BaBa ZuLa – Hayvan Gibi (Night Dreamer, 2020)

Non lontano da Amsterdam, l’Artone Studio di Haarlem è un gioiello di sala di registrazione che offre anche la modalità direct-to-disk, un salto analogico alla fedeltà di un’epoca precedente ai transistor e all’elettronica digitale, prima del 1948, quando per produrre i vinili cominciò a divenire uno standard registrare prima su nastro magnetico. Come aveva ricominciato a fare qualche studio negli anni Settanta, anche all’Artone è possibile registrare direttamente sul disco master. Qui si è accesa - giovedì 22 e venerdì 23 agosto 2019 - l’“Istanbul psychedelia” del quartetto BaBa ZuLa: rock turco passato attraverso il setaccio lisergico degli anni Sessanta e squarciato da sollecitazioni futuristiche. Una personale rilettura del solco tracciato da artisti quali Erkin Koray, Barış Manço e da gruppi come Moğollar e Bunalım che intrecciavano radici musicali antiche dall’Anatolia rurale con le ventate internazionali che soffiavano psichedelia rock trasformandole in “Anadolu psych”, a cominciare dall’elettrificazione delle sette corde del saz. Inossidabili, dal 1996 i BaBa ZuLa sono guidati da Osman Murat Ertel (saz elettrico e voce) e Mehmet Levent Akman (cucchiai, cimbali ed elettronica), autori anche della maggior parte dei brani. La loro base è Istanbul e da lì hanno saputo intersecare la loro musica all’elettronica, al reggae (Mad Professor, Sly and Robbie), al rock e alla sperimentazione tedesca (Jaki Liebezeit dei Can, Alexander Hacke degli Einstürzende Neubauten), al jazz francese di Titi Robin e norvegese di Bugge Wesseltoft. Da sei anni viaggia con loro l’ud baritono elettrico di Periklis Tsoukalas. Completa il quartetto Ümit Adakale, sia suonando darbuka e davul sia la batteria elettronica. Ne è uscita un’ora di musica visionaria ed energizzante divisa in sei tracce. Osman Murat Ertel commenta così la seduta di registrazione: “Era uno dei nostri sogni, da musicisti. È una bella sfida registrare tutto direttamente su disco, un album live dall’inizio alla fine! Non c’è modo di nascondere niente a nessuno. Va tutto nell’album, compresi gli errori! Con queste registrazioni l’ascoltatore è quanto più vicino possibile all’esperienza di un concerto dal vivo dei BaBa ZuLa. Amo suonare dal vivo e improvvisare. Penso la musica autentica sia improvvisata, e penso sia davvero preziosa”. Con i precedenti dischi in studio, le sovra-incisioni avevano avuto un ruolo importante nella produzione degli album dei BaBa ZuLa. Ma è dal vivo che hanno sempre dato il meglio, favorendo i momenti di jam che guardano alla trance, facendola attraversare da fulminee improvvisazioni ed energici riff. È nella jam che affiora più decisa la trama psichedelica della loro musica, specie quando i tempi lo consentono, come in questo caso. E’ quel che avviene soprattutto nella prima mezzora, divisa a metà fra “Kücük Kurbaga” (Ranocchio), di cui è disponibile anche il video, e “Sipa Dub” (Il dub del puledro). Nei brani brevi - come “Tavus Havasi” (Umore da pavone) – l’andamento cambia ed i timbri acidi degli strumenti elettrici sanno alternarsi a pause, commenti vocali e improvvise virate permeate di ironia. “Tavus Havasi” è stata la prima canzone composta da Osman Murat Ertel per BaBa ZuLa, a partire dal verso di un uccello udito lungo la riva del mare: divenne la prima traccia della colonna sonora con cui hanno debuttato nel 1996, realizzata per il film “Tabutta Rovaşata” del regista Derviş Zaim. Due tracce strumentali, “Kelebekler Kuslar” (Farfalle e uccelli) e “Çöl Aslanlari” (Leoni del deserto) sono state prodotte anche in versioni più snelle, adatte alle trasmissioni radiofoniche, senza snaturarne la natura ipnotica e il crescendo di intensità nello sviluppo dei brani. “Kelebekler Kuslar” è stata realizzata a partire dai versi del poeta Nesīmī, vissuto a cavallo fra XIV e XV secolo, un sogno che guarda al volo degli uccelli nel cielo e al rapido movimento delle ali delle farfalle, più vicine alla terra. Breve, divertente e trascinante è il solo di darbuka di Ümit Adakale in “Nal” (Calzature da cavallo). 


Alessio Surian

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