Massimiliano Però, Ballabili, pizziche e altre storie. Musiche per organetto nelle danze del Salento, Aioresis 2020, pp.96 Libro con Cd

Organettista e suonatore di tamburo a cornice dal ventennale percorso artistico, Massimiliano Però si è formato con Claudio Prima ed è noto per essere il fondatore di Aioresis, Artetika Ensemble e Orchestra Popolare di Nardò, nonché per le collaborazioni stabili con Uccio Aloisi Gruppu, Anna Cinzia Villani e la Scuola di Pizzica di San Vito dei Normanni. Parallelamente all’attività musicale, negli ultimi anni si è dedicato alla didattica e in questo contesto si inserisce la pubblicazione di “Ballabili, pizziche e altre storie. Musiche per organetto nelle danze del Salento”, volume, completamente autoprodotto, che raccoglie una selezione di dieci ballabili della tradizione del tacco d’Italia, opportunamente analizzati, commentati e trascritti con tablature e spartiti per organetto. L’opera trova la sua origine nell’ascolto delle registrazioni sul campo, effettuate tra il 1959 e il 1960 da Diego Carpitella in Salento e raccolte sui due dischi allegati al pregevole volume “Musiche tradizionali del Salento” curato da Maurizio Agamennone per SquiLibri. Da quel momento, Massimiliano Però ha intrapreso una personale ricerca fatta di ascolti delle registrazioni originali con particolare riferimento al repertorio di brani ballabili eseguiti con l’organetto diatonico, parte importante del corpus di musiche tradizionali del Salento, troppo spesso trascurato dalla riproposta e certamente meno noto rispetto alle suonate per mandolino. Aperto da una breve introduzione metodologica dell’autore, il libro si apre con l’illuminante contributo di Maurizio Agamennone nel quale viene posto in evidenza come, oltre alla più nota pizzica pizzica, il Salento vanta un ricco insieme di musiche da ballo tra cui walzer, scotis, polke, mazurke e quadriglie eseguite da suonatori “specialisti” che, spostandosi tra fiere, mercati e pellegrinaggi in santuari lontani, avevano appreso queste musiche, in molti casi, derivanti da matrici regionali esterne. A seguire, Eugenio Imbriani evidenzia come le musiche da ballo siano state per lungo tempo tralasciate dalla ricerca in favore dell’aspetto prettamente lirico e poetico, pur rivestendo un ruolo centrale nelle feste e nelle serate danzanti, mentre Salvatore Villani si sofferma sull’importanza del rapporto tra ricerca e didattica alla base dell’opera di Però. Il cuore del volume è rappresentato dalle esperienze dirette del musicista salentino come il gustoso aneddoto con protagonista Luigi “Gigi” Cecere di Nardò, l’ultimo organettista dell’orchestrina di Luigi Stifani. L’autore, dopo avergli detto di essere riuscito ad imparare la successione di note di una sua suonata si sentì rispondere: “Piccè?? L’organettu li note tene?!? Ma va và…” (Perché? L’organetto ha le note?!? Ma và…). Questo episodio è significativo per comprendere il metodo di trasmissione di questi brani ballabili che venivano imparati “ad orecchio” o “per imitazione” dai suonatori più anziani, senza neppure conoscere la notazione precisa. Molto frequente era anche il caso in cui l’insegnamento di uno strumento passasse di padre in figlio e a riguardo Però ci presenta la figura di Angelo Cordella di Copertino, classe 1930, che ha insegnato l’organetto al figlio Antonio e al nipote Leonardo. L’autore si sofferma, poi, sul repertorio dell’orchestrina di Luigi Stifani in cui Pasquale Zizzari suonava l’organetto, e sulle vicende di Giovanni Avantaggiato, di Concetta Pulli, unica donna suonatrice di organetto, così come non viene tralasciato il repertorio dei ballabili da barberia. La seconda parte del libro, quella più tecnica e destinata agli organettisti, è riservata agli spartiti dei dieci brani presenti nel cd, accompagnati da brevi ma interessanti note di approfondimento. Compendio necessario della lettura è l’ascolto del cd che vede Massimiliano Però (organetto diatonico) riproporre i brani presi in esame nel volume alla guida di un ristretto gruppo di strumentisti composto da Alessandro Lorusso (chitarra), Adriano Piscopello (violino), Roberto Chiga (tamburi e percussioni), Roberto De Donatis (percussioni) e Giuseppe Delle Donne (percussioni). Ogni brano è riletto con arrangiamenti essenziali in cui gli strumentisti hanno lavorato per sottrazione, riportando alla luce le melodie originali e mirando ad esaltare il dialogo tra le percussioni e le voci strumentali di organetto, chitarra e violino. Durante l’ascolto si compie una sorta di piccolo viaggio attraverso il Salento passando dalla “Pizzica” di Corigliano di Giovanni Avantaggiato che apre il disco alla gustosa “Mazurka” di Copertino dal repertorio di Angelo Cordella per giungere nel Capo di Leuca con la “Polka” di Nardò di Concetta Pulli e uno splendido “Valzer” di Nardò di Pasquale Zizzari. Non mancano uno “Skotis” e una “Quadriglia” di Giovanni Avantaggiato da Copertino, nonché una trascinante “Pizzica” di Muro Leccese di Giuseppe Benegiamo. “Ballabili, pizziche e altre storie. Musiche per organetto nelle danze del Salento” è, insomma, un lavoro che colma un vuoto importante nell’ambito della riscoperta e della conservazione della tradizione musicale salentina. Il libro può essere acquistato sul sito di Aioresis.


Salvatore Esposito

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