vive tranquillamente e pacificamente con la sua famiglia in una casa di campagna vicino al Grande Lago Kavgolovo, nel villaggio di Toksovo, vicino a San Pietroburgo. La sua pensione è, purtroppo, minima e adesso sono pochissime le persone che lo ricordano. Il suo merito nella lotta per la libertà del processo artistico musicale è così grande che sarebbe giusto, come pioniere di questa battaglia, erigergli un monumento!
Yevgeny Sankov alla fine degli anni Settanta, divenne dipendente dall’alcool e bevve fino a morirne. Un giorno, si avvelenò ingerendo un distillato di scarsa qualità. Morì, seduto su una sedia con la fisarmonica tra le mani.
Io, dall'inizio degli anni Sessanta mi sono seriamente interessato alla letteratura: scrivo poesie, canzoni, saggi tematici. Nel 1992 è stata pubblicata una raccolta di mie poesie selezionate Pravo na sebya (“Il diritto a se stesso”).
Questa è, in breve, la storia della nascita, dello sviluppo, dell’attività turbolenta e del graduale declino del leggendario studio di registrazione di Lenigrado “Il cane d’oro”.
Boris Taighin
Traduzione di Carla Sabrina Marenco
P.S. L’articolo si può leggere in lingua russa sul sito https://statehistory.ru Расцвет и крах подпольной студии записи грампластинок "Золотая Собака" (1946-1961). История России ed è stato pubblicato, inizialmente, sulla rivista Пчела (Pcela “Ape”) n. 20, maggio-giugno 1999.
Quanto al suo autore, Boris Taighin dagli anni Sessanta agli anni Ottanta ha stampato e distribuito con la sua casa editrice Be-Ta, anch’essa non ufficiale, delle raccolte dattiloscritte di versi di poeti ormai molto conosciuti quali Gleb Gorbovsky, Victor Sosnora, Bella Akhmadullina, Yuri Parkaev, Tatiana Galushko. La tiratura era limitata e andava da quattro a dieci copie. Taighin è stato uno dei primi ad apprezzare il talento poetico di Nikolai Rubtso e ha pubblicato la sua prima raccolta (dattiloscritta) Volny i skaly (“Onde e rocce”) che avrebbe giocato un ruolo molto importante nel destino del poeta. Nella sua vita Boris Taighin ha lavorato per molti anni come autista di tram ed è sepolto a San Pietroburgo. Nel 2012 la casa editrice “Istoricheskaya Illyustratsiya” ha pubblicato il libro Boris Taighin v vospominaniyakh druzey (“Boris Taighin nei ricordi degli amici”).
Link ai Repertori
Alexander Vertinsky
Leonid Utësov
Hop so smykom: Гоп со смыком, народная (городская) песня (russian-records.com)
Limonchikii: Лимончики, фокстрот (russian-records.com)
The Cranes (Журавли), tango
Horses (Лошадки), foxtrot
Konstantin Sokolsky
Vladimir Neplyuev
Leonid Zakhodnik
Kitty (Котик), foxtrot
Yuri Morfessi
Iza Kremer
Mia Pober
Silently (Потихоньку), foxtrot
Alla Bayanova
Come Back (Вернись), tango
Vladimir Polyakov
Did You Love? (Любила-ль ты?), romance
The Grape Garden (Садо Виноградо), folk song
Vadim Kozin
Turquoise Rings (Колечки бирюзовые), gypsy song
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Memoria