Performer e regista teatrale cilentana, ma da alcuni anni di base a Parigi, Tullia Conte è impegnata da lungo tempo in studi e ricerche in ambito etnocoreutico con particolare riferimento alle danze popolari del Sud Italia, il tutto partendo da una prospettiva di antropologia teatrale. Nel corso degli anni ha dato vita ad apprezzate performance come “Tarantella Cruda”, realizzata con il musicista Tommaso Sollazzo, e gli spettacoli “Storia di Maria, tarantata”, “Antidotum”, “sanTarantella” e “SUDD”, ma soprattutto ha fondato con Mattia Doto l’associazione SuDanzare con la quale organizza stage di danza e conferenze, oltre a produrre spettacoli e performance. Nel più ampio contesto delle attività di agitatrice culturale e ricercatrice, Tullia Conte ha recentemente dato alle stampe “L’altra taranta. Annabella Rossi e il tarantismo nel Cilento”, volume che compendia e contestualizza storicamente le ricerche relative al fenomeno del tarantismo in Campania ed in particolare nel Salernitano. Introdotto da una premessa della stessa autrice in cui ripercorre il suo cammino di avvicinamento e scoperta della musica e della danza popolare, il libro si apre con una ricostruzione delle prime tracce di tarantismo scoperte in Cilento (la prima testimonianza risale al 1819) e in Campania, per poi soffermarsi sulle danze campane e le connessioni con il teatro. Si entra nel vivo con il profilo biblio-biografico di Annabella Rossi e le sue ricerche condotte nel Salernitano tra il 1975 e il 1976 e che rientravano in un più ampio progetto, purtroppo realizzato solo in parte, e nel quale erano coinvolti anche Paolo Apolito e Roberto De Simone. Coadiuvata da Aurora Milillo, Patrizia Ciambelli, Vincenzo Bassano ed alcuni studenti, la ricercatrice effettuò diverse registrazioni sul campo tra Albanella, Battipaglia, Borgo San Cesareo, Capaccio, Contursi, Fasani, Giungano, Gromola, Matinella, Paestum, Roccadaspide, Sanza, Tempalta e Trentinara, raccogliendo testimonianze dirette ed indirette sul fenomeno del tarantismo, ma anche canti tradizionali, canti devozionali, tarantelle e forme musicali utilizzati durante il rito. Gran parte dei materiali andarono a comporre il volume “E il mondo si fece giallo” pubblicato postumo nel 1991, tuttavia gli studi condotti dalla Rossi rappresentarono un riferimento importante per le ricerche successive, non solo dal punto di vista comparatistico rispetto al tarantismo in Salento, ma anche sotto il profilo dell’analisi scientifica. Tullia Conte si sofferma, inoltre, sulla disamina della taranta e dell’argia nel teatro del tarantismo per poi fornire una interessante riflessione sullo stato sociale e culturale del Cilento oggi. Di grande interesse è ancora il capitolo dedicato alla tarantella cilentana in cui l’autrice si sofferma sull’incontro con l’anziana danzatrice Vincenza Cortazzo, le sue esperienze artistiche con i Kiepò e Gianluca Zammarelli. Completa il volume una corposa appendice con “Diacronia minima del tarantismo” in cui vengono ripercorsi i principali studi sul fenomeno, un breve focus sui fermenti culturali salentini che diedero vita all’esperienza de La Notte della Taranta e due trascrizioni di canti devozionali cilentani. Frutto di passione e dedizione così come dell’esigenza di riappropriarsi delle tradizioni della propria terra d’origine, “L’altra Taranta. Annabella Rossi e il tarantismo nel Cilento” è un libro dal taglio divulgativo e nel contempo un opera preziosa per gli appassionati di danze tradizionali che certamente troveranno tra le sue pagine numerosi spunti di ricerca. Il libro è disponibile online su Amazon.it. Info su www.sudanzare.com – info@sudanzare.com
Salvatore Esposito