Si aggiunge un altro importante capitolo in quello che è il lungo racconto della canzone d’autore italiana a cui ci ha abituato con cadenza ormai, quasi semestrale, Mario Bonanno, firma tra le più raffinate e colte della critica musicale italiana. Questa volta ci accompagna alla riscoperta de “La Buona Novella”, disco tra i più emblematici e politici della produzione artistica di Fabrizio De Andrè di cui quest’anno si celebrano i cinquant’anni dalla sua pubblicazione. Lo fa con il prezioso saggio “Non avrai altro Dio all’infuori di me spesso mi ha fatto pensare. La buona novella di Fabrizio De Andrè, 50 anni dopo” edito da Stampa Alternativa per la collana Grande Sconcerto e nel quale in poco più di cento pagine rilegge in modo sorprendente il disco del cantautore genovese, ispirato alle vicende di Gesù narrate dei Vangeli Apocrifi. Attraverso l’attenta analisi dei testi, riflessioni, interviste e dichiarazioni dello stesso De Andrè, Bonnano compone un articolato mosaico in cui è racchiusa la ricostruzione del contesto storico, artistico ed ispirativo alla base di questo album. Ben lungi dal fornire una lettura apologetica, il giornalista siciliano concentra la sua attenzione sul taglio politico de “La Buona Novella” nel parallelo con “Storia di un impiegato” del 1973 di cui, a buon diritto può essere considerato come una sorta di preludio. La figura di Gesù, ritratta in tutta la sua umanità da Fabrizio De André, ci appare come il primo “sovvertitore della storia” ed è, dunque, sovrapponibile a quella del Bombarolo che combatte il Sistema. Ma c’è di più. Bonanno in parallelo pone in luce come il capolavoro del cantautore genovese offra non solo continui spunti di riflessione, ma riservi emozioni ascolto dopo ascolto. E’, così, un piacere accompagnare immergersi nella lettura, ascoltando il disco, ritornando più volte sui brani per coglierne le sfumature poetiche e musicali, gli addentellati storici e quelli filosofici offrendo una visione articolata e multidisciplinare dell’insieme. Il risultato è un saggio appassionante che passa attraverso le parole dei protagonisti delle registrazioni, entra nel vivo dell’opera e ne segue le evoluzioni successive sul palco con il tour con la PFM del 1979 con le testimonianze di Franco Mussida, Flavio Premoli e Franz Di Cioccio. Non manca un focus sulla rilettura che proprio la PFM fece dell’intero disco nel 2010, così come interessantissime sono le battute finali del saggio con l’intervista al chitarrista Massimo Germini e l’approfondita appendice con tutte le edizioni discografiche del disco, la discografia essenziale e la bibliografia. Un libro da non perdere, insomma, dedicato ad un disco da riscoprire.
Salvatore Esposito